Il Papa a marzo apostolo in Palestina

Il Papa a marzo apostolo in Palestina Comincia a prendere forma un'altra tappa del percorso «sulle orme di Abramo»: il pellegrinaggio in Iraq Il Papa a marzo apostolo in Palestina viaggio in una terra senza pace Marco Tosarti CITTA' DEL VATICANO Il Papa sarà in Terra Santa nell'ultima settimana di marzo del Duemila: ieri il Vaticano ha dato una conferma ufficiale di un viaggio molto desiderato da Papa Wojtyla, ma per il quale fino a questo momento esistevano solo inviti, ripetuti, e indiscrezioni, ma niente di più. E anche adesso c'è solo un annuncio di massima: date, luoghi, programma e durata della permanenza restano indefiniti. E' una trasferta estremamente delicata, sia per gli ovvii problemi di sicurezza e per il fluttuare continuo nei rapporti fra palestinesi e israeliani, sia per la crescente aggressività della presenza musulmana, che il problema della moschea di Nazaret ha evidenziato con clamore proprio in questi giorni. «Il viaggio apostolico del Santo Padre in Terra Santa dovrebbe avvenire nell'ultima decade di marzo, ma i giorni non sono stati ancora stabiliti», ha dichiarato mons. Crescenzio Sepe, segretario del Comitato vaticano per il Grande Giubileo. E non ha voluto aggiungere nessun dettaglio ulteriore: «Il programma deve essere definito, - ha aggiunto questo vale anche pei la possibile presenza del Papa a Nazaret, il 25 marzo prossimo, festività delll'Annunciazione». Il Vaticano è tutt'altro che contento di quanto sta accadendo a Nazaret, e appoggia la «serrata» delle chiese cristiane in Terra Santa - un gesto clamoroso - prevista per il 22 e il 23 di questo mese. Di fronte alla Basilica dell'Annunciazione, su un terreno destinato a ricevere i pellegrini cristiani, i fondamentalisti islamici vogliono costruire una moschea. Il governo ha optato per una linea di «mediazione» che ha lasciato con la bocca amara i cristiani (arabi in grandissima maggioranza) della cittadina, e del resto di Israele. Una moschea sarà costruita, ma solo dopo il 2000. Una disponibilità rara da parte del governo di Tel Aviv verso gli integralisti; e la Santa Sede non ha nascosto il suo disappunto. L'annuncio di ieri è stato comunque accolto con soddisfazione sia dagli israeliani, che dai palestinesi. Ehud Barak ha fatto dire: «Mi rallegro per la decisione del Papa al quale rivolgo un caldo benvenuto», mentre Ibrahim Qandalaf, responsabile dei rapporti con il Vaticano ha assicurato che «i palestinesi sono felici e lo accoglieranno con grande calore nei territori autonomi e a Gerusalemme». E a questo proposito il ministro per la Sicurezza Interna, Shlomo Ben Ami, ha annunciato che il governo «farà tutto quanto è in suo potere per garantire la sicurezza e la libertà di movimento dei pellegrini cristiani in tutti i Luoghi Santi». All'inizio di dicembre una commissione vaticana si recherà in Israele per studiare il programma della visita. Israele spera nell'aiuto del Papa per risolvere il problema dell'apertura di una porta di emergenza nella Basilica del Santo Sepolcro, e per cui non c'è un accordo fra le tre confessioni cristiane responsabili (ortodossi, cattolici e armeni). E il gran Muftì eh Gerusalemme, Ikram Sabri, oltre a chiedere l'aiuto del Papa «perchè la pace e la giustizia trionfino nella nostra terra» ha auspicato che Giovanni Paolo sventi la «serrata» delle chiese. Intanto comincia a prendere forma un'altra tappa del «viaggio sulle orme di Abramo» che Papa Wojtyla vuole compiere nel Duemila. E' attesa per sabato sera a Baghdad ima delegazione vaticana di cinque persone per studiare il pellegrinaggio a Ur. «Finalmente avviamo i preparativi di questo viaggio» ha detto all'agenzia Fides Raphael Bidawid, patriarca di Babilonia dei Caldei. Inizialmente prevista per dicembre, la visita potrebbe avvenire a fine gennaio. A questo proposito ieri l'agenzia ufficiale irachena «Ina» ha scritto che il Papa ha inviato un messaggio di «auguri» e di «amicizia» a Saddam Hussein in risposta ad un precedente messaggio che il leader iracheno gli aveva inviato. «Vi partecipo la mia amicizia e i miei migliori auguri, prego per voi e per il vostro popolo», avrebbe scritto Wojtyla nel suo messaggio, secondo quanto riporta l'agenzia irachena. Età e fatica non sembrano scoraggiare il Papa che aprirà personalmente la «porta santa» delle quattro basiliche romane; anche se non apparirà tutte le sere, come si era detto, per salutare i pellegrini in Piazza San Pietro. Ma le beatificazioni previste sono passate da tre a cinque. L'agenzia ufficiale irachena Ina «Wojtyla ha inviato un messaggio di auguri e amicizia a Saddam Hussein» Papa Wojtyla, seppure stanco e sempre più provato dalla malattia, non rinuncerà agli appuntamenti diplomaticamente difficili IL «PELLEGRINAGGIO GIUBILARE» DEL PAPA QUESTE LE PROBABILI TAPPE DEI VIAGGI CHE IL PAPA HA IN PROGRAMMA IN IRAQ E IN TERRA SANTA .e TURCHIA SIRIA ISRAELE LIBANO ; IRAQ Monte Sinai EGITTO GIORDANIA v. ARABIA ìMii LIBANO IL PAPA DOVREBBE RECARSI A UR DEI CALDEI, PAESE NATALE DI ABRAMO, NEL SUD DELL'IRAQ MARZO 2000 IL PONTEFICE DOVREBBE RECARSI A NAZARET, BETLEMME E FORSE GERUSALEMME Nazaret Gerusalemme j Betlemme f -9 O É o < z < D X o o ANSA-CENTIMETRI