IL MAR ROSSO DI QUILICI

IL MAR ROSSO DI QUILICI FORUMNATURAE IL MAR ROSSO DI QUILICI Incontro con il regista-scrittore tra storia e meraviglie naturali Mercoledì 17 novembre al Centro Torino Incontra, in via Nino Costa 8, alle ore 18, incontro con Folco Quilici, regista, scrittore e viaggiatore su «Il mio Mar Rosso». L'appuntamento fa parte del ciclo Forumnaturae '99 organizzato dal Musei Regionale di Scienze Naturali. «Il mio Mar Rosso» unisce al racconto le illustrazioni di un confronto spettacolare tra natura e storia, dal mitico tempo biblico agli anni di guerre che hanno disseminato questo mare di relitti di straordinaria suggestione. L'ingresso alla serata è gratuito. SPESSO mi si chiede perché il Mar Rosso è uno dei mondi sottomarini, forse l'unico, a presentarsi ancora quasi intatto a chi vi si immerge. La domanda è suggerita, io credo, dalla lettura di una mia pubblicazione sull'argomento, un libro come personale testimonianza - nel testo e in molte inimagini - di un confronto tra due età, separate runa dall'altra, cinquant'anni. E' il racconto comparato tra i miei primi viaggi in quelle acque, alla fine degli Anni Quaranta con la spedizione scientifica nazionale e altri viaggi più recenti, sino a poche stagioni fa. L'opinione sullo «stato di salute» del Mar Rosso si basa quandi su terrnini di confronto personali. Come primo punto di riflessione, suggerisco un dato certo: in questo mezzo secolo è stato portato ai mari del mondo un attacco di crescente violenza, ima aggressione dalla quale i «sette decimi del pianeta» - le acque che ci circondano - hanno incassato ferite gravi. Da almeno trent'anni ripeto che le acque si spopolano, i fondali s'avvelenano. E faccio notare come - immune da tanto universale flagello - il Mar Rosso sia invece «il caso unico» del pianeta. Nei miei viaggi recenti, mi ha offerto la stessa visione di vita lussureggiante, lungo i reefs, quale l'avevo arnrnirata nel '50; così come gli scienziati miei compagni, guidati dal professor Baschieri Salvadori, avevano documentato. Ma perché dunque un mare può sfuggire alla crisi portata dall' inquinamento e dall'impo¬ verimento generale? Paradossalmente, la salvezza del Mar Rosso, deriva da una serie di disgrazie: la miseria, l'aridità, la guerra. Per il conflitto arabo-israeliano, infatti, il canale di Suez rimane chiuso per dieci anni e più: quando è stato riaperto, le navi portacontainer, le petroliere, erano state trasformate in giganti che non potevano transitare nel Canale. Questa fonte di mquinamento grave non ha afflitto il Mar Rosso. Si parla poi d'un «pericolo turismo», ma si tratta, a mio avviso, di allarme infondato: le coste di Hurgada e del Sinai dove il flusso dei vacanzieri è notevole, riguardano non più di 150-200 chilometri, contro 4 mila. Ricordiamo però che il nostro pianeta è una unità, come sostengono gli ecologisti della teoria di Gea. Non esistono nel mondo «compartimenti stagni». Quindi nessun mare si salva, se s'ammala e muore. Un fosco presagio al quale debbono inchinarsi anche gli ottimisti. E quindi anch'io. Folco Quilici In alto, un bambino sudanese in un villaggio a Sud diSuakin La fato è tratta dal libro di Folco Quilici "Il mio Mar Rosso»

Persone citate: Baschieri, Folco Quilici, Salvadori

Luoghi citati: Suez, Torino