Il vertice Osce non blocca la guerra

Il vertice Osce non blocca la guerra Il summit di Istanbul si chiude con due documenti ambiziosi per la sicurezza e la pace in Europa Il vertice Osce non blocca la guerra In Cecenia l'esercito russo continua l'avanzata inviato a ISTANBUL. L'Europa politica fa un passo incerto verso la pace e la sicurezza sul continente. Al vertice dell'Osce 54 leader hanno firmato due documenti ambiziosi e lungimiranti. Ma la guerra in Cecenia ha gettato un'ombra preoccupante sulla cerimonia di chiusura. E messo in dubbio l'efficacia dei pezzi di carta appena firmati. Sul terreno, nulla è cambiato. Le proteste degli occidentali a Istanbul non hanno fatto recedere l'armata russa di un passo. Anzi, ieri l'aviazione russa ha compiuto 60 raid su Grozny e l'esercito ha continuato a stringere il cerchio attorno alla capitale cecena. Nella Dichiarazione finale, europei e americani sono riusciti a fatica a inserire un paragrafo sulla Cecenia nel quale si dice che «le norme Osce vanno rispettate», che una soluzione politica è «essenziale» e che l'Osce stessa potrebbe dare «un contributo» al raggiungimento di quell'obiettivo. Che valore hanno queste parole? Gli europei, che hanno spinto più di tutti per inserire il paragrafo nella dichiarazione, hanno parlato di una «svolta». Gli americani sono più cauti. «Non vorrei dare eccessiva importanza a questo accordo», ha ammesso il segretario di Stato Madeleine Albright. I russi hanno accettato di «invitare» il presidente di turno dell'Osce, il norvegese Knut Vollebaeck, a visitare «la regione» (non si parla esplicitamente di Cecenia). Ma hanno detto chiaramente ieri che non hanno alcuna intenzione di accettare una «mediazione» dell'Osce tra Mosca e Grozny. La loro determinazione a tenere gli occidentali fuori dal conflitto è tale-che il' ministro degli»Esteri Igor Ivanov ha tentato un insolito baratto durantail suo incontro con la Albright. A sorpresa le ha allungato un documento in cui i russi promettevano di essere più concilianti sul contenzioso sull'Iraq all'Onu se gli americani si fossero adoperati a non internazionalizzare la crisi cecena. Nessuna parola è stata scambiata tra la Albright e Ivanov sull'argomento - solo sguardi e un pezzo di carta. Più tardi gli americani hanno insistito in privato che non avrebbero preso in considerazione il «baratto». Ma l'episodio è di per sé indicativo del sapore vagamente bizantino delle trattative che si sono svolte qui a Istanbul. AllafinelaCartaperla sicurezza europea, un documento politico che mira a creare un'area Osce «libera, democratica e sempre più integrata», è stata solenne¬ Gli eula Albrinon indi mente sottoscritta da tutti, nonostante le riserve dei russi a proposito del paragrafo 46 sugli interventi di peace-keeping - Mosca non ha alcuna voglia di veder sbarcare una forza Osce nel proprio territorio. Ma la realtà sul terreno getta un'ombra lunga su quello che dovrebbe essere il documento-base per la costruzione di un'Europa senza conflitti. Stesso discorso per il secondo documento firmato ieri - l'aggiornamento del Trattato sulle forze convenzionali in Europa che fissa nuovi limiti per le armi e gli uomini dispiegati sul campo. I russi sono già in violazione di quei limiti a causa del loro intervento in Cecenia. E il futuro del trattato è incerto. Clinton non ha intenzione di presentarlo per la ratifica fino a quando i russi saranno in Ceceina. E su questo punto gli europei sono d'accordo: se la principale potenza militare del continente continuerà a violare i limiti, l'accordo appena firmato rimarrà poco più che carta straccia. [a.d.r.] Gli europei parlano di «svolta» la Albright è più cauta e Mosca non intende accettare l'offerta di mediazione per Grozny

Persone citate: Albright, Clinton, Igor Ivanov, Ivanov, Knut Vollebaeck, Madeleine Albright