CASA BELLOW di Masolino D'amico
CASA BELLOW CASA BELLOW Il figlio Adam rivive «Herzog», amore e dramma in famiglia HERZOG, il romanzo con cui Saul Bellow ottenne il suo primo grande successo di pubblico, rimane assai rappresentativo degli Anni Sessanta, che rimisero in discussione tutte le logore certezze del secolo. Uscito un anno dopo la morte di Kennedy, tradotto in Italia da Feltrinelli nel 1965, mostra un intellettuale sconfitto, un professore di letteratura che non è mai riuscito a concludere i suoi studi sui romantici inglesi e che anzi è diventato incapace di mantenersi coerente per una intiera lezione. Piantato dalla moglie, Herzog si ritira in una dimensione tutta sua, dalla quale osserva il mondo senza intervenire, ma commentando mediante una interminabile serie di lettere che scrive, senza mai spedirle, a tutti coloro che incontra, nella quotidianità come nei libri o sulle pagine dei giornali. Naturalmente, trattandosi di Bellow, Herzog è ebreo, donde un ulteriore senso subliminale di non appartenenza; naturalmente, il tono è umoristico, e le piccole disavventure picaresche sono comiche; naturalmente, infine, malgrado le sconfitte e anzi la rassegnazione alle medesime, Herzog tira avanti sostenuto da un'incrollabile vitalità e curiosità per l'esistenza. Abbiamo insomma un americano che non è proprio americano, un uomo colto che non sa usare la propria cultura, un uomo che assiste allo sfacelo di quanto lo circonda senza spiegarselo ma senza rinnegare le pulsioni fondamentali, come il sesso e l'amore per la vita; un uomo che fa dell'ironia l'arma indispensabile per attraversare in qualche modo il caos. Quarant'anni e una guerra mondiale prima il tema era stato affrontato nell'Ulisse di Joyce, rispetto al quale Herzog è meno enciclopedico, più giocoso, e molto più leggero, oltre che meno simbolico e quanto all'ebraicità del protagonista, più plausibile. Masolino d'Amico PI .
Persone citate: Bellow, Feltrinelli, Herzog, Kennedy, Saul Bellow
Luoghi citati: Italia
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