Destra o sinistra, i classici si orientavano con gli astri

Destra o sinistra, i classici si orientavano con gli astri Destra o sinistra, i classici si orientavano con gli astri SCHEDARIO Alessandro Fo Adestra, lato maschile: fides, giuramenti, preghiere, salute, amicizia, giustizia, forza, abilità, il sole. A sinistra, lato femminile: debolezza, atti sleali e nascosti, magia, malocchio, inferi, accidenti imprevisti, la luna. Partendo dall'analisi di questa opposizione culturale antica, specie presso i Romani, Paola Aretini ne segue i riflessi nell'antica astrologia, nell'opposizione Nord (notte, mistero, divino) contro Sud (pienezza di condizione umana), nell'aruspicina e la religione. Il suo saggio, A destra e a sinistra. L'orientamento nel mondo classico, ETS (Pisa), pp. 100, L. 14.000, nasce in ambiente senese, fecondo di studi d'antropologia del mondo antico: accanto al moriumentale Nascere di M. Bettini ( Einaudi), lo studio di L. Beltrami sui concetti cardine di discendenza e di stirpe. Il sangue degli antenati: stirpe, adulterio e figli senza padre nella cultura romana (Edipuglia, L. 25.000). • Secondo Plinio e Svetonio, un giorno che l'imperatore Augusto infilò per sbaglio il calzare sinistro al piede destro, per poco non fu rovesciato da una sedizione militare. Forse perché, leggermente zoppo al sinistro, avanzava sempre di piede destro (il contrario di quanto sarebbe accaduto al futuro collega Claudio, lo zoppo «sciocco»), riuscì a cavarsela e a consegnare ai posteri, con la grande riforma delle istituzioni (dalla repubblica al principato), il proprio curriculum, pragmatica autobiografia scolpita nel marmo. Sono le sue Res gestae, che F. Guizzi presenta tradotte e con ampi apparati in Augusto. La politica della memoria ( Salerno ed., pp. 176, L. 24.000), indagandone soprattutto i «doppi fondi» di reticenze e distorsioni propagandistiche. • Fra le novità della Lorenzo Valla, il II volume del compendio di misteriosofia antica per testi esemplari curato da Georg Luck con il titolo Arcana Mundi si occupa di Divinazione, astrologia, alchimia ( Fondazione L. Valla - A. Mondadori, pp. i XXV+462, L. 48.000). Ma non va scordato che, in tema di personaggi straordinari, la prestigiosa collana sta dedicando particolare attenzione a Le storie e i miti di Alessandro (9 volumi). Dopo Alessandro nel Medioevo Occidentale (1997) è particolarmente meritorio aver «rilanciato» il grandioso affresco fra storia e romanzo storico che, attorno al leggendario condottiero, dipinse in latino Quinto Curzio Rufo, (Storie di Alessandro Magno, voi. I, a cura di John E. Atkinson, pp. XCIX- 450, L. 48.000): un personaggio a noi quasi ignoto, vissuto nel I d.C, forse un cavaliere giunto a dignità consolare, certo un «prosatore creativo» dotato di fantasia e vivo senso dello spettacolo. • Primo, scrivere una lettera. Delicatezze a sfoggio di grazia, urbanità, sprint dell'ingegno, e tela di relazioni, tramite cui aprire varchi politici e accesso a cariche per la classe senatoria: questo il campo di forze dell'epistolario di Q. Aurelio Simmaco (circa 340-402), mirabile spiraglio sulla vita dell'aristocrazia occidentale tardoantica. Un autorevole staff di storici italiani cura l'edizione tradotta e commentata del suo legato letterario. Ricco e significativo questo nuovo volume [Commento storico al libro III dell'Epistolario di Q. Aurelio Simmaco, a cura di Andrea Pellizzari, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma, pp. 359, L. 80.000), lettere iscritte fra due fallimenti: il naufragio delle ideologie pagane alla battaglia del Frigido (394); e, prima, l'appoggio all'usurpatore Massimo (388) con la successiva paziente rilegittimazione presso Teodosio, perseguita, mano al calamo, tramite la «rete». • Dal 7 marzo 1965 non si usa più il latino nella liturgia. Quel giorno segna l'inizio del declino e della scomparsa di una costellazione di formulazioni gergali, di espressioni travisate e ritradotte in una sorta di «latino dal volto umano», almeno vagamente comprensibile. Il misterioso ed equivoco «prima» aveva generato addirittura nuovi personaggi, come la pia donna Bissodia (da da nobis hodie) o, in Liguria, lo straccivendolo che va per Pegli; nonché mille buffe esortazioni, magari contraddittorie come requiescampi e requieschiatti (da requiescat in pace). Il libro di Gian Luigi Beccaria Sicuterat, Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell'italiano e nei dialetti, (Garzanti, pp. 262, L. 32.000), spesso assai divertente, con geniale iniziativa «torna al sicu tera», cioè al principio, per salvare tutto quel composito universo espressivo prima che il diluvio dell' oblio ne travolga i fantastici reperti.

Luoghi citati: Liguria, Pisa, Roma, Salerno