« Non resteranno ombre »

« Non resteranno ombre » « Non resteranno ombre » Parla il responsabile dell'inchiesta Vincenzo Tassandoli invialo a PRISTINA La prima verità, e c'è da augurarsi anche l'ultima, forse già domani, affidata alle parole di un po' fredde e impersonali del rapporto preliminare della commissione d'inchiesta guidata da Alain Hrouillard, Dunque, da Parigi racconteranno che cosa ha provocato, sul mezzogiorno di venerdì passato, lo schianto dell'Air 42 del Programma alimentare mondiale (Pam) sul monte Picelj, nel cuore aspro del Kosovo. E' l'indagine guida, ernesta, anche se la Procura di Roma e le Nazioni Unite ne hanno aperte altre. Lo è di diritto, perché l'aereo era francese e perché, ha aggiunto ieri Mike Good, air commander della Kfor, «avrebbe; dovuto esser la Jugoslavia a occuparsene, dato che lo spazio aereo è suo, ma considerata la situazione, ha dovuto passare la mano al Paese dove l'aereo era registrato. Dunque la Francia». Un bel tipo, mister Good. Pettinatura accurata su un viso da duro, indossa la tuta mimetica come una giacca di tweed, conversatore gradevole usa un lessico lontano mille miglia da qualsiasi spigolosità da caserma. Scherza sul suo grado: «Sono brigadiere generale, ma guai se mi chiamano cosi». Perché? «Perché sono un commodoro dell'aria». E con ironia sorride di certo anche di se stesso. Ma è lui, forse, l'uomo chiave di tutto questo dramma. Che cosa è successo, all'Air, commodoro? «Beh!, le cause, la colpa possono essere un errore nella strumentazione, un errore umano, o un errore nella procedura. Qppure: la somma delle tre cose, che poi è quello che è accaduto molto spesso in casi del genere». E' lui che comanda tutte le operazioni di volo ma, a ciascuno il suo, chiarisce subito, quando gli chie¬ dono perché il bimotore fosse in mezzo a quei monti. Chi lo ha mandato lassù? «Il responsabile della torre di controllo non sono io. E proprio in questo momento sono in corso gli interrogatori. Certo, è una cosa che ci ha addolorato, questa, e proprio per questo l'inchiesta deve essere fatta in profondità, in modo che certe tragedia si possano evitare». Qggi viene ascoltato il contenuto delle scatole nero, a Parigi. Anche gli inglesi hanno un centro celebre per la decodificazione. Seccato, commodoro, che sia stato spedito tutto a Parigi? «Per niente. Il centro francese è molto valido. Anche il nostro, naturalmente». L'impressione che circola è che l'indagine non sarebbe particolarmente complessa: «Due settimane dopo il primo rapporto, avremo quello definitivo», garantisce Markus Bowers americano, capo delle operazioni aeree dell'Unmik, il governo internazionale in divisa che, per ora, guida il Kosovo e uno dei sei componenti la commissione Brouillard. Dunque, nella sostanza è un'inchiesta facile? «Non si può dire, però, insomma...». E anche l'Atr 42, fabriqué in France, malgrado il crash, viene considerato un aereo affidabile. «Siamo soddisfatti delle sue carat¬ teristiche, ha sempre garantito condizioni di sicurezza: non lo cambieremo», annuncia Maryan Baquerrot, direttore dello staff Unmik, ed è casuale, naturalmente, che anche lui sia francese. li' una giornata grigia, questa. Pristina ha un'aria lugubre, al breafinkg della Kfor raccontano clic di prima mattina qualcuno ha sparato contro un bar chiuso e non contento ha pure scagliato una bomba che, però, ha fatto cilecca. E' difficile credere al gesto di un folle, piuttosto sembra il segno del fuoco che cova sotto una cenere che basta un niente a sollevare.

Persone citate: Alain Hrouillard, Brouillard, Markus Bowers, Maryan Baquerrot, Mike Good

Luoghi citati: Francia, Jugoslavia, Kosovo, Parigi