CAMBIAMENTO NELLA CONTINUITÀ di Lietta Tornabuoni

CAMBIAMENTO NELLA CONTINUITÀ CAMBIAMENTO NELLA CONTINUITÀ RADICATO nella città, aperto al mondo»: lo slogan ideato dal presidente Gianni Rondolino condensa la natura, il passato e il presente del Torino Film Festival. Alla diciassettesima edizione, la manifestazione è tutta diversa. Era già cambiato il nome: non più Cinema Giovani. Era cambiato il luogo: il complesso di sale Reposi, funzionale e capiente, anziché le tre sale del cinema Massimo sempre sovraffollate, famigliari e care, più legate all'Università e al suo quartiere popolarculturale che al cuore negoziante di Torino. E' cambiato il direttore: al posto di Alberto Barbera andato a dirigere la Mostra di Venezia, Stefano Della Casa sembra portare nella continuità della rassegna un tocco sulfureo d'innovazione. Sono cambiati i film, naturalmente: non soltanto le 323 opere presentate risultano com'è ovvio diverse, ma le dodici in concorso sono tutte piccole, appassionate, corte. E nel complesso paiono mancare tanto quei film medio-mediocri divenuti ormai insopportabili come un vuoto e stolto perditempo, quanto quei dibattiti da decenni insoffribili: i film paiono piccoli o grandi, senza mezze misure; il dibattito («con la solita compagnia di giro di critici e professori che parlano ciascuno per 6 cartelle, 12 minuti», dice il direttore Della Casa) è sostituito ad esempio da un dialogo tra autori, John Carpenter e Dario Argento. E' cambiato il manifesto: il segno blu all'acquerello del 1999 è ambiguo, potrebbe essere una mano scattante o un coniglio fuggente o un'ombra cinese insistente, ma nella trovata dello studente polacco Rysiek Kajzer un occhio verde spalancato riporta al cinema, alle visioni. Sono cambiati gli sponsor principali: due banche torinesi anziché la multinazionale Nestlé che aveva provocato polemiche tanto violente, e il bilancio è di circa due miliardi. I mutamenti non intendono rinnegare nulla né nessuno. Lo stile della 17u edizione è magari bene espresso dai protagonisti delle due rassegne personali: John Carpenter, americano, autore fantastico non ancora legittimato; Paolo Gobetti, italiano, autore importante del cinema militante, documentarista del movimento operaio (e delle nostalgie del cuore, come nella serie di interviste a persone che conobbero suo padre Piero Gobetti, da lui mai conosciuto). L'unica manifestazione italiana che sia insieme festival del cinema e festival del pubblico non intende smentire la propria tradizione: ma neppure paralizzarsi nell'autocompiacimento, restare ferma. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Alberto Barbera, Dario Argento, Della Casa, Gianni Rondolino, John Carpenter, Paolo Gobetti, Piero Gobetti, Stefano Della Casa

Luoghi citati: Torino, Venezia