Furto miliardario alla Pinacoteca di Daniela Daniele

Furto miliardario alla Pinacoteca Roma: rubati alla «Capitolina», chiusa per restauri. Gli esperti: « Presi a caso» Furto miliardario alla Pinacoteca Scomparsi 5 dipinti, due sono del Guercino Daniela Daniele ROMA Fra pochi giorni ci sarebbe stata h riapertura. Cosi la direttrice dell; Pinacoteca Capitolina, Luisa Titto ni, e il soprintendente Eugenio La Rocca hanno fatto l'appello dei tesori per ricollocarli al loro posto, dopo la laboriosa ristrutturazione in vista del Giubileo. Ma invece di cinque dipinti ci saranno altrettanti spazi vuoti, a meno che prima del 25 novembre, data d'inaugurazione, siano ritrovati i ladri che se li sono portati via e sia recuperata la refurtiva. Le opere, tutte più o meno delle stesse dimensioni (circa 60 per 90 centimetri), sono: la «Sacra Famiglia» e il «San Giovanni Battista», del Guercino, la «Sacra Famiglia» di Ludovico Carracci, l'«Adorazione dei Magi» del Maestro dei 12 Apostoli e la «Sacra Famiglia» di Polidoro da Lanciano. ....Ne. ha dato notizia l'assessore capitolino alla Cultura, Gianni Borgna. Da lui si è appreso che il furto è stato scoperto cinque giorni fa e che il generale Roberto Conforti, capo del nucleo dei carabinieri addetto alla tutela del patrimonio artistico, ha consigliato di verificare se, per caso, i dipinti non fossero finiti, per errore, nelle casse con altre indicazioni. Ma le ricerche sono state inutili e tutti si sono trovati di fronte a una realtà sconcertante quanto scomoda: cinque dipinti, tre di pittori famosi e due di minori, sono spariti da un museo temporaneamente chiuso al pubblico, in fase di restauro. «Sappiamo - ha detto Borgna che episodi del genere avvengono purtroppo in tutto il mondo. Tuttavia è assolutamente indispensabile accertare i fatti, individuare i colpevoli e anche mettere a fuoco eventuali responsabilità o anche solo negligenze di quanti a vario titolo erano coinvolti nell'operazione». Si è detto contento, l'assessore, che le opere maggiori fossero ormai al sicuro, dopo essere state prestate a varie esposizioni all'estero e a Milano, a Brera, durante l'intero periodo dei lavori. «Diverso sarebbe stato - ha commentato - se avessero rubato una di queste». Ma mentre un Caravaggio non ha realmen¬ te mercato, forse i dipinti rubati possono trovare acquirenti. Secondo quanto ha riferito Gianni Borgna, però, Conforti non ritiene si tratti di un furto su commissione. A giudizio degli inquirenti, i dipinti sarebbero stati presi a caso, non si sa quando, da persone che non s'intendono di arte. La scelta dei cinque quadri sarebbe riconducibile alle loro dimensioni e al fatto di essere conservati tutti insieme in una sala. «Sì - conferma Maurizio Fagiolo Dell'Arco, storico dell'arte - i dipinti sembrano essere stati presi a caso. Hanno soggetti religiosi, poco appetibili, non soggetti profani, gioiosi». L'esperto osserva che la Pinacoteca Capitolina "offre" altre opere più appetibili, di dimensioni minori, come quelle di Guido Reni e dei Ferraresi del Cinquecento. «Insomma - conclude -, in altre parole, mi sembra un furto di dilettanti». Un furto «incomprensibile» secondo Claudio Strinati, soprintendente ai Beni artistici e storici di Roma. «Incomprensibile anche per un mercato clandestino - sottolinea -. Parliamo di opere che sono state stracatnlogale, fotografate e pubblicate. Arcinote, insomma. Nessuno può pensare di proporle sul mercato e anche fosse un colpo su commissione...beh, queste sono notizie che, o prima o poi, vengono fuori». Il rischio per il committente, insomma, sarebbe veramente molto alto. Il valore commerciale dei cinefile dipinti? Strinati osserva che «naturalmente non hanno prezzo, ìssendo opere da museo, ma se ossero offerte in asta, in via teori:a, potrebbero spuntare da un miliardo e 200 a un miliardo e 700 milioni». Un colpo "incomprensibile" come quello del maggio dell'anno scorso, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna dalla quale sparirono due Van Gogh e un Cezanne, poi ritrovati. Anche allora si disse che i ladri dovevano esser dilettanti: chi mai avrebbe pagato per un bottino del genere? Eppure, quando i carabinieri scovarono i responsabili si scoprì che erano in corso trattative e che i ladri avevano rubato con la sicurezza di avere un compratore. Allora fu scoperta una talpa, una custode legata a uno dei malviventi. Anche in questo caso si affaccia un ragionevole dubbio: se la Pinacoteca non presenta alcun segno di effrazione e se soltanto gli addetti ai lavori potevano avere accesso alle sale durante* il periodo dei lavori, come sono potuti entrare i ladri se non con l'aiuto di un basista? Conforti, come ha detto Borgna, avrebbe già fiutato una pista, coperta dal doveroso segreto. Nel frattempo, ha fatto navigare via Internet le immagine dei cinque "rapiti". Un po' come appello per una sorta di «chi li ha visti?» lanciato nel cyberspazio, ma soprattutto come ammonimento: nessuno si azzardi a comprarli.

Luoghi citati: Lanciano, Milano, Roma