Sulla Cecenia 180 raid dell'aviazione russa

Sulla Cecenia 180 raid dell'aviazione russa Il Segretario Onu: un uso della forza sproporzionato. Chirac: Mosca sta commettendo un tragico errore Sulla Cecenia 180 raid dell'aviazione russa A Grozny distrutti dalle bombe cinque condomini dinove piani Conquistata anche Bamut, la roccaforte degli indipendentisti Anna Zaiesova MOSCA I russi avanzano rapidamente in Cecenia, usando massicciamente tutte le loro forze. Ieri gli attacchi contro le città cecene hanno raggiunto un'intensità senza precedenti da quando, il 5 settembre scorso, i russi hanno cominciato ('«operazione antiterrorismo» contro la repubblica secessionista. Centottanta raid sono stati compiuti dall'aviazione russa nelle ventiquattr'ore, quasi tre volte più del normale. E l'artiglieria martella incessante quasi tutto il territorio della Cecenia. Per tutta la giornata di ieri le bombe si sono abbattute sulla capitale Gro/.ny, dove sono stati distrutti cinque condomino di nove piani. Una bomba ha centrato anche un rifugio, causando nove morti. Le condizioni meteorologiche, dopo giorni di neve e nebbia, sono migliorate e l'aviazione ne approfitta per spianare la strada alle truppe di terra. Ieri sono stati bombardali anche Vedeno, Urus- Martaii e altri centri abitati. Per l'esercito la giornata di ieri è stata segnata da un'avanzata trionfale. Dopo la resa, venerdì scorso, di Gudermes, la seconda città cecena, ieri i russi sono rusciti a conquistare due villaggi chiave dell'Ovest della repubblica, Assinovskaja e Sernovodsk. E dopo giorni di feroce battaglia, le truppe russe sono riuscite a entrare a Bamut, roccaforte degli indipendentisti. Una vittoria che ha anche un valore simbolico: durante la «prima guerra cecena», nel '94, Bamut non si è mai arresa definitivamente ed è costata ai russi decine di vite. La fretta dei militari non è dovuta soltanto alle favorevoli condizioni del tempo, ma anche a motivi politici: il 18 novembre a Istanbul comincerà il vertice della Osce, dove la Russia sicuramente verrà fortemente criticata per ia guerra che sta conducendo in Cecenia. Mosca vuole per quel momento conclu¬ dere la maggior parte della campagna militare. La posizione dell'Occidente infatti sta volgendo a sfavore del Cremlino. Se il segretario generale della Nato George Robertson ha dichiarato ieri che la vicenda cecena è «un affare interno della Russia», altri leader usano contro Mosca parole sempre più dure. Jacques Chirac ieri è giunto a parlare di «errore tragico» commesso dai russi in Cecenia. Il presidente francese spera però di convincere a Istanbul Boris Eltsin a «cercare una soluzione politica e aprire le frontiere alle organizzazioni umanitarie». Anche le Nazioni Unite cominciano a inquietarsi, e alcuni Paesi chiedono già di discutere il dossier ceceno al Consiglio di Sicurezza. Venerdì il segretario generale Kofi Annan ha dichiarato di essere «preoccupato nel vedere che la portata dell'offensiva militare russa sembra essere andata ben oltre l'obiettivo limitato di eliminare i terroristi». La Russia, ha aggiunto, fa un uso spropositato della forza Il premier russo Vladimir Putin ieri ha deciso di rispondere telefonando al segretario generale dell'Onu per assicurargli che la Russia desidera aprire un negoziato. Ma nello stesso tempo non vede interlocutori con cui trattare. Per Putin la Cecenia è un covo di terroristi: «Non ci siederemo mai a un tavolo con i banditi». Secondo Putin, la resa di Gudermes ha «cambiato radicalmente» la situazione: sarebbe ora lo stesso popolo ceceno a liberare la patria dai «banditi», aiutato dall'ex Armata Rossa. 11 premier però è irremovibile: un negoziato è possibile solo con non meglio identificate «forze sane» e solo dopo la liquidazione dei «terroristi». Mosca ha fretta di concludere la campagna militare per tacitare le crescenti critiche occidentali Ragazzini ccceni e poliziotti russi in un campo profughi in Inguscezia

Persone citate: Boris Eltsin, Chirac, George Robertson, Jacques Chirac, Kofi Annan, Putin, Ragazzini, Vladimir Putin