Scalata ostile contro Mannesmann

Scalata ostile contro Mannesmann Il gigante telefonico inglese pronto al rilancio per avere la compagnia tedesca che ripete il suo no e appresta la difesa Scalata ostile contro Mannesmann Vodafone: se vinciamo vendiamo il20% dilnfostrada LONDRA Vodafone non molla la presa su Mannesmann e si annuncia pronta ad aumentare l'offerta. Chris Geni, amministratore delegato del gigante telefonico britannico, dice che «se questo non basterà, partirà l'Opa ostile». Ma nemmeno la compagnia telfonica tedesca attaccata cambia idea, anzi si mette in trincea perché «il potenziale di Utile di Mannesmann nel 2000 è circa doppio rispetto a quello di Vodafone». No su tutta la linea, dunque, e pronti a respingere l'assalto Nel preannunciare la possibile (probabile, a questo punto) offerta ostile, il numero uno di Vodafone Airtouch, Chris Gent, ha aggiunto ieri una cosa di rilievo per le telecomunicazioni italiane: se l'Opa andrà in porto, collocherà sul mercato una quota di circa il 20% di Infostrada, la compagnia di telefonia fissa controllata (al pari dei cellulari di Qmnitel) proprio da Mannesmann. Domenica il gigante della telefonia tedesco Mannesmann aveva respinto un'offerta di acquisto del valore di circa 200 mila miliardi di lire presentata da Vodafone, il maggiore operatore della telefonia mobile in Gran Bretagna che ha appena assorbito l'americana Airtouch e che ora punta ad estendersi in Europa. La visione di Chris Gent è semplice: «Vogliamo creare il leader europeo delle telecomunicazioni globali», ha detto. E per raggiungere questo obiettivo ha intrapreso una strategia aggressiva non esente da rischi. La prima battaglia è convincere i maggiori azionisti Vodafone a sostenerlo nel rilancio dell'offerta a Mannesmann. Secondo analisti della City, l'offerta per essere appetibile ai tedeschi non dovrebbe essere inferiore a 225 mila miliardi di lire. Subito dopo la conferenza stampa in cui ha illustrato a giornalisti ed analisti il suo progetto, Gent è partito per la Germania dove deve incontrare tre o quattro grossi azionisti Vodafone che hanno anche una sostanziosa partecipazione in Mannesmann. Poi avrà altri incontri a Milano e Parigi prima di ritornare domani a Londra per la decisiva riunione con gli azionisti. Altri membri del consiglio di amministrazione di Vodafone terranno simili incontri a New York e Boston. Se la fusione andrà in porto, Vodafone e Mannesmann insiene diventeranno il numero uno della telefonia mobile in cinque Paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Grecia, Belgio e Romania) e il numero due in sei, compresa l'Italia. Quindi nascerebbe il maggiore operatore del continente, con oltre 30 milioni di consumatori. Gent presenterà la nuova offerta al boss di Mannesmann Klaus Esser, in tempo per farla esaminare dal consiglio di sorveglianza di venerdì. Ma per ora Mannesmann non cambia idea. Le dichiarazioni di ieri mattina della società inglese, ha detto un portavoce del gruppo tedesco, «confermano quanto già detto da Mannesmann e cioè che le due società sono molto diverse nei loro orientamenti strategici. Mannesmann - ha argomentato il portavoce - è attiva nella telefonia mobile, nelle reti fisse, in Internet e in altri servizi di telcomunicazione in Europa, mentre Vodafone punta soltanto sul mobile in tutto il mondo». Mannesmann obietta inoltre che «secondo analisti indipendenti il potenziale di utile di Mannesmann nel 2000 è circa doppio di quello di Vodafone». [r. e.s.l LA «PREDA» IN CIFRE (MANNESMANN NEL 1998 - DATI IN MILIARDI DI EURO) FATTURATO DI CUI IN GERMANIA ALL'ESTERO INVESTIMENTI

Persone citate: Chris Geni, Chris Gent, Gent, Klaus Esser