Tre libri, una mostra e la messa Così Racalmuto ricorda Sciascia

Tre libri, una mostra e la messa Così Racalmuto ricorda Sciascia Oggi e domani nella città natale dello scrittore Tre libri, una mostra e la messa Così Racalmuto ricorda Sciascia Il presidente della Fondazione: non vogliamo che l'opera e il pensiero cadano nel dimenticatoio Antonio Ravidà PALERMO Leonardo Sciascia a dieci anni dalla morte viene commemorato oggi e domani a Racalmuto, il paese natale nel brullo e povero entroterra agrigentino che amava ed era il «buen retiro» che gli rammentava le radici. In suffragio dello scrittore laico, ma non ateo, la Fondazione Sciascia domattina farà celebrare una Messa nella Chiesa madre e ha chiesto al Vescovo di Agrigento. Carmelo Ferrare di parlare dell'incontro avuto con lui un mese prima che morisse. Oggi alle 16 saranno presentati tre libri. L'Almanacco Bompiani 1999 dedicato a Sciascia e curato da Matteo Coltura che, intitolato «La memoria e il futuro», è riferito alla sua ultima opera «A futura memoria se la memoria avrà un futuro». Oltre a Coltura, parlerà Mario Andreose. E poi il primo volume dell'opera omnia tradotto in Francia da Mario Fusco e che terrà una relazione su «Sciascia e la Francia». Infine la raccolta di saggi di Antonio Di Grado, il direttore letterario della Fondazione, «Quale a lui stesso alfine l'eternità lo muta», il verso di Mallarmé citato da Sciascia in «Ignoto a me stesso», il libro che, con in copertina un'immagine di Edgar Allan Poe, illustrava la sua raccolta di ritratti di scrittori che lo stesso romanziere presentò a Torino su invito della Fiat, quadri che egli lasciò poi alla Fondazione assieme a duemila volumi. Domani s'inaugura la mostra «La bella pittura. Leonardo Sciascia e le arti figurative» a cura di Piero Guccione e Paolo Lifosì. Dopo interventi del presidente della Fondazione Aldo Scinte e di Claude Ambroise (italianista dell'Università di Grenoble che cura l'opera omnia), sempre domani sono attese alcune testimonianze, tra le quali quella della letterata giap Leonardo Scias cia sco Titus Hejdenreich, di Vincenzo Consolo e Massimo Onofri. Rispetto all'ormai periodico premio «Racalmare-Leonardo Sciascia» a Grotte, un passo appena da Racalmuto, queste celebrazioni invitano a discutere, a riflettere. «Hanno anche rinfocolato le polemiche dei suoi contraddittori - dice con un pizzico di stizza Scimé - e a questo proposito vorrei ricordare anche a Eugenio Scalfari che Sciascia per il sequestro Moro non disse "né con le Bierre né con lo Stato", ma precisamente "né con le Bierre né con questo Stato", il che è ben diverso. Nell'occasione Sciascia intervenne a sostegno di Eugenio Montale, criticato per essersi rifiutato di far parte di una giuria. Un rifiuto che, Leonardo aggiunse, non avrebbe mai opposto». Il presidente della Fondazione conferma di voler agire secondo la scelta sciasciana di star lontani dal clamore: «Intendiamo mantenere una posizione di equilibrio, senza partecipare all'urlo collettivo e seguendo la sua strada, lui si batteva per la verità spassionatamente. La Fondazione non può farlo con la sua autorità, ma vuol comunque mantenere una linea di non eccessi». Aldo Scime esclude che vi sia una sorta di club degli sciasciani, una né piccola né grande lobby d'intellettuali raccolti attorno alla sua eredita morale e culturale. E accusa: «Sembra che la congiura degli interessi voglia stendere un velo su Sciascia come su tanti autori che meritano di essere ricordati. Nell'editoria vi sono interessi diversi e si creano casi letterari che si sgonfiano in pochi anni o pochi mesi. Chi ricorda più la ragazza dei pantaloni (Lara Cardella) sfruttata e poi buttata come uno straccio? Certo non possiamo desiderare Sciascia nel dimenticatoio, lui che dal valore delle contingenze del tempo ricavava metafore significative per tutto il mondo e per l'uomo d'oggi». Leonardo Sciascia

Luoghi citati: Agrigento, Francia, Palermo, Racalmuto, Torino