Berlusconi: ho parlalo con il cuore

Berlusconi: ho parlalo con il cuore IL LEADER AZZURRO S'APPELLA AL COLLE O SCOPPI/UCCIDENTE «DIPLOMATICO» àmmmmm !.va.LC«,v: s...n...75..s.9....9wc.. Berlusconi: ho parlalo con il cuore «Mai chiesta la grazia, e il Quirinale è corretto» retroscena Ugo Magri invialo a IGLESIAS L'irritazione del Quirinale coglie Silvio Berlusconi mentre il capo del Polo si trova, proprio lui che à l'incarnazione dell'imprendi! (Orici posi, modellili, nella sala compressori di una vecchia miniera, a Monteponi. Dalle viscere della terra, in quest'angolo di Sardegna, non si estraggono più piombo e zinco da almeno dieci anni, l'orò il fascino del luogo è intatto, li da un palco cretto tra gli antichi ingranaggi arrugginiti, il super-capitalista Berlusconi (altro paradosso) arringa una folla dove spiccano le tute blu e i caschi bianchi dei poveri minatori. Finito il comizio, la appena in tempo a diro che la posiziono di Ciampi sul caso Craxi è «estremamente corretta», e che il presidente della Repubblica «non poteva sostenere cose diverso». Poi, Berlusconi viene trascinato via dalla folla o dal servizio d'ordine. Ma che un incidente diplomatico col Quirinale fosso nell'aria, per colpa delle coso da lui detto in mattinala al congresso socialista sull'esule di Hammamet, Berlusconi se lo sentiva dal primo pomeriggio. Tanto che a Iglesias, appena prima di recarsi in miniera, aveva pronunciato coi giornalisti parole sintomatiche. «Mi sono permesso stamane», ora stato il suo ragionamento, «di sottoporre all'attenzione del presidente della Repubblica una possibilità che il nostro ordinamento giuridico gli attribuisce»: vale a diro la grazia (anche so, precisa il Cavaliere, «non ho inteso pronunciare quel nome perché tutto ciò che viene suggerito da me può trasformarsi in un ostacolo alla soluzione del problema»). Ed ecco la frase rivelatrice della burrasca in arrivo: «L'ho fatto senza averci neppure pensato, ma è una cosa che, di fronte a quella platea socialista mi è vomita dal cuore». Come ammettere che il sentimento sta¬ volta gli ha un po' preso la mano. E l'idea di Craxi che non può curarsi adeguatamente, correndo perciò un pericolo di vita, ha avuto il sopravvento sui calcolo politico. Berlusconi si è un attimo incupito quando un cronista gli ha chiesto della diversa posizione che, sull'ex segretario socialista, ha preso l'alleato nazionale Gianfranco Fini, Più sintetico del solito, il Cavaliere ha incassato la diversità d'opinioni, segnalando che, comunque, questo non pregiudica l'amicizia politica tra An e Forza Italia. Stop. Non fosse stato per l'affaireCraxi, la giornata berlusconiana in Sardegna sarebbe passata alle cronache nazionali per un'altra ragione: l'attacco a fondo scagliato contro i «Ridolini» della maggioranza. Ridolini, per chi non ricorda, fu negli anni Trenta la versione autarchica di Blister Keaton, il prototipo del personaggio che non si può mai prendere sul serio. Allo stesso modo, Berlusconi non prende sul serio Veltroni, D'Ale- ma e tutti coloro che, dall'altra sponda, parlano di riforme istituzionali: «Con questi signori non possiamo nemmeno cominciare a discutere». lì motivo? «Proprio mentre vogliono cambiare il sistema elettorale, loro insistono per tappare la bocca all'opposizione durante le campagne elettorali e anche prima, con il divieto di spot sempre e comunque». Forse il Cavaliere si aspettava che, da parte della maggioranza, arrivassero sulla par condicio aperture di cui non si è vista traccia. Sta di fatto che il no al dialogo con la maggioranza, in tema di riforma elettorale, è oggi più netto che mai. In gran forma oratoria, Berlusconi ha regalato al pubblico di minatori alcune battute di buon effetto. Veltroni propone, nella riforma elettorale, un «diritto di tribuna»? «Vuol dire», motteggia il Cavaliere, «che vogliono venire tutti gratis in tribuna alle partite del Milarr...». Cossiga vuol far crescere il suo Trifoglio? «Io sono un esperto di giardinaggio, ma non di botanica politica». A uri certo punto, scatta in lui l'indignazione. Accade quando gli chiedono delle 18 mila lire al mese di aumento ai carabinieri: «E' un'elemosina», alza la voce, «una vergogna». Promette che, quando il Polo vincerà le elezioni, tutto questo non accadrà mai più. Il tono di Berlusconi è quello di chi si prepara a una vera e propria campagna elettorale. Parla continuamente, il Cavaliere, di futuro governo, di futuri ministri, di futuri programmi. Come se il cambio fosse quasi a portata di mano. E che i panni di capo-partito gli stiano sempre più stretti, lo si coglie anche quando il discorso cade su Mediaset. Davvero, gli chiedono, l'impero mediatico sta per essere venduto allo straniero? Berlusconi smentisce, categorico. E lo fa, tiene a precisare, «non da imprenditore ma da uomo di Stato». Pronto a tornare in servizio. Nel pomeriggio comizio in una miniera in Sardegna «Davanti a quella platea socialista la frase m'è venuta spontanea...»

Luoghi citati: Iglesias, Sardegna