«Riconciliazione? Prima la verità» di Renato Rizzo

«Riconciliazione? Prima la verità» «Non è possibile dire che certe cose negative, avvenute e accertate, diventano positive per trovare un'intesa» «Riconciliazione? Prima la verità» Scalfaro a D'AJema sulla «riabilitazione» di de e psi Renato Rizzo inviato a GENOVA «Non si può parlare di conciliazione dicendo che certe cose negative, avvenute ed accertate, diventano positive per trovare un accordo»: Oscar Luigi Scalfaro sceglie con cura le parole con cui entrare ne! dibattito innescato da D'Alema e dalla sua voglia di riabilitare De, Psi e Pei travolti dal ciclone di Tangentopoli. La frase suona come pensoso contraltare all'euforia di quanti, in queste ore, plaudono all'iniziativa come ad una sorta di salvifico colpo di spugna. E, forse, anche alla stessa posizione di Andreotti il quale annuncia di sottoscrivere dalla prima all'ultima le considerazioni del primo ministro. Usa la parola «accordo», l'ex presidente della Repubblica, ma senza specificare a quale intesa possa essere propedeutico, secondo lui, il progetto del premier: un grande disegno per consegnare alle future generazioni una storia d'Italia riletta e sbiancata o, magari, un programma più contingente e di minor cabotaggio mirato a compiacere Cossiga e Boselli per salvare il governo? Scalfaro ha appena concluso una tavola rotonda nell'ambito del convegno sull'ecumenismo promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, con don Vincenzo Paglia, AiTigo Levi, Pietro Scoppola e Tullia Zevi. Nel suo intervento ha auspicato la necessità d'una riconciliazione tra le varie anime del cristianesimo, avvertendo, però, che scendere a compromessi inquinerebbe la fecondità dell'incontro. Un rigore che, secondo l'ex presidente, deve essere metro esistenziale e non diventare più elastico e meno cogente quando, ad esempio, si discute di politica: «Oggi si parla di perdono con troppa facilità» avverte gettando la sua intransigenza nell'attualità delle polemiche di Palazzo. Poi entra nel merito della proposta del capo del governo e ammette: «Io credo che le pagine della storia debbano essere riviste con grande oggettività. Di più: con tutta l'oggettività di cui siamo capaci». E in fretta. Perché «tra 10 o 50 anni saranno guardate con occhi diversi, forse anche più obiettivi, ma sicuramente meno informati». Fretta, però, non vuol dire smania di concludere. Dimenticando, appunto, che «tutti i discorsi sulla riconciliazione devono avere un comune denominatore: partire dalla verità». Ripercorriamola, allora, questa «verità» secondo Scalfaro, partendo da due ovvie constatazioni: «Si sono verificate cose negative e ci sono state persone che le hanno compiute. Oltre, purtroppo a molti accusati di reati efie la stessa autorità giudiziaria ha poi ritenuto innocenti». Arrestati senza colpa, quando tintinnavano le manette: emblemi di slogature della giustizia che «in momenti di forte emotività se non si giustificano, si spiegano». Come il caso dell'ex cassiere della de Severino Citaristi al quale nel '94, l'ex capo dello Stato offrì una solidarietà che fece nascere un forte attrito con la procura di Milano. L'emotività e l'agitazione, in quegli anni, erano, appimto, l'acqua in cui nuotava un Paese dal quale si levava «voglia di ghigliottina». «Si, proprio ghigliottina» incalza l'ex inquilino del Quirinale ricordando quanto venne criticato, nel '95, per aver sottolineato con queste parole l'allarme-Italia durante una visita a Firenze. Ripercorre l'era del terremoto politico-giudiziario ricavandone un monito per chi, oggi, volesse approfittare delle scorciatoie della storia: «Non dobbiamo scordare mai d'aver vissuto una vera e propria rivoluzione, un fenomeno che poteva scivolare dalle sedi politiche esasperate fino alla piazza, portando con sé anche il sangue». Il fatto «più strepitoso» fu che non si arrivò a tanto anche «per merito di quanti, popolo italiano in testa, dettero apporto di buon senso. Ma, certo, abbiamo vissuto momenti in cui c'era la sensazione - ed era davvero cosi - che fossimo di fronte alla dissoluzione dello Stato». D'Alema, oggi, spiega che questa riabilitazione annunciata è base su cui costruire una stagione completamente nuova? Scalfaro si dice d'accordo in linea di principio, ma sembra paventare il rischio di dannose amnesie: «Si vuole fare chiarezza per ridimensionare certi episodi. Bene, penso che questo sia un servizio alla verità...». Prende una pausa che dura quasi una decina di intermmabili, eloquenti secondi. E sbotta: «Ma non è mai possibile trovare riconciliazioni non rispettando la verità». L'ex capo dello Stato: «Le pagine della storia devono essere riviste con la massima oggettività possibile» «Abbiamo vissuto momenti in cui c'era la sensazione che fossimo di fronte alla dissoluzione dello Stato» L'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

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