C' è la serrata, l' Italia si arrangia di Maria Laura Rodotà

C' è la serrata, l' Italia si arrangia NEL SEGNO Di PLAiANO-tASITUAZiONE E' GRAVE MA NpN E' S£RIA. C' è la serrata, l' Italia si arrangia Quasi tutti i serbatoi erano già stati riempiti reportage Maria Laura Rodotà ROMA CHISSÀ perché, l'Italia cambia. Per decenni, citando Ennio Flaiano, si è ripetuta a ogni crisi e crisetta la frase: «La situazione è grave ma non è seria». Beh, alla vigilia del Grande Sciopero dei Benzinai, la situazione è seria ma non è grave. Tutti hanno fatto rifornimento, con congruo anticipo, chi sopportando lunghe file, chi no. Senza drammatizzare, da nessuna delle due parti. Certo, «E"no strazio. Vonno tutti fa' er pieno», sintetizza un brizzolato addetto ai lavori di largo Benedetto Marcello, zona Pinciana, Roma. «E non vi lamentate, in due giorni vi siete fatti la settimana e poi state in vacanza», obietta un ragazzo in motorino, e schizza via. «Vonno tutti fa' er pieno», si, ed è ovvio. Ieri e oggi milioni di automobilisti si sono messi in coda per la benzina. E lo sciopero confermato ha garantito un lunedì mattina entusiasmante soprattutto per i romani. Il combinato disposto di nubifragio, soliti cantieri del Giubileo e code alle stazioni di servizio ha bloccato la città per ore. Sulla Tiburtina, c'è chi ha aspettato il pieno dalle nove a mezzogiorno; ma i benzinai raccontano sollevati di non aver subito insulti o attacchi fisici: «La gente sentiva la radio, chiamava col cellulare, chiacchierava. Poteva andare peggio». Sull'Aurelia è andata molto peggio: un'ora in media per arrivare dal Vaticano al Raccordo Anulare, molti benzinai impegnati cjn urla e gesti a cacciare qualunque auto dall'aria nuova: la benzina verde era finita quasi ovunque, per trovarla bisognava uscire dalla città. Situazione simile anche al nord, a Torino, a Milano dove le code di macchine in entrata nelle aree di servizio bloccavano le circonvallazioni. Da Como e Varese molti automobilisti hanno deciso di andare direttamente in Svizzera. Lì non ci sarà sciopero, logico; ma per sicurezza, in tanti hanno già fatto il pieno. Il giorno dopo, martedì, l'allarme-benzina dava un nuovo, forse scontato ma finora inedito, spaccato sociale dell'Italia in macchina: più si usciva dalle città, meno si trovavano code. Nelle periferie e negli hinterland, dove l'auto è un irrinunciabile strumento di tortura pendolaristica, la maggioranza si era preoccupata del pieno fin dall'alba di lunedì. Nei centri città, dove i residenti privilegiati usano motorini, bici, piedi e taxi in nota spese, sono tantissimi quelli che hanno aspettato signorilmente le ultime ore per far benzina. Alcuni l'hanno presa come un'amena calamità: «Stamattina al benzinaio di via Visconti di Modrone sembrava di stare a un cocktail», racconta una editor milanese. «Si incontravano vecchi amici, si scambiavano nuovi numeri di cellulare. Anche i benzinai hanno capito di gestire l'impianto più chic della città». Non sempre è un vantaggio. Nelle stesse ore, in coda a una pompa tra i Parioli e il Salario a Roma, un distinto signore barbuto in impermeabile Burberry's e Subaru Forrester ha arringato i benzinai sui benefici dell'economia liberista. Tirando in ballo i benefici della liberalizzazione, i guai del corporativismo, e anche il prossimo summit deli'Organizzazione mondiale del commercio a Seattle. Ma, succede nella capitale statalista, gli altri in fila si sono seccati perchè secondo loro rallentava il flusso. Non se la son presa con la Subaru, per fortuna. Mentre meno fortuna ha avuto la padrona di un'altra auto di lusso, una Bmw in coda a Roncoferraro nel mantovano. Tre banditi che uscivano da un'agenzia della Cariparma appena rapinata non sono riusciti a mettere in moto la loro Lancia Thema, sono corsi al benzinaio di fronte e hanno tirato fuori la signora dalla Bmw. Che è stata ritrovata poco più in là; forse senza benzina. La benzina, comunque, fino alle 19 di ieri c'era quasi ovunque. Dopo gli esaurimenti delle scorte di lunedì, sono arrivati i rifornimenti di verde e di gasolio per tutti. Tanto che «qua è un mortorio», si lamentavano i benzinai dell'area di servizio Salaria, all'imbocco di Roma Nord dell'Ai. «Ieri c'era l'ira di Dio, oggi ci giriamo i pollici». Stessa storia all'autogrill Feronia. Peggio ancora a Mascherone Est, sulla bretella di Fiano, dove sembrava di stare nel Wyoming: cielo alto, paesaggio nitido da fine pioggia, benzinai che guardavano nel nulla: «Anche i camionisti devono essere già passati tutti». Man mano che si rientrava in città, le file aumentavano. Ma martedì pomeriggio erano al massimo di dieci-dodici macchine per impianto. Ogni macchina con un guidatore annoiato, ma tranquillo: tutti giurano che il pieno basterà fino a sabato. Non tutti, però, hanno capito che i giorni di sciopero annunciati sono 16 in tutto, e questo è solo il primo scaglione. «Casomai facciamo conto che sia un altro guaio del Giubileo», concilia un Gianluca in coda su una Micra a piazza Verbano. «Così è la volta che andiamo in Paradiso tutti». Anche nel resto d'Italia, se continua così, rapinatori esclusi. Ultime code per fare il «pieno» nei distributori ancora apert

Persone citate: Aurelia, Ennio Flaiano, Forrester, Mascherone Est