L'EREDITA DI ALBINO GALVANO di Albino Galvano
L'EREDITA DI ALBINO GALVANO RASSEGNA ALLA GALLERIA ACCADEMIA L'EREDITA DI ALBINO GALVANO Le opere pittoriche di un artista che ha rinnovato la cultura LA memoria di un mondo intimo, il racconto di un'Italia oggi quasi irriconoscibile. Alla Galleria Accademia è esposta una raccolta di opere di Albino Galvano presentata da Angelo Mistrangelo: nature morte, autoritratti, interni e paesaggi. La figura di Galvano, critico, teorico e artista, ha segnato la città a livello altamente culturale. Fu allievo di Felice Casorati, amico di Paola Levi Montalcini, Lalla Romano, Riccardo Chicco, Italo Cremona, Edoardo Sanguineti, Paolo Fossati, fondatore, nel '45, dell'Unione Culturale Franco Antonicelli. Noti rimangono i suoi saggi e le pubblicazioni che ebbero un ruolo importante tra la fine degli Anni 30 e 60; anabsi articolate che indagavano la politica e la cultura nel tentativo di superare il pensiero crociano. E accanto alla scrittura, la pittura. Fu uno dei fondatori, con Annibale Digliene, Carol Rama, Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo, del Mac (Movimento Arte Concreta), partecipò a numerose edizioni della Biennale di Venezia, del Premio Bergamo, alle mostre «Italia/Francia» e nel 1965 alla Quadriennale di Roma. «L'impegno di Galvano si legge nella presentazione - appare caratterizzato da una personale visione e interpretazione della realtà», da una stagione espressiva legata all'essere pittore-professore-filosofo, un modo anomalo di sentirsi uomo di cultura più che artista e testimoniato in mostra da una raccolta di lavori realizzati tra il 1930 e il 1956». L'appuntamento è voluto da Francesca e Luca Barsi, titolari della galleria torinese, per ricordare oltre all'artista anche il loro padre che trentacinque anni fa miziò l'attività espositiva. Usa Parola Accademia, v. Acc. Albertina 3 orario 10/12,30 e 16/19,30 lino al 19 novembre Qui sopra «Conchiglie» In alto «Nudo rosso» e «Bambina con trecce^ In basso «Intento con figure» e «Natura morta con bottiglia efanghi»
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