Il Papa ammonisce i vescovi «Prudenti con le interviste»

Il Papa ammonisce i vescovi «Prudenti con le interviste» DISCORSO DI WOJTYLA Al PRELATI TEDESCHI A DUE GIORNI DALLE DICHIARAZIONI DEL CARD. MARTINI Il Papa ammonisce i vescovi «Prudenti con le interviste» Sandro Berrettoni CITTA ili I VATICANO Giovanni l'aolo 11 richiama ali indine i vescovi che rilascimi) t ruppe intervisto e talvolta coni mettono delle «gal'fes». «Occorre valutare attentamente di volta in volta se sia il caso di mettersi davanti alle telecamere e ai microfoni», ha raccomandato ieri mattina Karol Wojtyla ai vescovi tedeschi ricevuti in «visita ad limimi». Un discorso puntuali? - a poche ore dalla intervista del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, sulla necessità di rivedere il primato del successore di Pietro - col (piale il Pontefice ha inteso dettare una specie di decalogo sul rapporto Ira Chiesa e mass media. «Utilizzati bene ha tuttavia puntualizzato il Papa - possono diventare por i pastori una specie di pulpito». «L'esperienza quotidiana insegna che la Chiesa o un argomento attraente per molti giornalisti», ha rilevato il Pontefice sottolineando che si tratta di «un dato da non sottovalutare», 'i che può avere conseguenze positive o negative. «Converrà hti l'accomandato Wojtyla non rifiutarsi por principio ad ogni loro approccio, ma mostrarsi sempre pronti a rispondere. Tuttavia questo non esclude il doveredi una ragionevole riservatezza, imposta sia dalle esigenze del reciproco rispetto che dalla necessità di una riflessione pacala sul problema da esaminare». Parlando ai vescovi tedeschi, Giovanni Paolo II lui svolto una riflessione di ampio respiro sul ruolo della Chiesa «in una società sempre più laicista», in una Germani,! che con la ramificazione è diventata «semplicemente meno cristiana». Il quadro che viene disegnalo prende tinte fosche nelle parole del Papa, secondo il quale oggi l'uomo non solo è raggiunto dall'informazione ma «ò da essa come soffocato» e perde la capacità di selezionare e valutare le notizie. Pertanto «è necessario educare ad una maturità critica». Tuttavia il Papa non si ferina qui. Coglie aspetti positivi nel mondo dell'informazione, a partire dal linguaggio che usa: non più la classica dizione ecclesiale di «mezzi di comunicazione sociale», ma il moderno e diretto «mass media». L'aspetto di maggiore novità sta nell'esortazione ai vescovi a non chiudersi e a utilizzare anche loro questi strumenti, i (piali «possono diventare per i pastori una specie di pulpito». Affinché sia così, occorre «scegliere attentamente» gli «uomini e le donne incaricali di far echeggiare la voce della Chiesa». E ancora più in concreto: «Sia vostra cura di sostenere i giovani che desiderano servire la verità nel mondo del giornalismo!». Wojtyla aggiunge che la Chiesa «e un argomento attraente per molti giornalisti» e dunque e opportuno «non sottovalutare questo dato». Il suggerimento, allora, consiste nel «non rifiutarsi per principio», cioè non tirarsi indietro di fronte alle richieste di interviste o dichiarazioni e pur mantenendo «il dovere di una ragionevole riservatezza» si deve «valutare attentamente di volta in volta se sia il caso di mettersi davanti alle telecamere e ai microfoni». In realtà, perù, il discorso di Giovanni Paolo II manda un messaggio trasversale ai vescovi tedeschi, oggi spaccati sul tema della presenza nei consul¬ tori statali. Il Vaticano preme per l'uscita dal sistema, per una complessa vicenda legata ai certificati che danno il diritto ad abortire e non ritenuti consoni alla missione della Chiesa. Molti vescovi hanno manifestato scontentezza per il «diktat» della Santa Sede in questi mesi e per la mancanza di una consultazione allargata. Altri ancora hanno preso pubblicamente posizione contro i vescovi favorevoli ad una permanenza nel sistema e dunque non in linea con la Santa Sede. Del gruppo di vescovi, ricevuti tra giovedì e sabato, alcuni non hanno avuto remore ad esprimere tutta la loro perplessità al Vaticano, che si è trovato di fronte un problema difficile da dirimere. Del dibattito assai aspro, di cui lo stesso Giovanni Paolo II ha avuto forti eco, non si trova traccia nel discorso, tranne un breve accenno in cui si parla del «servizio importante che i consultori svolgono» in vari campi tra cui «in quello a favore delle donne incinte che vivono in una situazione di conflitto». Il cardinale Carlo Maria Martini con Papa Giovanni Paolo II

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