L'Ocse scommette sull'Italia di Stefano Lepri

L'Ocse scommette sull'Italia L'Ocse scommette sull'Italia «In due anni500 mila nuovi posti di lavoro» Stefano Lepri ROMA Seppur con contratto a termine, o a tempo parziale, l'impiego si può trovare. Soprattutto nei servizi, e anche nell'edilizia. Nello stesso giorno, ieri, sono uscite le previsioni di due import ant.i osservatori economici, che scorgono in Italia tra quest'anno e il prossimo una buona crescita dei posti di lavoro. L'Isae, istituto pubblico ma piuttosto indipendente nei giudizi, pronostica 430.000 posti in piti tra 1999 e 2000, ovvero «il più ampio progresso dell'occupazione registrato negli ultimi 20 anni». L'Ocse va perfino oltre: le sue percentuali equivalgono a 500.000 posti nel biennio, dopo i circa 250.000del'98. I disoccupati non si ridurranno di altrettanto, spiega l'Qcse, perché le migliori prospettive di impiego accresceranno il numero delle! persone che di un impiego si mettono in cerca: il tasso di disoccupazione dall'I 1,9% del '98 dovrebbe calare all' 11,6% medio (ma l'ultimo dato disponibile era già l'I 1,1%) quest'anno e all' 11,2% nel 2000. Come mai questa svolta positiva? Secondo ITsae nel 2000 «la progressiva accelerazione dell'attività produttiva dovrebbe consolidare lo tendenza all'ampliamento della base occupazionale affermatasi nell'ultimo anno», tendenza che deve molto alla maggiore flessibilità del lavoro. L'Ocse consiglia di insistere nella du ezione della flessibilità. Entrambi gli istituti attribuiscono all'economia italiana per il 2000 un discreto tasso di crescita, per nulla entusiasmante in a ssoluto ma assai superiore a quelli dei tre anni precedenti: 2,2% secondo l'Isae, 2,4% secondo l'Ocse. Naturalmente ci sono dei rischi; e l'organizzazione di Parigi, che è una sorta di ufficio studi dei 29 più importanti paesi industriali del mondo, ammonisce che con i problemi di competitività che ha l'Italia all'interno dell'area euro, non basta mantenere nella media gli incrementi del nostro costo del lavoro: sarebbe meglio restare sotto la media. Come pure il continuo parlare che si fa di riforma delle pensioni, senza farla, potrebbe danneggiare «la fiducia dei consumatori»: questo problema, afferma l'Ocse, «deve essere risolto». I consumatori, per l'appunto, restano incerti. Tra gli industriali, il cui umore l'Isae tiene d'occhio con le sue periodiche rilevazioni, appare invece «un ritorno di ottimismo». L'Ocse concorda: «indicatori che guardano in avanti segnalano un rafforzamento sia degli investimenti fissi sia delle esportazioni». Questo dopo che, come si sa bene, negli ultimi anni la crescita economica è stata particolarmente deludente, e ciò nonostante «il differenziale di inflazione con la Germania è di un punto percentuale». Di critiche al governo l'Isae ne avanza quanto alla finanza pubblica: la manovra 2000 sarebbe un po' debole, quindi insufficiente a ridurre il deficit all'1,5% del prodotto come concordato con l'Europa; si andrebbe soltanto all'1,7%. Meno preoccupata è l'Ocse, che colloca il deficit 2000 all'1,6% e mette in rilievo l'ampiezza dello sforzo di risanamento compiuto dall'Italia negli anni scorsi. Tra i 29 paesi membri, solo la Svezia e la Grecia hanno compiuto «aggiustamenti strutturali» più ampi di quello italiano; in questa lista i due più importanti paesi euro, Francia e Germania, si classificano assai male. La parte «strutturale» del deficit italiano dovrebbe essere nel 2000 pari allo 0,3% del prodotto lordo, contro lo 0,6% in Germania e 1' 1,7% in Francia. Nel complesso, il rapporto economico semestrale dell'Ocse pubblicato ieri è assai più ottimistico di quello della scorsa promavera. La crescita in tutta l'Unione europea è prevista ora al 2,1% quest'anno e al 2,8% il prossimo, contro 1,9% e 2,4% nel rapporto precedente. «E nel Duemila il pil crescerà del 2,4% Quest'anno dell'1,1»