Marley resuscitato dai suoi (ari di Marinella Venegoni
Marley resuscitato dai suoi (ari Esce «Chant Down Babylon», omaggio voluto dal figlio Stephen al profeta del reggae morto di cancro nell'81 Marley resuscitato dai suoi (ari Un disco di duetti con la tribù familiare Marinella Venegoni u N secolo sembra passato da (piando Nat King Cole resuscitò per cantare a fianco di sua figlia Nathalie, che si rifece cosi anche una dote. E' toccata poi a John Lennon e proprio oggi ritorna anche Bob Marley: esce «Chant Down Babylon», un omaccio al neo-resuscitato grazie alle pratiche tecniche di Stephen, uno dei suoi oltre dicci figli. Naturalmente, dietro l'operazione si schiera poi l'intera, affollati!, tribù familiare che, in testa la madre Cidelia e la moglie Rita, e in più l'esercito di eredi, di nuore, e nipoti, prova comunque a ricordare al mondo il messaggio spirituale del profeta del reggae, inortol'l 1 maggio del 1981 a soli tréntaséi anni. Eppure, «Chant Down Babylon» non è una delle tante mistificazioni funerarie che sollevano impudiche le lapidi e l'oblio; si ascolta corno un incantevole, ipnotico, ri- st.oratoro album di duetti tra la voce di Marley e alcuni personaggi assai rappresentativi delle comunità contemporanee dell'hip-hop, del soul, e dell'urban, come Krykah Badu, Rakim, la nuora di Bob Lauryn Hill, Busta Rhymes, Chuck D, e a sorpresa due vecchi marpioni come Steven Tyler e Joe Perry degli Aerosmith. Raccontando benissimo la malleabilità (e quindi la classicità) di alcune canzoni del rimpianto rastaman, il disco offre suoni di oggi, frutto di unti curatissima produzione; e consegna all'ascolto dei piti giovani che non l'avesse¬ ro mai conosciuto, l'immagine di un Marley profeta (anche) musicale dei nostri giorni. L'intorno di copertina poi, tra foto dei coprotagonisti, disegni di foglio di marijuana, e citazioni di salmi, accontenta con saggia ecletticità istanze che arrovellano certe classi giovanili: bisogno di controcultura, sprazzi radi di utopia, e tensioni verso una spiritualità fuori dai canoni ufficiali. Temi, questi, dei quali Marley fu anticipatore attraverso la religione rasta che permea tutta la sua musica, predicando ribellione, libertà, onestà e coerenza (concetti comunque generici con i quali non è difficile essere d'accordo). Cresciuti dagli insegnamenti di Marcus Gravey (ideologo dell'Airocentrismo e teorizzatore del ricongiungimento con Madre Africa di tutti i neri americani), i rasta vedevano in Hailé Selassié, sovrano d'Etiopia, il re nero cui affidarsi, mentre la marijuana veniva - e viene considerata erba di saggezza, che incoraggia la spiritualità. La Giamaica è la terra dove più si sono allargati i proseliti, ai quali è proibito l'uso di alcol, tabacco, il taglio dei capelli, e perfino le cure mediche (motivo por cui Marloy morì, rifiutando di curare il cancro che lo divorava, ed entrò nella leggenda). Al di là dell'alone mitico che lo circondava, Marley ha contato soprattutto per la sua musica, incandescente fusione di ritmo e spiritualità, di ribellione e di melodia: il rock si lasciò sedurre da lui senza troppe resistenze, Glapton incise con glande successo nel '74 «I Shot the Sheriff», più tardi i Clash si cimentarono in «Armageddon Time», e «No Woman No Cry» è diventato un inno pacifista internazionalmente conosciuto. In realtà, nessuno di questi brani così ingombranti appare nel disco di oggi. Ma la voce di Marley, i suoi inconfondibili ritmi dondolanti, l'atmosfera densa della sua presenza, s'intrecciano agevolmente sia con il soul-jazz di Erykah Badu in «No More trouble», con una pressante linea di basso, sia con l'incisivo rappare di Busta Rhymes &■ Flipmode Squad in «Rastaman Chant». L'alternanza con la tostissima nuora Lauryn Hill in «Turn Your Lights Down Low» crea, tra soul e hip-hop e reggae, un contrasto di sofisticata eleganza; e non mancano proclami come «la lotta continua» con la voce di un'altra rabbiosa rapper, Me Lyte, che apre «Jamming» a contrasto con le dolcezze marleyane, mentre «Kinky Reggae» si trasforma in una rivisitazione moderna del ritmo giamaicano con i Marley Brothers, e «Roots Rock reggae» dei due Aerosmith è la più aderente allo spirito originario. Il disco ha un valore che va anche al di là dell'operazione di resurrezione tecnologica, perchè segna anche il recupero dei rapporti tra la comunità giamaicana e i giovani esponenti della scena musicale yankee più radicale, i cui padri avevano a lungo snobbato il profeta. Il che comporterà, probabilmente, il fiorire artistico/ commerciale di ulteriori filoni musicali. Per continuare a nutrire tutte le numeróse famiglie dei numerosi figli del rasta. [marivene(r»tin.it] Cantano con Bob alcuni artisti tra i più rappresentativi della comunità hip-hop e soul da Lauryn Hill a Rakim A sorpresa anche le voci di due vecchi marpioni come Steven Tyler e Joe Perry degli Aerosmith Bob Marley: una resurrezione tecnologica per il re delreggae e del rasta, che scomparendo a soli trentasei anni ha lasciato dieci figli e una numerosissima famiglia
Luoghi citati: Etiopia
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