Cucci conquista Saint Laurent di Valeria Sacchi
Cucci conquista Saint Laurent L'acquisizione conclusa da Domenico De Sole insieme con Pinault Cucci conquista Saint Laurent Un affare da quasi duemila miliardi Valeria Sacchi MILANO «Una pietra miliare per diventare un gruppo leader mondiale nel settore dei beni di lusso». Così definisco il gran capo di Cucci, Domenico de Sole, l'accordo con il suo grande azionista Francois Pinault per acquisire Sanofi Beauté, che significa Yves Saint Laurent con marchio, moda, cosmesi e profumi, eccezionale fatta per la linea di alta moda. Saint Laurent Haute Couture resta infatti in Artemis per permettere a Saint Laurent di continuare a svolgere il suo «ruolo creativo» di stilista in modo indipendente, affiancato da Pierre Bergè. Tuttavia, sia Saint Laurent che Bergé continueranno ad essere consulenti del marchio per la moda e per i profumi. Con questa operazione del valore di 1.800-1900 miliardi di lire, Gucci porta a casa un fatturato di 1.300 miliardi di lire a dati '98 (nel quale la parte del leone è rappresentata dalla divisione profumi) e un utile lordo di 137 miliardi. «Intendiamo lavorare insieme al management di Ysl, trasformando il business attuale basato sulle licenze e sulla distribuzione plurimarca in uno integrato e fondato sulla distribuzione diretta» aggiunge De Sole, che approfitta dell'annuncio per sottolineare ancora una volta «i grandi vantaggi dell'alleanza strategica tra Gucci e Pinault-PrintempsRedoute». «Yves Saint Laurent è un grande marchio, forse il più grande, e questa acquisizione ci darà l'opportunità di massimizzare il suo potenzialo» commenta a sua volta il direttore creativo di Gucci, Tom Ford, che secon¬ do le anticipazioni di «Wwd» dovrebbe passare a disegnare la linea Ysl, mentre in Gucci potrebbe arrivare Stella McCartney, figlia di Paul, attuale stilista di Cioè. Inutile dire che si dico «soddisfatto» dell'affare anche Francois Pinault sia corno «azionista di controllo di Ppr», sia perchè la transazione costituisce un «importante passo avanti nel progetto di Gucci di costruire un gruppo di beni di lusso di dimensioni globali». Non è del resto un caso che proprio Pinault avesse rilevato per sei miliardi di franchi Sanofi Beauté il 19 marso scorso, lo stesso giorno in cui lui stesso e De Sole annunciavano l'intesa che, con un investimen- to di 3.300 miliardi da parte di Pinault, avrebbe portato il 40% di Gucci nello mani di Printemps, sventando il tentativo di scalata del padrone di Vuitlon, Bernard Arnault, non gradito nè a De Sole nè a Ford. Come delineato da De Sole, Gucci intende intervenire nei gruppo appena acquistato sia sotto il profilo produttivo che sotto quello distributivo. Sono previsti importanti investimenti in comunicazione e altri nel potenziamento dei punti vendita. L'obiettivo è di realizzare entro il 2002 una parte significativa delle vendite di Saint Laurent attraverso negozi gestiti direttamente. Inoltre Gucci si avvarrà della sua expertise per sviluppare il business degli accessori in pelle di Ysl, nonché di altri prodotti come scarpe e abbigliamento che, attualmente, sono sotto licenza. Lo stesso dicasi per la divisione dei profumi di lusso (che vanta fragranze come Opium e Paris) e che da sola, con un fatturato '98 di 3,5 miliardi di franchi, rappresenta oltre il 75% del giro d'affari di Sanofi. Un fatto che avvalora la grande «potenzialità di crescita» dei settori meno sviluppati, che sono proprio quelli nei quali, per tradizioni, il gruppo Gucci è fortissimo. Annunciando la conclusione di un gruppo da molto tempo corteggiato, De Sole ha anche anticipato qualche cifra sui risultati del terzo trimestre della Gucci che, a fine ottobre, aveva visto i ricavi totali superare i «302 milioni di dollari, il livello più alto di ricavi trimestrali nella storia della società - rispetto ai 253 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente». Modelle in passerella con gli abiti di Cuce
Luoghi citati: Milano, Saint Laurent
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