Udeur: amnistia

Udeur: amnistia Udeur: amnistia Borrelli: nessuno ci ha chiesto pareri ROMA Continuano a far discutere il mondo politico le affermazioni di Massimo D'Alema su Tangentopoli. L'Udeur di Mastella, tramite Enzo Carra, dopo quelle dichiarazioni, si spinge oltre e chiede al presidente del Consiglio di «intervenire subito» per «un'amnistia e un provvedimento di grazia che permetta il ritorno di Craxi in Italia». E la maggioranza si divide tra chi apprezza le parole del premier, chi invece le critica, e chi, infine, pur condividendo il senso di quelle dichiarazioni mantiene un atteggiamento diffidente (ò il caso del Trifoglio che sfida il premier a far seguire «fatti concreti» a quelle esternazioni). Nel Polo, intanto, prevale 10 scetticismo. Secondo Pierluigi Castagnetta D'Alema «ha detto cose importanti»: «Se non si riconosce - spiega il segretario ppi che nei nostro Paese vi è stata una contrapposizione democratica al partito comunista si negano le ragioni e i meriti della stessa evoluzioni? democratica del pei». Convinto che 11 premier abbia ragione anche Mastella, che segue con «molta attenzione la "svolta copernicana" di D'Alema». Guardingo, invece, Mauro Paissan. «Il presidente del Consiglio - commenta l'esponente dei verdi ha detto alcune cose giuste, banalmente giuste, sul dopoguerra italiano. Tanto è bastato per ridare voce ai nostalgici e per rituffare il dibattito politico nel passato». Anche un altro dirigente del «Sole che ride», Alfonso Pecoraro Scanio, non nasconde di nutrire qualche perplessità. «Risulta davvero sorprendente - osserva - assistere a questo dibattito. Dire che De e Psi non erano solo Tangentopoli è una cosa tanto vera quanto scontata. Mi sembra davvero incredibile, però, che venga utilizzata per cercare impossibili riabilitazioni. E' paradossale che, mentre il Parlamento, dopo sette anni, non è riuscito ancora ad approvare la legge anticorruzione si tenti addirittura di riabilitare l'intero periodo di Tangentopoli». Anche il Polo interviene nel dibattito. «Speriamo che quelle di D'Alema non siano lacrime di coccodrillo», osserva il capogruppo di Forza Italia alla Camera Beppe Pisanu, secondo il quale il premier «può dimostrare in un solo modo» di essere in buona fede: «Accettando la commissione parlamentare d'inchiesta su Tangentopoli e sulle malefatte dei servizi segreti comunisti in Italia». Per il deputato di An Maurizio Gasparri il ragionamento di D'Alema è «ambiguo» perchè in realtà l'inquilino di palazzo Chigi vuole soltanto «cancellare il passato del suo partito». Sprezzante Casini, che dice: «Non avevamo bisogno delle parole del presidente del Consiglio per capire che la storia della prima Repubblica non è stata una storia di criminali». lutine è da registrare un nuovo intervento di Borrelli su un argomento strettamente legato a questa vicenda, cioè sul «caso Craxi». Il procuratore generale di Milano spiega che «finora» non è stato richiesto di «alcun parere» sull'ex leader socialista. «E allo stato - aggiunge - non posso nemmeno dire che parere daremmo perchè, ripeto, non abbiamo rivisto un solo atto o documento medico che riguardi le sue condizioni. Ho solo ricevuto uno dei difensori che mi ha parlato della gravità dello stato di salute di Craxi». «Mi rendo conto - prosegue Borrelli - che se Craxi morisse sarebbe un fatto conteggiato nel passivo di "Mani pulite", ma non sarebbe una buona ragione per comportarsi con lui diversamente da come ci saremmo comportati con qualsiasi altro cittadino». Ir. r.l

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