Torino Set
Torino SetTorino Set CINEMA requisiti per ragion di stato: è accaduto anche questo, nella storia delle sale torinesi. Nel 1917, la tensione sociale in città è al culmine: dopo la disfatta di Caporetto i ceti popolari, stanchi per le privazioni di una guerra di cui non si intravede una possibile fine, iniziano una serie di scioperi e di manifestazioni con lo slogan «Pane, pace, libertà». La risposta di casa Savoia non si fa attendere, e prende la forma di una dura repressione con scontri di piazza che per qualche giorno infiammano la città, avvolta in un clima primaverile. Per meglio coordinare i reparti antisommossa, la prefettura mette in allarme tutte le caserme e requisisce anche il teatro Vittorio Emanuele, sito in via Rossini 15, dotato di 4500 posti e dedicato al cinema dal 1914, dopo aver ospitato l'anteprima nazionale del kolossal «Cabiria» realizzato da Pastrone e firmato da D'Annunzio. L'uso militare della sala si protrae fino al termine della guerra e il cinema riprenderà l'attività qualche anno dopo fino ai primi Anni Cinquanta, quando a opera di Carlo Mollino e Aldo Morbelli sarà trasformato nell'Auditorium Rai. Durante la seconda guerra mondiale verrà invece requisito il cinema Vittoria, nel marzo 1945, a opera dei tedeschi che ancora per due mesi saranno il supporto militare della repubblica di Salò. La vasta sala di via Roma diventerà un deposito militare e sarà completamente svuotata delle sedie. Come ricorda Maria Grazia Imarisio in «Una città al cinema», il Vittoria sarà riaperto solo il 7 marzo 1946, con un film il cui titolo sembra scelto apposta: «Non ti posso dimenticare».
Persone citate: Aldo Morbelli, Carlo Mollino, D'annunzio, Maria Grazia Imarisio, Pastrone
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