La Comit pronta alle nozze con Intesa
La Comit pronta alle nozze con Intesa Via il 5% di tetto al diritto di voto. Lucchini con Mediobanca: doveva farsi distruggere? La Comit pronta alle nozze con Intesa Civaschipromette: conserveremo la nostra autonomia MILANO «La storia ha la sua importanza perchè ci rende orgogliosi, ma deve insegnarci a pensare al futuro». Finisce cosi, con le parole del presidente (confermato) Luigi Lucchini, l'ultima assemblea della Comit indipendente chiamata a rimuovere l'ultimo ostacolo - il tetto del 5% al diritto di voto - al matrimonio con la Banca Intesa di Giovanni Bazoli dopo il successo dell'Ops. Orgoglio Comit, ripete Lucchini di fronte alle critiche di qualche azionista che chiosa l'operazione con Intesa sottolineando che d'ora in avanti comanderanno i francesi del Crédit Agricole, nuovi soci di maggioranza relativa, che i concambi non sono stati contrattati a sufficienza e soprattutto che il vertice Comit, Lucchini compreso, ha dato prova di sudditanza ai voleri di Mediobanca preoccupata di accasare Comit in mani amiche per blindare così anche il proprio controllo. Polemiche non nuove. Ma questa volta, rassicurato dall'approvazione assembleare sia sull'abolizione dol tetto al 5%, sia all'integrazione con Intesa (si:90,4%), sia dal sì alla proposta fatta sui concambi (si: 88,39%), il presidente Lucchini mostra il suo di orgoglio. «Io non sono nè bancario nè banchiere, sono sempre stato un uomo libero, non sono il portavoce di nessuno», scandisce. Poi tocca all'amministratore delegato (confermalo) Aldo Civaschi ribattere: «Non è vero - attacca - che il concambio non sia stato negoziato: è stato negoziato visto che si era partiti da 1,5 e si è arrivati a 1,65 azioni Intesa per ogni Comit». E aggiunge: «Il cambio degli azionisti non modificherà nulla, la Comit continua la sua vita e avrà un proprio consiglio e non credo che il Crédit Agricole interferirà, cornine non lo hanno fatto nè la Commerzbank nè Paribas, semmai ci sarà del lavoro in più e non in meno». Ma gli esuberi, chiede un altro socio: saranno i 6.500 di cui si parla? «Lo vedremo solo quando verranno discussi i piani operativi • è la risposta di Civaschi - una discussione che avremo con i sindacati: finora nel piano operativo c'era solo ipotesi fatte dagli advisor di Intesa». E a proposito di Mediobanca che, pur di non vedersi una Comit sposata a Unicredit, avrebbe favorito l'offerta di Bazoli, beh, Lucchini non si tira indietro: «E se anche l'osse vero? Doveva Mediobanca lasciarsi assalire o distruggere?)). Intanto, aspettando l'assemblea d'Intesa che chiuderà il cerchio sancendo la nascita della prima superbanca italiana, la Comit ha da ieri un consiglio per metà (9 consiglieri su 17) nuovo di zecca. Scontato che i neo consiglieri che (dopo le dimissioni di ieri di Gutty, Ponchet, Peschek, Statiti e Lignana) affiancheranno i «superstiti» Lucchini, Civaschi, Axel von Ruedorffer, Carlo Ciani, Roberto Giavazzi, Maurizio Romiti e Giancarlo Cerutti, sono uomini espressi dalla maggioranza targata Intesa. Ma anche qui le sorprese non sono mancate: a fianco di uomini doc Intesa (Carlo Salvatori, Christian Merle) e ai due osiwnenti dell'Agricole (Marc Antoine Authemann e Gilles Graniat), ci saranno imprenditori come Marco Tronchetti Provera della Pirelli, Benito Benedilli (Assolonibardal, Calisto Tanzi (Pamialat), Alberto Folonari (Banca Lombarda) e Giovanni Perissinotto, direttore generale delle Generali, [a.z.l Nel nuovo consiglio entrano Folonari Benedilli, Tanzi e Tronchetti Provera Il presidente della Comit Luigi Lucchini
Luoghi citati: Milano
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