L'esercito non rallenta l'avanzata su Grozny di Anna Zafesova
L'esercito non rallenta l'avanzata su Grozny L'esercito non rallenta l'avanzata su Grozny Anna Zafesova / MOSCA Mentre a Istanbul i leader della comunità internazionale chiedono al Cremlino di formare la guerra nel Caucaso, i militari russi continuano imperterriti la loro offensiva. Il comandante dell'aviazione Anatolij Kornukov ieri mattina ha annunciato che le proteste dell'Occidenti! non avrebbero cambiato di una virgola i piani militari. Parole Sùbito confermate: i piloti russi hanno compiuto giovedì flO raid sul territòrio della Cecenia. Gli attacchi più intensi si sono avuti contro Grozny e il centro di Unis-Martan, 20 chilometri più a sud. Secondo le informazioni della presidenza cecena, le bombo e i missili terra-terra hanno fatto ieri 170 morii nelle due città. Altre 37 persone, secondo un bilancio provvisorio, sono state uccise nei raid aerei contro Vedono, Sorzhen-Jurt e Ghekhi, località a est e sud di Grozny. I militari continuano la loro avanzata. Ieri le truppe sono entrate a Achkhoj-Martan, cittadina {listante 30 chilometri a sud ovest dalla capitale cecena. La rosa è avvenuta senza combattimenti, come era stato una settimana fa per Gudermes: i militari avevano trattato la capitolazione con gli anziani della città, che hanno fallo entrare i russi pur di evitare nuovi bombardamenti. Il generale Vladimir Shamanov, idolo dei media russi si è presentato alla piazza centralo della città: «vedete qui un generale stanco della guerra, viviamo in pace», ha detto alla popolazione e alle telecamere. I russi infatti promettono un immediato ripristino della vita pacifica nei territori occupati e liberati dai guerriglieri: scuoio, ospedali, gas, luco, acqua, di cui la Cecenia è priva da due mesi. Il ministro per la protezione civile Serghej Shoigu - considerato il nuovo beniamino di zar Boris ha promesso ieri da Istanbul che entro il primo di febbraio tutte le condizioni per una vita normale in Cecenia verranno ristabilite e per quella data tutti i profughi dovranno tornare nelle loro case. Un piano che ha subito suscitato la ferma opposizione dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i profughi Sadako Ogata, che ieri ha visitato i campi profughi in Inguscezia. «Dobbiamo studiare so le condizioni permettono il ritorno dei profughi in Cecenia», ha detto sottolineando che comunque questo ritorno dove avvenire su basi esclusivamente volontarie. Nella piccola Inguscezia, al confine con la Cecenia, il ninnerò dei profughi - 201) mila - è già quasi pari a quello della popolazione locale. Ieri, mentre la signora Ogata percorreva i campi protetta da una nutrita schiera di guardie del corpo, i profughi si sono lamentati di non poter accedere all'alto commissario per raccontare le loro disgrazie. La signora Ogata ha subito disposto l'invio di aiuti: «Il governò russo fa; molto per i profughi ma dobbiamo fare abeora di più». Il presidente inguscio Huslan Aushev ha ringraziato: nelle sue riserve non rimane farina che per un altro giorno e mezzo. Dall'altra parte della frontiera, Grozny, invece è in corso da giorni una grande festa, con musica e raffiche di mitra in aria: il capo dei guerriglieri Sbandi Bassaev ha preso una nuova moglie. Considerato il più appetibile partito ceceno, ricco, giovane e valoroso, Bassaev finora si era mantenuto monogamo. Ma pare che i fondamentalisti suoi alleati lo abbiano spinto a seguire alla lettera il Corano e ampliare la sua famiglia. Il corpo in fiamme di un soldato russo sbalzato da un blindato per trasporto truppe colpito da una bomba a mano cecena
Persone citate: Anatolij Kornukov, Aushev, Bassaev, Ogata, Sadako Ogata, Shoigu, Vladimir Shamanov
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