Mannesmqnn dice «no» a Vociatone di Ugo Bertone
Mannesmqnn dice «no» a Vociatone Il colosso tedesco che controlla Infostrada e Omnitel: proposta poco attraente Mannesmqnn dice «no» a Vociatone Respinta l'offerta da oltre200 mila miliardi Ugo Bertone MILANO La battaglia dei giganti, finalmente, è cominciata. Ieri mattina Klaus Esser, presidente della Mannesmann, la società tedesca che, tra l'altro, controlla Infostrada e Omnitel, ha respinto al mittente l'offerta di Vodafone, giudicata «assai poco attraente» nonostante che Londra abbia valutato la società tedesca, con una proposta articolata sullo scambio con i suoi titoli (43,7 azioni Vodafone per una Mannesmann), oltre 107 miliardi di dollari, quasi 200 mila miliardi di lire, ovvero la seconda offerta della storia finanziaria mondiale, superata solo dalle nozze in Usa tra Mei e Worldcom. Il no secco, per la verità. Esser l'ha pronunciato davanti a un furibondo Chris Gent, numero uno di Vodafone presentatosi di persona a Duesseldorf per presentare la sue offerta a dodici zeri. Solo stamane si avrà la risposta ufficiale da Londra, dopo la riunione del «board» di Vodafone. Ma le Borse (anche Piazza Affari che ha accolto da qualche mese la prestigiosa matricola tedesca) hanno già anticipato il loro verdetto facendo schizzare del 12% il titolo Mannesmann attorno ai 200 euro. Un bel salto ma, a detta del «Financial Times», Vodafone Airtouch (per ironia della sorte socio di Mannesmann in Omnitel) sarebbe pronto a rilanciare fino a 240 euro per assumere il controllo dei telefonini tedeschi. Per ora, un portavoce si è limitato a ribadire che il colosso britannico, aveva concepito «una fusione tra pari, capace di valorizzare i punti di forza delle due società». Ma nessuno ha dubbi sulla decisione della società inglese: Chris Gent, «Ceo» di Vodafone AirTouch, non esiterà a scatenare la guerra per impadronirsi dell'impero di Mannesmann, leader dei telefonini in Austria e in Germania, numero due (di poco) in Italia e in Francia (dove controlla il 26% di Cegetel assieme a Bt e al colosso Vivendi), prossimo numero due anche in Gran Bretagna se andrà a buon fine l'opa sulla Orange. La società di Duesseldorf, insomma, è oggi il più equilibrato e potente gruppo della telefonia mobile in Europa. Vodafone, in caso di successo, diventerebbe invece il numero uno al mondo, abbinando alle attività sul Vecchio Continente quelle in America. Un risultato eccezionale, che po¬ trebbe garantire al gruppo inglese, sfidante da sempre del colosso British Telecom, un vantaggio competitivo quasi incolmabile. «Ormai - spiega un analista americano, Jeff Kagan - ci stiamo rendendo conto che la telefonia del futuro, compreso l'accesso ad Internet, passerà attraverso la telefonia senza filo». Chi, perciò, darà in grado di controllare un network inter¬ nazionale di telefonia mobile di quelle dimensioni e così ramificato potrà godere di una posizione di assoluto privilegio. 'Jon stupisco perciò la prospet .iva che la «guerra» tra Vodafone e Mannesmann possa prendere presto l'aspetto di un conflitto generale, a cui parteciperanno tutti i grandi, sullo due spondo dell'Oceano. Mannesmann ha smentito di voler fare ricorso a «cavalieri bianchi». La difesa sarà affidata allo statuto (che impedisce ad uno scalatore di utilizzare in sede di assemblea più del 5% dei diritti di voto) e al sostegno di piccoli azionisti e fondi di investimento. Ma al fianco di Mannesmann potrebbe scendere in campo Vivendi, socio di controllo di Cegetel (a sua volta nel mirino di Bt) oppure l'americana Bell. Da oltre oceano potrebbero scendere in campo anche Sbs o Mei-WorldCom. Telecom, impegnata nei problemi di concambio tra Tecnost e Tim, non potrà che stare a guardare. Il gestore britannico era pronto a pagare 43,7 azioni contro una Il titolo vola a Francoforte e tocca il nuovo record oltre i 200 euro Oggi la replica dei londinesi aprirà la guerra dei telefonini In palio la leadership mondiale e il mercato Germania- Austria mannesmann Uno stabilimento della Mannesn mannesmann
Persone citate: Chris Gent, Jeff Kagan, Klaus Esser, Mei
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