BRIVIDO A NEW YORK

BRIVIDO A NEW YORK BRIVIDO A NEW YORK HO incontrato per la prima volta John Carpenter una sera di quindici-vent'anni fa, a New York, in un distretto di polizia che stava per chiudere i battenti. E lì siamo rimasti intrappolati, in una notte che sembrava non finire mai, con qualche agente di polizia e tre condannati a morte, circondati da una torma di teppisti zombi. Le immagini erano in bianco e nero, il televisore un vecchio Brionvega. Il film si chiamava «Distretto 13, le brigate della morte»: dialoghi veloci e affilati come lame di rasoio, personaggi duri, spigolosi, tagliati con l'accetta, eroi senza volerlo che avresti seguito fino all'inferno; e in tutta la storia si respirava il senso della tensione portata fino allo spasimo. Tensione che nel bellissimo «Halloween», così malinconicamente autunnale, si è trasformata in brivido, quel simpatico ragnetto gelido che ti corre lungo la schiena e ti fa sentire vivo. Ai tempi di «Precint 13» e di «Halloween» io ero un aspirante scrittore, aspirante filmaker, aspirante creativo, insomma aspiravo a tutto tranne che a diventare odontotecnico (il corso di studi che avevo malauguratamente scelto). Oggi sono un raccontastorie. scrivo fumetti, per lo più thriller permeati di soprannaturale. Prima erano ambientati ai giorni nostri (Martin Mystère e Dylan Dog), ora in un cupo Medioevo prossimo venturo (Brendon). In entrambi i casi, non ho mai perso di vista il senso della tensione e la scansione narrativa di Carpenter, essenziale ed efficacissima. Insomma, per quanto io possa esserne stato in grado, ho cercato di spargere nelle mie storie i simpatici ragnetti gelidi dei brividi, e mi auguro che qualcuno di loro sia sceso lungo la schiena di chi mi ha letto. John Carpenter sarà l'ospite di «Torino Film Festival», insieme con il suo amico Dario Argento (altro alchimista visionario che di ragni gelidi te ne rovescia addosso bacinelle). A tutti e due vorrei dire di non smettere mai di farci paura, perché, circondati come siamo dagli squallidi orrori della realtà, è così bello, ogni tanto, rabbrividire per una grande fiaba. Nera. Gotica. In surround. Claudio Chiaverotti Janiic Lee Curlis in «Halloween» di Carpenter

Persone citate: Carpenter, Claudio Chiaverotti, Dario Argento, Dylan Dog, John Carpenter, Martin Mystère

Luoghi citati: New York, Torino