HARDING, UN PRODIGIO DI 23 ANNI

HARDING, UN PRODIGIO DI 23 ANNI HARDING, UN PRODIGIO DI 23 ANNI Al Lingotto con Lilya Zilberstein e la Mahler Chamber Orchestra Hi IA appena 23 anni, ma è già diventaIto assistente di Sir Simon Rattle e I Claudio Abbado. A un'età in cui molti musicisti si arrabattano alla ricerca di qualche scrittura come «aggiunto di fila» anche in complessi di secondo e terzo livello, lui ha già diretto orchestre come Berliner, London Symphony, Rotterdams Philharmonisch, Los Angeles Philharmonic, Santa Cecilia e altre ancora. Chi è mai un simile prodigio? Il suo nome è Daniel Harding (foto in alto): a undici anni suonava nelle orchestre giovanili di Oxford, poi si è trasferito a Manchester dove, alla Chethams School of Music, è subito diventato il capintesta, mettendo su un'orchestra in grado di eseguire dai Lieder di Mahler a Wagner al «Pierrot Lunaire» di Schònberg. Come strumentista ha studiato il violino, il pianoforte e con particolare dedizione la tromba. Preceduto da un simile sbalorditivo curriculum, Harding ora arriva a Torino per i Concerti del Lingotto, alla testa della Mahler Chamber Orchestra fondata nel 1997 da Abbado. E le sorprese non finiscono qui, perché accanto a costoro c'è una pianista di chiara fama, la moscovita Lilya Zilberstein, che è stata tra i pochi ad aggiudicarsi il primo premio al Concorso Busoni di Bolzano. E si può proprio partire dalla Zilberstein (foto sotto) per presentare il bel programma che il pubblico ascolterà all'Auditorium del Lingotto sabato 20 novembre, con inizio alle 20,30. Il titolo di mezzo della serata sarà il «Concerto n. 3 in do maggiore per pianoforte e orchestra» di Sergei Prokofiev. Nonostante una evidente violenza percussiva e la sonorità decisamente spinta, l'opera trova la sua anima nell'onda lunga del romanticismo, soprattutto nei momenti più lirici (esemplare la quarta variazione del secondo tempo, sul tema in Andantino). Prima e dopo, via libera a Beethoven. Il «riscaldamento» si avrà con l'Ouverture «Egmont», che fa parte delle musiche di scena per il lavoro teatrale di Goethe, che aveva affascinato il compositore per l'argomento libertario. Harding si cimenterà poi con la scultorea «Quinta Sinfonia in do minore», che ad ogni nuovo ascolto continua a suscitare l'effetto già registrato da Schumann: «Ogni volta essa esercita su tutti, e ad ogni età, un fascino impressionante: proprio come quei fenomeni della natura che, pur ricorrenti, generano sempre meraviglia e sbigottimento». II. o.)

Luoghi citati: Bolzano, Los Angeles Philharmonic, Manchester, Oxford, Torino