Oggi le stelle cadenti incoronano la Luna

Oggi le stelle cadenti incoronano la Luna OCCHI AL CIELO Oggi le stelle cadenti incoronano la Luna AL McDonald Observatory, nel Texas, un gruppo di ricercatori dell'Università di Boston guidato dall'astronomo M. Mendillo aspetta con ansia la grande pioggia di Leonidi prevista per questa notte (17 sul 18 novembre: per altre informazioni si veda «Tuttoscienze» della settimana scorsa). L'obiettivo, però, non ò tanto l'osservazione diretta delle meteore come tali, quanto, invece, un'indagine sulle conseguenze che la «tempesta» potrà avere sulla Luna. La storia inizia nel lontano 2 febbraio 1987, quando l'otter e Morgan, applicando al rincuoro da 2,7 metri del McDonald Observatory un filtro centrato sulla banda di assorbimento del sodio neutro a 589 Manòmetri, scoprirono che la Luna ora circondata da una debole atmosfera di sodio. Il 23 novembre 1993, con lo stesso strumento e sfruttando l'attenuazione di luce indotta, per un paio d'ore, sul disco della Luna dal cono d'ombra della Terra durante un'eclisse totale, Mendillo si accorse che l'alone di sodio lunare si estendeva per almeno 14.000 chilometri. Fu anche chiaro che la Luna doveva essere una fonte continua di sodio, in quanto questo elemento tende a «evaporare» continuamente a circa 2,5 chilometri al secondo, che è all'incirca la velocità di fuga della Luna. (Osservazioni successive, eseguite con la Luna nella fase di primo quarto, indicarono anche che la forma di questa atmosfera di sodio si allungava considerevolmente in direzione opposta al Solo, quasi si trattasse della coda di una cometa. Per nulla chiaro era invece il meccanismo fisico che faceva liberare atomi di sodio dalla superficie lunare. Proprio su 'questo punto c'e stata una svolta clamorosa lo scorso anno, durante il picco anomalo di Leonidi osservato all'1,30 T.U. (tempo universale, quello di Greenwich) del 17 novembre '98 (questa raffica di grandi bolidi colse tutti alla sprovvista 18 ore prima che la Terra attraversasse il piano orbitale della Temple-Tuttle, la cometa madre delle Leonidi). Dal 17 al 22 novembre '98 Mendillo e il suo gruppo di ricerca ripresero immagini CCD (i CCD sono sensori elettronici simili a quelli usati nelle comuni telecamere amatoriali e professionali: anche in astronomia questi dispositivi hanno ormai quasi completamente sostituito la classica pellicola fotografica) con un obiettivo fisheye (letteralmente, «occhio di pesce») a tutto cielo equipaggiato con un filtro centrato a 589 nanometri (la lunghezza d'onda del sodio neutro). Lo scopo primario era quello di visualizzare fotograficamente il massimo della pioggia dello Leonidi. In realtà si ebbe un risultato del tutto imprevisto. Nella costellazione del Toro, a fianco delle ladi, le immagini evidenziarono una nuvola di vapori di sodio che aumentò velocemente in luminosità e in dimensioni raggiungendo, nella notte del 19 novembre, una estensione di 2x3 gradi e una intensità 10 volte maggiore dei giorni immediatamente precedenti e seguenti. E' importante ricordare che il 19 novembre c'era Luna Nuova e che la nube di sodio si rese visibile in direzione diametralmente opposta rispetto alla Luna. Oneste misure vennero confermate anche da un gruppo di ricercatori italiani dell'Università di Padova guidato da Barbieri e Cremonese, lo scopritore della coda di sodio neutro nella cometa Hale-Bopp. Si trattava a questo punto di interpretare fisicamente il mi- sterioso fenomeno. Cosa che il gruppo di Mendillo ha latto, raggiungendo conclusioni sorprendenti: la nuvola di sodio si sarebbe sollevata dalla crosta della Luna in conseguenza dell'intenso bombardamento meteorico prodotto dallo Leonidi, sarebbe stata soffiata in direzione antilunare dal vento solare, percorrendo in un paio di giorni una distanza di poco superiore a quella Terra-Luna (in media circa 384 mila chilometri). Dal momento poi che il 19 novembre era giorno di Luna Nuova, il perfetto allineamento Sole-Luna-Terra faceva si che la Terra fosse completamente immersa nella coda di Sodio emergente dalla Luna: da qui l'interpretazione della nuvola visibile da Terra come la sezione della coda di sodio lunare vista sulla volta celeste in posizione antilunare (ovvero antisolare). Una conferma ò venuta •dalla forma velocemente varia¬ bile della nuvola di sodio antisolare: nei giorni precedenti e seguenti il 19 novembre (con la Terra non ancora o non più perfettamente allineata con la Luna) la forma circolare è andata infatti allungandosi in direzioni opposte per un evidente effetto di prospettiva. L'impatto di micrometeoriti, dunque, è la causa primaria della debole atmosfera di sodio rilasciata dal suolo lunare. Che questo meccanismo sia stato dimostrato per la prima volta lo scorso anno grazie alle Leonidi è una diretta conseguenza dell'aumento dell'intensità di questo sciame con periodicità di 32-33 anni, e anche del fatto che le Leonidi, con la loro velocità di 72 chilometri al secondo, sono le meteore più rapide che si conoscano. Non ultimo fattore da tenore in considerazione, le Leonidi sono anche note per la loro alta percentuale di particelle massicce (massa media dell'ordine dei grammi). Sciami di meteore lente con un tasso orario piuttosto basso sembrano del tutto inadatte ad aumentare in maniera sostanziosa l'emissione di sodio dalla crosta lunare: non è quindi un caso che Barbieri e Cremonese abbiano ottenuto risultati nulli dalla osservazione delle meteore Quadrantidi dello scorso 2-3 gennaio. La pioggia di Leonidi attesa per la notte del 17-18 novembre di quest'anno sembra fatta apposta per confermare queste previsioni. Lasciando ai professionisti queste osservazioni che richiedono attrezzature abbastanza sofisticate, agli appassionati di astronomia rimane la possibilità di assistere a un fenomeno naturale tra i più suggestivi. Non aspettiamoci però troppo, se non vogliamo rimanere delusi. Nessuno può dire se sarà questa notte assisteremo a una «tempesta» di stelle cadenti o soltanto a una pioggerella. Cesare Guaita Planetario di Milano Le meteore sono detriti di comete: a destra, la cometa Hale-Bopp in una foto della Scuola di Astronomia Zagar (Torino). Sotto, immagini elaborate al computer mettono in evidenza la tenue atmosfera di sodio formatasi intorno alla Luna nel 1998 quando fu investita dalle meteore Leonidi

Luoghi citati: Greenwich, Milano, Padova, Texas, Torino