Ascolta la radio, c'è lo spot di Ugo Bertone

Ascolta la radio, c'è lo spot Orientamento anche verso i quotidiani, la tv scende al sesto posto Ascolta la radio, c'è lo spot La pubblicità sceglie spazi più allettanti Ugo Bertone MILANO «Altro che anni d'oro. Per la pubblicità si annunciano anni di platino...». Parla così Enrico Finzi, numero uno di Intermatrix, da anni autore, per conto dell'Upa (Utenti Pubblicitari Associati), di uno studio sulle prospettive del settore. I consumi segnano il passo, ma la spesa pubblicitaria cresce e invade nuovi spazi della vita privata. Piace, e piacerà sempre di più la radio. AI secondo posto, però (se si eccettua la pubblicità cinematografica), ci sono i quotidiani, con una crescita ruspante, il 10,8%, e prospettive promettenti per il prossimo futuro. La tv? E' solo al sesto posto, ma in questo caso pesa il fatto che l'offerta è satura: difficile immaginarsi nuovi «spot», salvo rischiare la rivolta del pubblico. E nel panorama già fanno capolino nuove tendenze: la pubblicità sulle tv tematiche, (+40%) e Internet (addirittura +90%). Ma, in entrambi i casi, si tratta per ora di poca cosa: solo l'I,5% del mercato. Al di là delle cifre resta un mistero apparente: perchè la pubblicità cresce assai di più dei consumi e del potere d'acquisto delle famiglie? Perchè c'è più concorrenza, quindi, le imprese devono impegnarsi sempre di più per difendere il proprio spazio di mercato (anche a costo di comprimere i profitti). Ma soprattutto, perchè il consumatore italiano sta cambiando sempre di più. Fino a pochi anni fa, il «paniere della spesa» della famiglia consumista era riempito da alimentari e vestiti. Il «benefit», ovvero il tocco di ricercatezza del consumatore, il segnale dell'approdo al lusso e al benessere, era rappresentato dal salmone affumicato o, tutt'al più dalla «griffe». Adesso, tutto è cambiato: gli italiani viaggiano, sono più esigenti rispetto ai servizi, dai telefoni alla finanza. Via libera, perciò, a telefonini, Internet, fondi di investimento, assicurazioni, reti distributive alternative, proposte di viaggio nuove. «Ormai nessuno - chiude Finzi - ragiona secondo stereotipi. C'è più informazione, libertà di scelta: il consumatore moderno tende a costruirsi modelli personali».. Giulio Malgara, industriale alimentare di successo con la «Chiari e Forti», annuisce soddisfatto. «Nel '99 - dice - la pubblicità è cresciuta del 10% abbondante, assai di più del prodotto interno lordo. E abbiamo ragione di credere che il trend proseguirà». Di quanto? «Azzardo questa previsione dice Finzi - La pubblicità assorbirà duemila miliardi di lire all'anno in più per il prossimo triennio. Sì, credo che nel 2002 il mercato varrà 6 mila miliardi in più». Sembra una riedizione dei ruggenti anni Ottanta...«C'è una grande differenza. Tra l'87 e il '91 il mercato è cresciuto addirittura del 44%. Ma allora cresceva tutta l'economia. Oggi la pubblicità avanza nonostante il ristagno dei consumi». E il mistero, così, continua...

Persone citate: Enrico Finzi, Finzi, Giulio Malgara

Luoghi citati: Milano