Riforme, il Polo boccia la svolta di Veltroni di Fabio Martini

Riforme, il Polo boccia la svolta di Veltroni A Strasburgo l'ex Capo dello Stato a cena con il Cavaliere. E stamattina colazione col leader Ds Riforme, il Polo boccia la svolta di Veltroni Berlusconi guarda a Cossiga: ora siamo d'accordo Fabio Martini inviato a STRASBURGO Silvio Berlusconi è di humor nero. I la un brutto raffreddore, è costretto a portare il gnlfino sotto la giacca, ogni tanto il pensiero va all'Ultima iniziativa della magistratura e cosi, sul 04 che lo porta da Linate a Strasburgo, dice ai suoi: «Oggi non parlo...». Gualche ora pili tardi, alle cinque della sera, il Cavaliere cambia idea. E spegne in culla la nuova creatura del centrosinistra, la legge elettorale a turno unico partorita dalla mezza svolta di Botteghe Oscure: «Non c'è niente di serio e non ci sono interlocutori seri. Con queste persone non si può aprire un discorso: un giorno sono sul pero un altro sul porno...». Un'ora prima, sempre nei corridoi dell'Europarlamento, anche Gianfranco Fini aveva cannoneggiato sull'apertura di Veltroni: «Mi sembra che tutte le proposte di cui si sta discutendo in (mesti giorni siano pasticciate. Meglio celebrare il referendum...». Morale della storia: davanti ad una maggioranza così sfrangiata, il Polo preferisce restare compatto nel dire no all'ultima offerta del centro-sinistra, anche se Fini ha in mente una tattica e il Cavaliere un'altra. Semmai la vera sorpresa, in (mesto clima di grande tatticismo, è l'apertura (li credilo che Berlusconi torna a fare nei confronti di un personaggio di cui diffida come Cossiga: «In questo momento dice il Cavalieri; - <: utile la sua posizione critica nei confronti della maggioranza. Una posizione che non possiamo non condividere...». Era molto tempo che Berlusconi, diventato diflidentissimo verso Cossiga, non usava parole così incoraggianti e lo ha fatto alla vigilia di una cena (in programma alle nove di ieri sera) alla quale erano invitati, oltre agli ex duellanti, anche tutti i segretari dei partiti aderenti al gruppo parlamentare del Ppe: Castagnetti per il Ppi, Dini per Rinnovamento, Mastella per l'Udeur, Buttiglione per il Cdu, Casini per il Ccd. Castagnetti, Dini e Mastella hanno disertato la cena e così i protagonisti sono rimasti loro due, Berlusconi e Cossiga. Si sapeva che i due hanno ripreso a parlarsi da qualche settimana e anche ieri sera a cena si sono scambiati segnali di pace. Eppure, al di là delle mezze aperture di Berlusconi, anche ieri il gran protagonista è stato il Picconatore. Un Cossiga che in questi giorni è su di giri, galvanizzato dalla ritrovata centralità, intrigatissimo dall'idea di poter mischiare carte, fustigare e poi «perdonare», allettare al tempo stesso Veltroni e Berlusconi. Da questo punto di vista le ultime 48 ore sono state esemplari: ieri sera Cossiga è andato a cena con il capo dell'opposizione e questa mattina farà colazione, a caffè e croissant, con il segretario del principale partito di governo, Walter Veltroni. Ieri pomeriggio, Cossiga è arrivato a Strasburgo da Alghero con una cassa di vini da dessert, si è insediato nella residenza dell'ambasciatore e da lì ha iniziato le sue esternazioni. Dopo aver «sfottuto» peranni Walter Veltroni, ieri Cossiga ha deciso che era arrivato il momento di cambiar musica: «Non si può fare politica non avendo un canale sincero e aperto con Veltroni: al di là delle battute che ho fatto su di lui, è un ragazzo intelligente e di fantasia». Risultato della sviolinata: questa mattina alle 9 del mattino Cossiga incontra Veltroni nella residenza dell'ambasciata italiana, alla presenza di Enrico Boselli. Ieri sera invece Cossiga era stato a cena con Berlusconi. L'invito era partito da Alejandro Agag, giovanissimo segretario generale del Ppe e uomo di fiducia del premier spagnolo Aznar. I veri «padroni» del Ppe, il leader della Cdu Wolfgang Schauble e lo stesso Aznar, vorrebbero risanare il più presto possibile l'anomalia italiana, con quei sette partiti divisissimi tra loro. Nella cena di ieri Agag voleva capire se era confermato il no del Ppi all'ingresso di Forza Italia nel Ppe e profilare una iniziativa non del tutto marginale: «I leader del Ppe - ha annunciato Berlusconi - sono intenzionati ad incontrare personalmente i respon¬ sabili dei partiti italiani per verificare se sia possibile trovare una composizione». E prima che gli italiani andassero a cena con Agag, Fini ha infilato due battute che hanno fatto sorridere qualcuno: «D'Alema? Pur di restare è disposto a gridare "Forza Lazio" con la sciarpa giallorossa addosso. Scognamiglio? E' abbarbicato alla sua poltrona come gli abusivi de La Storta...».

Luoghi citati: Alghero, Strasburgo