Turno unico, la Quercia va avelliti di Ugo Magri

Turno unico, la Quercia va avelliti UNA SQUADRA AL LAVORO PER RAFFORZARE IL MAGGIORITARIO SALVAND01 PARTITI NI Turno unico, la Quercia va avelliti E domani ufficializza la nuova proposta retroscena Ugo Magri ROMA MA quale idea estemporanea. Giovedì ve n'accorgerete...». A Botteghe Oscure viene liquidata con qualche fastidio l'immagine della svolta improvvisa, della bandiera ammainata, dell'addio senza rimpianti al doppio turno di collegio. Non piace, quest'immagine rilanciata dalla sinistra diessina, perché fa apparire la mossa annunciata lunedì da Veltroni come una decisione venuta dal nulla, il classico coniglio estratto dal prestigiatore. E invece, giurano i collaboratori del segretario, «sono mesi che prepariamo il terreno»: perlomeno dal giorno in cui - era il IH aprile 1999 - s'inabissò il referendum Segni-Di Pietro. Si prese atto, ai vertici del partito, che la riforma elettorale a doppio turno era una nobile battaglia senza speranze, almeno per l'immediato, Meglio darsi un obiettivo più umile e più realistico, capace di metter (l'accordo almeno la maggioranza. Il nuovo traguardo verrà indicato giovedì mattina, appunto. Davanti alla segreteria della Quercia, Walter Veltroni svolerà i termini concreti della proposta di riforma elettorale che i Ds intendono mettere nero su bianco. Il segretario sarà ancora oggi a Strasburgo, impegnato con il Parlamento europeo, ma intanto al lavoro c'è una squadra formata da Pietro Polena, Fabio Mussi e Antonio Soda, quest'ultimo in veste di «tecnico»: a loro il compito di pescare dal mazzo delle soluzioni possibili, tra le tante versioni di «turno unico» finora immaginate, quella capace di quadrare il cerchio. Si vuole rafforzar!! il maggioritario, senza uccidere i partiti minori. Superare il proporzionale, senza opprimere le identità... «Vedremo, valuteremo», sussurra Polena prima di eclissarsi. «Di sicuro non faremo baratti con Berlusconi sulla par condicio», garantisce deciso Mussi. E se la sinistra interna alza la voce (secondo Gloria Buffo «i cittadini rischiano di non capire la repentina conversione» monoturnista), al secondo piano del Bottegone incassano il plauso trasmesso per vie riservate dal Capo dello Stato che, com'è noto, gradirebbe una vasta intesa sulla legge elettorale. E il turno unico, sulla carta, offre più chances. C'è poi un'altra versione della svolta veltroniana, che non fa a pugni con quella ufficiale, però la legge alla luce delle ultime convulsioni politiche. Eccola: la rinuncia al doppio turno era, sì, matura da tempo. Ma l'annuncio è arrivato di corsa, senza preavviso (tranne che per D'Alema), senza uno studio preliminare volto a capire chi ci guadagna e chi perde, senza neppure un sondaggio su Fausto Bertinotti che, in caso di turno unico, ' tornerebbe ad essere partner obbligato. Il motivo della fretta? «Tendere una mano ai socialisti», racconta un membro della segreteria Ds. Placarne le ansie. Sottrarli all'abbraccio di Cossiga. Riportarli nella maggioranza che dei loro otto voti ha una fame disperata. Subilo, perché il tempo stringe. Boselli ringrazia, e in privato dà alto a Veltroni di metterci buona volontà. L'operazione-diplomazia avrebbe avuto più effetto, se nelle stesse ore Ottaviano Del Turco non avesse raccontato ai suoi compagni socialisti di un burrascoso colloquio avuto ieri mattina con D'Alema. Il succo del discorso sarebbe stato il seguente: mollate il Trifoglio (parole del premier), o sarà peggio per voi. Di sicuro, avrebbe aggiunto il presidente del Consiglio, la sorte del governo non potrà di¬ pendere dagli umori di un uomo imprevedibile come Cossiga. Dunque, regolatevi... La minaccia, o presunta tale, ha subito riacceso gli animi che Veltroni cercava di distendere. Del resto, che a Palazzo Chigi l'atmosfera sia elettrica, se n'è personalmen¬ te reso conto lo stesso segretario Ds. Nella Velina Rossa, che di solito raccoglie i punti di vista dalemiani, è comparso ieri un rimbrotto diretto inequivocabilmente a Botleghe Oscure: dica Veltroni, è il messaggio di Velina Rossa, che l'unico candidato per palazzo Chigi è D'Alema. Basta con le voci di candidati alternativi, e basta con questa «sonnolenza dei Ds». Tattica o strategica che sia, la svolta di Veltroni per il turno unico ha riscosso buone accoglienze nella maggioranza. L'Asinelio approva, e la cosa non era scontata visto che, come ricorda il numero due Arturo Parisi, la preferenza dei Democratici andava al doppio turno di collegio. E Pierluigi Castagnetti, segretario del Ppi, fa un passo oltre: propone di estendere anche alla Camera, senza modifiche, il sistema che vige a Palazzo Madama. Ma una doccia fredda arriva da Nicola Mancino, presidente del Senato: «In questo momento, non c'è il clima politico necessario per le riforme». Il leader del Polo Silvio Berlusconi con l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga

Luoghi citati: Roma, Strasburgo