La verità dell' EgyptAir «Il jet è stato sabotato» di Franco Pantarelli

La verità dell' EgyptAir «Il jet è stato sabotato» Per i tecnici egiziani non può esserci altra spiegazione al comportamento dell'aereo prima dello schianto La verità dell' EgyptAir «Il jet è stato sabotato» Franco Pantarelli NEW YORK Il Boeing 707 deU'EgyptAir è stato sabotato: non è la conclusione cui si è giunti dopo il ritrovamento avvenuto .sabato sera della seconda «scatola nera», ([nella che registra le conversazioni in cabina di pilotaggio, ma l'asserzione convinta dei responsabili della stessa EgyptAir, ed anche di qualche espello americano. Per loro questa e l'unica risposta possibile alle tante domande sollevale dall'esame dell'altra «scatola nera», quella clic registra i comandi dati all'aereo e che era già stata recuperala venerdì scorso Da quei dati erano risultate due cose essenziali: che i motori dell'aereo erano stati spenti «intenzionalmente;) e che poco prima che ciò avvenisse era scanalo un allarme, forse causato da un'improvvisa decompressione della cabina. L'EgyptAir esclude che l'arresto dei motori sia stato azionato dai piloti intenzionalmente perché, dice Essam Ahmed, il responsabile delle indagini sugli incidenti, in questo naso i piloti avrebbero provveduto a far planare l'aereo dolcemente, mentre invece si sa chi- negli ultimi 3000 metri il Boeing e precipitato «come un sasso». E' molto più logico, sostieni; Ahmed, clic a provocare l'arresto dei motori sia stata un'esplosione e indica anche dove potrebbe essere avvenuta: nella toilette che si trova proprio a ridosso della cabina di pilotaggio. Insomma a bordo c'era una bomba, è la conclusione che t raggono al Cairo, e un anonimo ex piloia della United Airlines «con alle spalle 7000 ore di volo sul Boeing 767», ha in qualche modo dato loro ragione. «Spegnere i motori secondo lui e l'esatto contrario di ciò che verrebbe fatto da uno che volesse salvare l'aereo». E' molto più logico pensare che «qualcuno a bordo volesse provocare la tragedia e che ci sia riuscito». (ili investigatori del Ntsb non hanno voluto dire nulla su queste specula/ioni, l'er loro, la cosa da lare adesso e esaminare con cura ciò clic e stato registrato dalla seconda «scatola nera». Lo si ni mento e stato recuperalo sabato sera, quando in Italia erano le 4 del mattino, dal robot, sottomarino «Deep Drone», comandato a distanza dalla nave «Grappici), tpjclla che trovò il relitto del piccolo aereo di John Kennedy Junior. Ieri è stato portato da un elicottero nella base militare di St. Andrews, vicino Washington, e da lì al quartier generale del Ntsb. Per ascoltare i nastri con le conversazioni avvenute fra i piloti e fra questi e le varie torri di controllo gli investigatori hanno chiesto all'EgyptAir l'assistenza di qualcuno che conoscesse bene i due piloti morti, per esempio qualche loro collega. 11 problema infatti, hanno spiegato, non e solo quello di tradurre scambi di frasi in arabo, ma anche quello di cogliere le sfumature, di riconosce le voci, di valutare il loro tono. l'uò sembrare strano che i responsabili deU'EgyptAir si siano tanto sbilanciati a parlare senza mezzi termini di sabotaggio proprio alla vigilia delle «chiarificazioni» che tutti si aspettano dall'ascolto di quelle registrazioni, ma a quanto pare al Cairo sono molto arrabbiati per il fatto che gli investigatori americani, con la storia dell'arresto «intenzionale» dei motori, hanno in qualche modo preso di mira i due pilòti, sguinzagliando gli uomini deÙ'Fbi nell'accertamento delle loro «condizioni emotive» e facendo cosi balenare perfino l'ipotesi che a causare la tragedia sia stalo il desiderio di suicidarsi di uno di loro. Ahmed el-Habashy e Adel Anwar «erano fra i nostri migliori elementi», dice sempre Essam Ahmed. «Venivano regolarmente sottoposti a controlli medici e l'ultima volta era accaduto proprio pochi giorni prima della caduta dell'aereo». Ed anche sull'assistente di volo «preoccupato» gli egiziani hanno qualcosa da dire. Giorni fa era stato riportato da un giornale di Boston che Massari Sherif, poco prima di partire da New York per il volo fatale, aveva telefonalo alla moglie e si era detto appunto preoccupato per il fatto che «c'e qualcosa che non va in questo aereo», Ora l'EgyptAir precisa che «non c'era nessun Massari Sherif a bordo». Schermaglie pesanti, insomma, quelle fra l'EgyptAiregli investigatori «più bravi del mondo», come dice il capo del Ntsb James Hall, che presumibilmente vedranno la fine dopo l'ascolto della seconda «scatola nera». Se non basterà, in programma c'e anche un viaggio dell'intera commissione di indagine a Seattle, al quartier generale della Boeing, per compiere una simulazione di tutto ciò che è avvenuto a bordo. Contestata la tesi degli americani sui possibile suicidio Ritrovata anche la seconda scatola nera che contiene la registrazione delle voci dei piloti Un elicottero della Guardia costiera americana riporta a terra la seconda scatola nera del relitto del Boeing 767 precipitato nei pressi dell'isola di Nantucket A sinistra il presidente dell'Ente americano di sicurezza del volojim Hall

Persone citate: Adel Anwar, Andrews, Essam Ahmed, James Hall, John Kennedy Junior, Massari Sherif

Luoghi citati: Boston, Cairo, Italia, New York, Seattle, Washington