Craxi a Milano entro la settimana? di Aldo Cazzullo
Craxi a Milano entro la settimana? Craxi a Milano entro la settimana? Ma la famiglia preferisce Parigi: l'Italia non ci manca Aldo Cazzullo inviato a HAMMAMET Un grazie ai due infermieri tunisini che l'hanno vegliato per 22 notti, ira il primo e il secondo ricovero. Un saluto a Ahmed Ahined, il caposala che gli portava personalmente il brodo di verdure e la corbeille di fiori che quasi ogni mattina il presidente Ben Ali mandava alla camera numero 1 del quinto piano dell'ospedale militare, insieme con il suo medico personale, il cardiologo Mohammed Guedeche. Un arrivederci a Nicola, il factotum che non ha mai lasciato l'ospedale, e ora cede le consegne a Marcello, il fedelissimo degli anni d'oro al Raphael e dell'esilio maghrebino. Poi una barella ha portato il corpo malato dell'ex presidente del Consiglio italiano fuori del reparto rianimazione e terapia intensiva, fino all'ambulanza militare, che, sabato notte, in poco più di un'ora l'ha condotto nella villa bianca lungo il raccordo a quattro corsie che dall'autostrada scende al mare. Bettino Craxi è tornato ad Hammamet. L'attendeva la signora Anna, con l'ultimo plico di messaggi arrivati dall'Italia: «Il popolo dei fax si è rimesso in moto - è la battuta amara dell'ex first lady -. Solo che ernesta volta i fa;: arrivano qui, ad Hamniamet». Qui. sul tavolo nel piccolo patio, con le palme e la fontanella, in quello che nel '69, quando Craxi lo comprò, era un angolo brullo e disabitato dove i rabdomanti del paese trovarono l'acqua a 14 metri di profondità, e oggi è un labirinto di muri bianchi e buganvillee. Craxi, però, non si è soffermato nell'orto coltivato a ulivi, né sul bordo della piscina: chi l'ha visto lo descrive sofferente, depresso, incapace di reggersi in piedi. A casa resterà solo pochi giorni. Ai giornalisti che bussano al portone bianco dai fregi arabescati, una decine di poliziotti tunisini rispondono che «ie president n'est pas là». Non è vero, al telefono di casa una voce informa che «il presidente ripartirà tra qualche giorno, per farsi operare all'estero, o in Italia». Parole che nel pomeriggio il figlio Bobo correggerà così: «La cosa migliore per noi resta un intervento chirurgico in Tunisia, da fare al più presto. Ma non escludiamo nessuna ipotesi». Neppure il rientro in patria. E' la soluzione suggerita dai medici del San Raffaele di Milano, dove oggi Bobo Craxi volerà con le lastre e i risultati delle analisi. Lo schema cui stanno lavorando gli avvocati Giannino Guiso ed Enzo Lo Giudice prevede l'annuncio della necessità di due interventi urgenti, al cuore - per innestare un triplice by-pass - e al rene sinistro; la richiesta di sospensione della pena comminata con le due condanne definitive, per le tangenti Eni-Sai e la metropolitana milanese; poi, dopo il sì del tribunale di sorveglianza di Milano, l'eventuale rientro, verso la fine della settimana. Ma lo scenario non convince affatto il «paziente italiano». Se la famiglia non esclude più la possibilità di un ritomo in patria per motivi sanitari, e insiste per convincerlo, Craxi appare irremovibile: mai in Italia in queste condizioni, indebolito, impotente, pedina di quella che considera ima partita politica giocata dai suoi «carnefici»; post comunisti, «pavidi» ex alleati e magistrati (come Borrelli, che Bobo definisce «Robespierre alle vongole»). Né lo rassicura l'ipotesi prospettata dalla figlia Stefania, un ricovero a Houston: «Non mi fido dell'America», ripete al suo entourage l'ex premier, t ùnoroso che Washington voglia «fargli pagare Sigonella». Prende cosi corpo l'ipotesi Parigi. Dalla capitale francese filtrano voci di contatti tra il governo Jospin e (fucilo italiano, per consentire il viaggio di Craxi. Ma, secondo una fonte a lui molto vicina, «Bettino preferirebbe restare in Tunisia». La signora Anna è d'accordo con il marito: «L'Italia non ci manca». In tal caso, il primo intervento verrebbe eseguito alla fine di questa settimana, da un'equipe del San Raffaele; non peri) nell'ospedale militare di Tunisi, le cui strutture sembrano inadeguate ai medici italiani, ma nella clinica Taoufik, una palazzina di cinque piani immersa nel verde alla periferia della capitale. Dopo qualche giorno si valuterà come Craxi avrà reagito all'innesto dei by-pass; se si sarà ripreso, la settimana successiva si tenterà l'intervento al rene sinistro. A chi gli riferisce le voci diffusesi a Tunisi, che parlano" di una male gravissimo, Bobo Craxi replica: «Ne sapremo di più dopo l'intervento. Fino ad allora, consentiteci un po' di riserbo». Il figlio rientra oggi con gli esami medici Escluso il ricovero negli Stati Uniti: «Non mi fido, temo vendette per Sigonella»
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