TRUDELL, LUPO SOLITARIO NELLA NOSTRA RISERVA

TRUDELL, LUPO SOLITARIO NELLA NOSTRA RISERVA ALL'HIROSHIMA TRUDELL, LUPO SOLITARIO NELLA NOSTRA RISERVA //poeta, profeta, guerriero indiano ci offrirà il suo rock mercoledì 24 John Trudell (nella foto) è in concerto a «Hiroshima» (via Bossoli 83, ingr. 20 mila lire) mercoledì 24. Prima del concerto, alle 21,15, Daniel Zapata parla sul tema «Fermiamo la rimozione forzata degli anziani Navajo di Big Mountain, Arizona». Zapata, delegato di Big Mountain e Mount Graham in Europa, sarà anche martedì 23 alle 18 a Palazzo Nuovo (via S. Ottavio 20,5° piano, seminario di Scienze politiche) per un incontro su «Il lungo cammino dei Navajo». JOHN Trudell non è un rocker e nemmeno un semplice etno-musicista. E' un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla causa del suo popolo, i Nativi Americani, e che per questo ha pagalo un prezzo crudele: arresti, carcere e anche lo sterminio della sua famiglia. Era il 12 febbraio 1979. Trudell aveva guidato il giorno prima una marcia delle tribù indiane contro la sede dell'Fbi, culminata con il rogo di una bandiera americana. Alle prime luci dell'alba, un incendio di origini mai accertate distrusse la sua casa nella riserva degli Shoshone Paiute, nel Nevada, uccidendo la moglie, la suocera e i 're tigli. Le indagini non accertarono mai la natura dolosa dell'evento; ma Trudell non ha mai dubitato che si sia trattato di una ritorsione contro la sua attività politica e il suo molo di presidente dell'Ann, 1'«American In- dianMovenient». Il Trudell artista nasce quel giorno. Prima come poeta, poi come musicista e attore; per continuare a sopravvivere, per non impazzire, facendo di ogni verso e di ogni parola cantata «le mie bombe, le mie mine, le mie lacrime». Nel 1981 TrudeU pubblica un libro di poesie, «Living In Reality». Nel 1983 debutta come musicista con «Tribal Voice». Due anni più tardi conosce Jesse Ed Davis, Nativo Americano anche lui, chitarrista-culto, della scena americana, e con lui realizza una cassetta autoprodotta che Bob Dylan segnalerà fra i suoi dischi preferiti di quegli anni, «Aka Graffiti Man». E' un àlbum forte e commovente. Anche il suo nuovo album, in uscita proprio in questi giorni, è prodotto da Browne. Si chiama «Blue Indians» ed estende al mondo intero, a tutti gli uomini del 2000, le preoccupazioni e la rabbia dei Nativi Americani: «Il Pianeta Terra sta diventando una grande riserva, il mondo della tecnologia sta asservendo l'umanità come gli Stati Uniti hanno reso schiave le tribù del mio popolo». Una decina di album, mille concerti in tutto il mondo, numerosi film Ifra cui «Thunderheart» ed «Extreme Measures», di Michael Apted) non hanno cambiato John Trudell. E' uno vero, non un pittoresco tipo che si trastulla con la world music. E' un «pazzo lupo solitario, poeta, profeta, predicatore, guerriero», come ha detto di lui Kris Kristofferson, «pieno di dolore e voglia di vivere, di risate e amore». Riccardo Bertoncelli

Luoghi citati: Arizona, Europa, Nevada, Stati Uniti