la Cina apre la porta al libero merlato

la Cina apre la porta al libero merlato Washington dice sì dopo tredici anni all'adesione di Pechino all'Organizzazione mondiale per il commercio la Cina apre la porta al libero merlato Intesa con gli americani alla vigilia del Millennium Round ROMA Champagne! Brindano il ministro degli Esteri cinese Shi Guangsheng e la rappresentante americana per il commercio Charlene Barshefsky. Dopo cinque giorni di logoranti discussioni, hanno appena concluso a Pechino un accordo storico: gli Stati Uniti hanno detto sì all'adesione della Cina all'Omc, l'Organizzazione mondiale del commercio che lavora per l'apertura dei mercati e il coinvolgimento negli scambi anche dei paesi meno progrediti. I due paesi hanno concordato una serie di misure per favorire gli scambi e gli investimenti, per tagliare dazi e quote, insomma per aprire i mercati. L'intesa avviene alla vigilia della conferenza di Seattle del Omc che comincerà il 30 novembre e darà il via al Millennium round, il negoziato sulla liberalizzazione dei commerci. E' un accordo al quale teneva in modo speciale il presidente americano Bill Clinton. Tanto che Clinton, in visita in Turchia, lo ha subito commentato con entusiasmo rivelando di non aver dormito la notte pur di seguire l'evolversi delle trattative condotte dalla sua ambasciatrice.La Barshefsky è stata tenuta ferma a Pechino dopo che i primi due giorni di negoziato erano andati a vuoto. Ma non meno importante risulta l'accordo per la Cina. 11 presidente Jang Zemin ha parlato di intesa «win win», di mutua soddisfazione, e ha citato im vecchio proverbio: «Se c'è la volontà c'è il modo». E la volontà di raggiungere l'ac- cordo c'era proprio. Il governo americano, pressato dalle aziende desiderose di guadagnare nuovi mercati, ha sferrato una forte offensiva pur di portare la Cina nel Omc e di consolidare la globalizzazione. Il governo di Pechino va avanti sulla strada dell'apertura al mondo: il primo ministro Zhu Rongji vede rafforzarsi la sua politica di riforme e ora tocca alle imprese cinesi impegnarsi per diventare più competitive e poter reggere le nuove sfide imposte dall'accordo. L'Unione europèa applaude, ma è rimasta a guardare. Ha apprezzato l'accordo Usa-Cina; è interessata all'ingresso di Pechino nell'Omc a cui aderiscono già 134 stati su 190; è pronta a dialogare a sua volta (così come il Canada). L'ingresso della Cina nell'Omc avverrà dopo l'intesa con l'Unione europea, ma ormai è scontato e la novità rende ancora più importante la conferenza di Seattle dell'Omc, che si aprirà il 30 novembre con un discorso di Clinton. «L'accordo con la Cina è positivo per gli Stati Uniti, è positivo per le. Cina ed è positivo per l'economia mondiale» commenta Clinton soddisfatto perché «oggi la Cina abbraccia principi di apertura dell'economia, innovazione e concorrenza che daranno una spinta alle riforme in Cina». Si compiace Shi Guangsheng: «E' una vittoria su tutti i fronti e soddisfacente per ambedue le parti». La svolta è storica. Ed è molto più concreta di quello che può apparire: ha dei riflessi abbastanza ravvicinati sulle scelte e le spese dei consumatori. I cinesi ottengono la graduale soppressione delle quote imposte dagli Usa agli acquisti dei loro prodotti tessili, incassano la soppressione delle misure contro i dumping cioè contro le vendite sottocosto e infine sperano in investimenti a loro favore. Gli americani vedono schiudersi un mercato di dimensioni colossali formato da un miliardo e duecento milioni di persone: possono portare nel paese asiatico (ovviamente a determinate condizioni) le loro aziende, le loro banche, le loro assicurazioni. Discorsi futuribili? Mica tanto, ci sono scadenze precise, prodotto per prodotto. In particolare la Cina ridurrà i dazi sulle auto importate dal 100% al 25%. Taglierà i diritti doganali in media dal 22,1 al 17%; la riduzione riguarderà soprattutto i prodotti agricoli. Scomparirà gradualmente il monopolio dello stato cinese per la soia, un prodotto chiave. La Cina tentava di essere associata alle regole mondiali per il commercio da tredici anni. Non è mai stata ammessa al vecchio accordo Ciati, è rimasta per quattro anni fuori dalla porta dell'Omc, nonostante il ripetersi di trattative. Adesso l'Omc, per diventare davvero globale, deve riuscire ad attrarre anche la Russia, l'Arabia Saudita, l'Ucraina e una serie di paesi in via di sviluppo ancora esclusi. E' un problema che farà da sfondo alla conferenza di Seattle dove sarà impostato il Millennium round nella ricerca di im equilibrio fra gli interessi dei Paesi più avanzati e quelli dei paesi sfavoriti che spesso vedono la liberalizzazione dei mercati come una nuova forma di colonialismo a loro svantaggio. Per quanto riguarda la Cina sono limitati i problemi che si pone l'Unione europea, L'Europa ci tiene a sottolineare che ora deve partire il suo dialogo con Pechino. 11 portavoce del commissario alla concorrenza ha spiegato che «circa l'80% dell'accordo con la Cina accomuna Usa ed Unione europea» ma bisogna «verificare che cosa è stato ottenuto dagli Stati Uniti». Sul re¬ stante 20% «in cui gli Usa hanno i loro interessi e noi i nostri» dice il portavoce sono necessari «negoziati separati». Al di là dell'euforia, i governi di Stati Uniti e Cina devono fare i conti con alcune resistenze interne, 11 presidente Zemin deve convincere di non aver svenduto il Paese agli americani. E Gene Speiiing, consigliere economico di Clinton ammette che bisogna far capire che l'accordo è «buono e forte». In ogni caso è realtà. «La globalizzazione può avvantaggiare anche i Paesi in via di sviluppo Ma bisógna riuscire a governarej contrasti» dopo cinque giorni di negoziati, la cina ha raggiunto un accordo ____ con gli stati uniti per l'accesso all'omc. il paese comunista abbraccerà CON PECHINO così i principi del liberismo e della competizione economica L'INTESA • Agricoltura: liberalizzazione del settore e imposte ridotte al 14% r TERMINI DELL'ACCORDO • Imposte doganali: ridotte dal 22,1 % al 17% £ » Telecomunicazioni: ammesse joint-venture con il 49% > \ T> "? di investimenti Usa al momento dell'acceso e 50% due anni dopo q l ^fl^ j ;■■ t*> ^ • Finanziario: autorizzate le banche straniere a effettuare operazioni in valuta locale con le imprese cinesi ® Commercio: permesso alle ditte USA di vendere e distribuire direttamente in Cina • Automobili: imposte ridotte al 25% entro il 2006 • Audiovisivo: previste joint-venture per la distribuzione ■g È l'Organizzazione Mondiale del Commercio, con sede a Ginevra, nata nel 1995 in sostituzione dei GATT. Regola gli scambi commerciali fra le nazioni. I Paesi membri sono 134. Renato Ruggiero ■Liberalizzare gli scambi commerciali, * ridurre il protezionismo, favorire la competizione leale e lo sviluppo economico, essere un riferimento imparziale per le dispute Gli ultimi negoziò Compito principale del WTO è stendere e amministrare gli accordi basilari che regolano gli scambi e la politica commerciale, m3n1tónSDOT.p^fciche commercmirTrtìliortoTìr5 assistere e formare i Paesi in via di sviluppò Argomento Tariffe e misure enti-dumping 1973-79 ToStyoR. Totilfe 1986-94 Uruguay R. Creazione del WTO Il direttore dell'Omc, Mike Moore e, sopra, il rappresentante americano per il commercio Charlene Barshefsky