TECNICHE E VOLTI

TECNICHE E VOLTI SPAZIO ITALIA TECNICHE E VOLTI Indipendenti in cerca di nuove strade SPAZIO Italia si propone come finestra sul nostro cinema indipendente: 25 opere, suddivise in una categoria fiction e in una non fiction, molto diverse per temi, scelte stilistiche e linguistiche, ma accomunate dalla voglia di sperimentazione, di cercare strade nuove. Tanti modi differenti di fare cinema ih Italia oggi, perché il cinema è qualcosa ancora da fare, anzi è qualcosa che richiede di essere costruito continuamente e continuamente messo in discussione. E questo avviene raccontando delle storie, nella sezione fiction, che indagano la vita e i sentimenti in modi personali ed originali, secondo la sensibilità degli autori. Si veda l'uso sperimentale delle nuove tecnologie ne «Il giorno del ritorno» di Giorgio Bonecchi Borgazzi e Cristina Donghi, l'ironia disperata ne «L'uomo che voleva diventare cane» di Mohsen Melliti, la freddezza delle inquadrature di «D-Schniwà» di Christian Rainer, o ancora il racconto senza falsa retorica dell'incontro tra culture diverse in «Un accento perfetto» di Giuseppe Selva, una panoramica che finisce in tragedia di «Una giornata meravigliosa» di Carmelo Milone, due voci che si cercano hi «Più vicino» di Beppe Anderi e Gigi Piana, l'atmosfera di momenti trascorsi in casa con il film d'animazione «Cinque stanze» di Ursula Ferrara, l'omaggio al film di genere in «Amateurs» di Pietro Balla e Monica Repetto, il cast tutto al femminile diretto da Chiara Cremaschi in «Dolce attesa» per raccontare con il sorriso il momento della gravidanza. Proprio il desiderio del confronto è quello che muove nomi già affermati a lavorare con giovani registi. E' il caso di Carmelo Bene che dà la voce al film d'animazione «Pinocchio» di Gianluigi Toccafondo, Pamela Villoresi in «Cecilia» di Antonio Morabito, Eva Robins in «Non è successo niente» di Giovanni La Parola, Lou Castel e Alessandra Fajella ne «Il killer evanescente» di Paolo Doppieri, Valeria Cavalli ne «La saponetta» di Vittoria Castagneto. La ricerca di strade autonome e forme espressive personali è anche il segno della non fiction nelToltrepassare i confini, nella commistione tra linguaggi differenti come in «La voce come» di Igor Mendolia, «Machbet» di Rosanna Benvenuto, «Geografia» di Flavio Bonetti, «Vaccaro's Italian Pastry Shop» di Alessandra Tantillo. Oppure nel documentare la realtà con sguardo lucido e anticonvenzionale: «Prigionieri di una fede» di Ivano De Matteo sul mondo degli ultras della Lazio, «Promesse granata» di Silvia Innocenzi presenta i ricordi di tre vecchi «cuori granata», Pierfranco Milanese e Monica Affatato raccontano la storia del «reduce» Sabino Ferrante ne «Il reduce», «Where we go» di Paolo Pisanelli entra nel Centro Accoglienza Immigrati Regina Pacis vicino a Lecce. Ritratti di Enrico Ghezzi in «Anonimo rispondere?» di Elisabetta Sgarbi, dell'artista napoletana Betty Bee in «Betty Bee (Sopravvivere d'arte) Ciao Bucchi» di Didi Gnocchi, e del famoso fotografo degli skaters Friedman in «Fuck you ali» (Fanculo a tutti) Glen E. Friedman photographer» di Fluid Video Crew. [c.a.l Scena di «La saponetta» di Vittoria Castagneto

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