Moda, Milano sposa Parigi di Valeria Sacchi

Moda, Milano sposa Parigi Stilisti e aziende fanno il punto dopo le alleanze tra le grandi «maison» Moda, Milano sposa Parigi Per un mercato che vale80.000 miliardi Valeria Sacchi MILANO Un asse Milano-Parigi per la moda e l'utilizzo virtuoso delle delocalizzazioni. Le due proposte arrivano in contemporanea dal ministro per il Commercio Estero Piero Fassino e dal neo presidente della Camera della Moda, e imprenditore tessile, Mario Boselli al convengo sulle «Strategie del lusso - come vincere le sfide del nuovo millennio» organizzato da Carlo Pambianco e sponsorizzato dal Morgan Stanley. Due suggestioni che trovano conferma nella relazione di Pambianco da cui si vede che nel mercato modiale del lusso che vale 80 mila miliardi, di cui 48 mila nell'abbigliamento, l'Italia è primo fornitore con il 30% del mercato, seguito dalla Francia con il 25%. «Non è un caso che le acquisizioni nel settore moda riguardino soprattuo aziende italiane e francesi. Tutto questo indica una strada: in un mercato globale bisogna forse operare perchè questo processo di alleanze non sia solo tra aziende e tra gruppi ma anche tra sistemi dei due paesi» afferma, incontrando subito la simpatia della platea, il ministro Fassino e aggiunge: «I processi di integrazione fra gruppi italiani e francesi aprono prospettivo di grande interesse e mi pongo un problema, come valorizzare al massimo qusesta integrazione delineando alleanze strategiche tra i due sistemi». A sua volta Boselli insiste che «anche il segmento medio della moda va difeso» perchè «la moda è come un iceberg, quello che emerge è il lusso, ma lo si vede perchè, sotto, a sorreggerlo ci sono i sette ottavi del settore». Grande assente a questo incontro affollato il presidente della Cucci, Domenico De Sole. Assente giustificato poiché ha appena comperato la Saint Laurent. Nonostante abbia un gran daffare De Sole parla e risponde alle domande in vidèoconferenza. Cosa farà dei tre miliardi di euro che ha ancora da spendere? «Mi sto guardando intorno, me nè io nè Ford possiamo più starnutire senza che qualcuno lo interpreti come l'acquisto di una nuova azienda» dice, poi aggiunge: «L'importante non è comprare ma gestire e il nostro probleme è ora di assicurarci che Saint Laurent abbia lo stesso successo che ha avuto Gucci». Poi sul tema che è uno dei grandi leit-motive del convegno: se sia necessaria la corsa al grande gruppo, osserva: «E' una sciocchzza dire che tra dieci anni ci saranno solo quattro o cinque grandi aziende. C'è, e continuerà ad esserci spazio per i piccoli, perchè il bello di questo business è che è fatto di creatività e questo comporta che abbiano spazio anche le realtà piccole e medie». Dello stesso parere è il padrone di Itierre Tonino Penìa, che per la verità da due anni sta correndo parecchio, e ha già altre acquisizioni pronte in tasca nella fascia del «prodotto giovane a moderno». «A volte dice Penta - si ha l'impressione che il polo del lusso consista nell'essere piti attenti alle acquisizioni che allo sviluppo. Non dubbiano farci intimorire dai colossi. Il valore dell'azienda e della griffe sta nella sua capacità di crescere, dobbiamo fronteggiare l'avanzata doi francesi puntando soprattutto su quello che sappiamo fare, riorganizzando il nostro sistema, che è il nostro pat rimonio», Anche Maurizio Romiti, amministratore di Hdp, rifiuta l'etichetta di «investitore finanziario» e chiarisce: «Noi vogliamo costuire un gruppo industrialo o diventare leader di processi. Stiamo lavorando per rivitalizzare i marchi, per crescere negli accessori e nella pelletteria, por riorganizzare la distribuzione all'estero. Pensiano anche ad acquisizioni, se pure' con prudenza, visti i prezzi». E i rapporti con Armani? «Stiamo trattando nel rispetto reciproco, ma difendendo le competenze del Gft». Nella sala, oltre allo mega-acquisizioni e a Internet (va bene per gli accessori, ma potrebbe essere rischioso per l'abbigliamento), serpeggia un dubbio: i grandi poli uccideranno gli stilisti e la «creatività»? La risposta è no, a patto che si continui ad investire nelle figure importanti, oggi trascurato, corno i modellisti e i tecnici della creazione. Parola di Giovanni Butani. Fassino benedice Gucci-Saint Laurent Boselli e De Sole sono d'accordo «Non ci saranno solo megagruppi» Hdp tratta con Armani M Da sinistra Domenico De Sole e il ministro del Commercio estero Piero Fassino Sopra, Mano Boselli

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