La politica è un biglietto di sola andata di Amintore Fanfani
La politica è un biglietto di sola andata De Mita ricorda il Professore La politica è un biglietto di sola andata Ciriaco De Mila E, forte la commozione per la scomparsa di una personalità come Amintore Fanfani. Il suo nome evoca non solo tanti ricordi personali, ma grandi pagine della migliore storia del Paese e della migliore tradizione del cattolicesimo politico italiano. La prima riflessione, e insieme il primo rimpianto, sono certamente questi: non se ne va un uomo del nostro passato ma un uomo della nostra modernità, un uomo di oggi, non di ieri. Un uomo di cui ci mancheranno il temperamento e il coraggio morale, prima ancora della sua capacità politica. Fanfani ha attraversato la mia vita e quella di tante altre generazioni di dirigenti democristiani. Molti di noi lo hanno conosciuto e ammirato da giovani, poi hanno condiviso con lui responsabilità di partito e di governo negli anni successivi. Pochi gli davamo del tu: c'era sempre da parte nostra una certa soggezione, e da parte sua un atteggiamento certo amichevole ma anche paterno. Non si scherzava con Fanfani: la politica, i doveri, le responsabilità avevano con lui il profilo più alto, forse anche il più aspro. La politica era .'urezza degli scontri, sacrificio personale, era una missione. Ma era anche circondata dal rispetto verso chi trasmetteva questi valori ai cittadini. La prima lezione, vorrei dire etica, che ci lascia Fanfani, è questa, unita alla sua generosità personale. Quando prendeva un impegno diceva che era per lui un Biglietto di sola andata: non si aspettava, cioè, un ritorno di convenienza personale in ciò che faceva per il proprio Paese. Anche questa è una lezione. Poi c'è tutto il resto, a cominciare dalla dimensione internazionale dei problemi che aveva. Era la sua preoccupazione costante, ed era anche il tratto del politico di razza, non provinciale, non chiuso dentro lo stretto perimetro dei fatti di casa. Forse l'antica amicizia con La Pira lo aveva abituato a questo senso della universalità dei problemi e delle visioni. Fanfani fu uno dei principali traghettatori dalla democrazia cristiana di De Gasperi e del primo dopoguerra ad un partito popolare capillarmente presente sul territorio. Ma la sua non era mania organizzativa. Era la traduzione nel concreto di una concezione della partecipazione politica dei cittadini che non si esaurisse al momento del voto, ma accompagnasse in modo permanente la vita dei partiti e delle istituzioni. Era insomma l'idea moderna della democrazia rappresentativa: era il superamento delle vecchie concezioni della rappresentanza intese dalle precedenti culture liberaldemocratiche. Fanfani uomo di governo ha dato la sua impronta a tutto lo sviluppo del Paese: quello economico, ma anche quello sociale e civile. Il suo piano-casa resta forse l'unico che, per come venne elaborato e attuato, risolse questo problema fondamentale per centinaia di migliaia di famiglie. La sua visione dell'intervento pubblico nell'economia indirizzò l'economia italiana verso modelli che non fossero legati solo al profitto individuale ma alia solidarietà sociale. Il governatore della Banca d'Italia Fazio è tornato a parlare in questi giorni della necessità di una «solidarietà strategica» tra economia e società come arma vincente per il futuro del Paese. Il rimpianto personale per la scomparsa di Fanfani è legato a un'amicizia credo reciproca e profonda, oltre alla solidarietà politica che mi dette negli Anni Ottanta anche sacrificando affetti personali che aveva, e pagando dunque, come sempre di persona, il prezzo più alto di una politica degna di questo nome. Fanfani con Ciriaco De Mita. A sin. Ciampi e la moglie ieri con Maria Pia Fanfani
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