Una lotta miliardaria in casa von Thyssen
Una lotta miliardaria in casa von Thyssen L'anziano «Heini» fa causa al primogenito Una lotta miliardaria in casa von Thyssen //figlio Georg è accusato di manovrare per diventare erede dell'impero di famiglia Alberto Gini BONN E' un duello all'ultimo sangue quello che si svolge in uno scenario incantato, le Bermuda: due nobili tedeschi, Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza ed il figlio primogenito Georg si battono davanti all'Alta Corte di quell'arcipelago corallino per il controllo di un patrimonio familiare miliardario sotto gli occhi della spagnola Tita, moglie di Hans e matrigna di Georg. Nipote di August Thyssen, il barone del carbone e dell'acciaio fondatore nell'Ottocento di un impero industriale legato nel bene e nel male alle fortune della Germania a cavallo del secolo, Hans Heinrich, detto «Heini» seppe staccarsi a tempo debito dall'industria pesante per dedicarsi, con il ricavato, agli affari e soprattutto alla raccolta di opere d'arte: ricca e favolosa è la sua collezione di quadri. Come ricca è stata la sua vita sentimentale: prima di trovare la felicità con Tita, 56 anni, Heini fu sposato altre quattro volte e dovette affrontare altrettanti divorzi che, fra tutti, gli sarebbero costati una fortuna: quattrocento milioni di marchi, o miliardi di lire, secondo stime della stampa. Ma oggi, a 78 anni è «leggermente sclerotizzato» come scrive di lui il settimanale «Stern», Heini è amareggiato dalla lotta contro il figlio Georg, 49 anni e dal 1983 alla guida della holding Thyssen-Bornemisza-Group TBG un'azienda con un utile di circa cento milioni di dollari nel 1998, e che dal Principato di Monaco amministra il patrimonio della famiglia. Ora il padre vuole strappare al figlio il controllo del suo impero con l'aiuto dei giudici delle Bermuda, sede del Trust cui fa capo la TGB. «Dietro le mie spalle», ha detto Heini come scrive il settimanale, «Georg ha arrangiato le cose in modo che alla mia morte gli verrebbe una parte troppo importante dell'eredità». «Vertu surpasse richesse», «Virtù sopravvanza ricchezza» è il motto, in francese, della famiglia Thyssen e Heini mostra di non averlo dimenticato ma vi è chi crede che a spingere il patriarca all'azione sia oltre al senso della giustizia anche l'attuale moglie. «Tita vuole i soldi e vuole il potere», ha detto al settimanale «Bunte», una «nobile che non vuole essere nominata» e che, di fatto, si è schierata dalla parte di Georg. Il quale dal canto suo ha finora preferito chiudersi nel silenzio, fedele alla sua immagine di uomo discreto a tal punto da venir soprannominato «il fantasma». Al figlio avuto dalla prima moglie Theresa Zur Lippe Heini guarda con occhi severi, almeno stando alle dichiarazioni che gli sono state attribuite dalla stampa tedesca: «Potrebbe darsi che Georg non sia mio figlio, non ha il mio carattere», ha detto aggiungendo: «Non ho mai ucciso nessuno ma lui sì, lo ucciderei». E Tita ha dato man forte al marito annunciando ad un giornale spagnolo: «Dimostrerò che Heini non è il padre biologico di Georg» con l'aiuto di esami del sangue. Eletta Miss Spagna nel 1961, giunta terza al concorso di «Miss World», Tita è una stella dell'alta società spagnola, soprattutto da quando, anni fa, convinse il marito a trasferire a Madrid la sua straordinaria collezione di quadri in cui i Corot si affiancano ai Duerer, ai Rembrandt, ai Goya.
Luoghi citati: Germania, Madrid, Principato Di Monaco
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