I detriti all'esame del computer di Anna Langone

I detriti all'esame del computer I detriti all'esame del computer «Tre ipotesi per i pilastri che hanno ceduto» Anna Langone corrispondente da FOGGIA I periti nominali dal Tribunale, i professori Vito Antonio ed Amedeo Vitone, hanno prelevato ieri alcuni campioni di cemento armato dai detriti del crollo di viale Giotto: il campione servirà a ricostruire al computer le situazioni di carico gravanti sugli ormai famosi 27 pilastri che sorreggevano i sei piani andati giù come un castello di carte. La valutazione del carico sarà poi corredata dai risultati delle indagini geologiche e geognostiche. E' solo un'ipotesi, lo sprofondamento dei plinti, cioè le basi dei pilastri: non c'è la conferma di alcun perito. Sul crollo sono tre le ipotesi del presidente dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Foggia, Leonardo Marano: «Alla base del disastro può esserci una progettazione della struttura non adeguata ai carichi, cioè con i pilastri o le travi troppo sottili». La seconda ipotesi è l'utilizzo di materiali scadenti: i costruttori si erano improvvisati, trasformandosi da un giorno all'altro da contadini in palazzinari. «Il palazzo - dice Marano - potrebbe aver ceduto perché l'impasto ha avuto una distribuzione dell'armatura insufficiente o collocata male». Terza ipotesi, i plinti: «L'errore - spiega Marano - potrebbe essere avvenuto nel non differenziare i plinti in funzione dei carichi». Altri dubbi il presidente degli ingegneri li avanza sulla messa in opera della struttura: «Se il conglomerato non è stato pistonato, se cioè durante la costruzione non si è evitato che nel cemento si formassero bolle d'aria, è probabile che nei muri siano nati fenomeni di ammaloramento». In altre parole: in quei punti in cui il cemento ha fatto aria si è formato il carbonato di calcio, una specie di effetto-biscotto che non offre la necessaria tenuta.

Persone citate: Amedeo Vitone, Leonardo Marano, Marano, Vito Antonio

Luoghi citati: Foggia