«Sconti Wind? Li paghiamo tutti» di Luigi Grassia

«Sconti Wind? Li paghiamo tutti» Sabelli: la bolletta Enel più cara per colpa dei telefoni. La Spa di Tato risponde: è l'Authority che fissa le tariffe «Sconti Wind? Li paghiamo tutti» Telecom attacca e promette: niente soci stranieri Luigi Grassia Gli interessi in gioco sono enormi, i soldi tanti e il fair-play sempre più difficile da conservare. E' un bene per il consumatore italiano che nella telefonia le cose vadano così: da una concorrenza vera, anzi feroce tra le compagnie non può che trarre beneficio. Ma certo ieri le bordate fra Telecom, Wind-Enel e Infostrada sono state pesanti. Ha dato fuoco alle polveri Rocco Sabelli, che di Telecom è il responsabile per il mercato italiano: «Ogni volta che Wind annuncia una diminuzione dei suoi prezzi mi assale il timore di trovarmi una bolletta della luce più salata» ha detto a un uditorio di rivenditori della sue rete Insip riuniti a Roma. Per poi ribadire e circostanziare l'accusa: gli sconti promozionali di Wind li paghiamo tutti, «anche noi che clienti di Wind non siamo». Sabelli si riferiva al fatto che l'azionista di controllo della Wind è l'Enel; lo ha definito «un socio dalle spalle larghe» e certo non voleva fargli un complimento, avendo sottolineato subito dopo che Wind «nel primo semestre dell'esercizio ha registrato 100 miliardi di fatturato e 300 miliardi di perdite» ripianate dall'Enel. In crescendo, Sabelli ha messo Wind/Enel in un mazzo di concorrenti dell'ex monopolista telefonico che a suo dire «non si preoccupano di inventare più di tanto nuove soluzioni ma utilizzano cinicamente il prezzo e anche una sorta di lobbismo regolatorio». L'ultima accusa ha in qualche modo anticipato la dura replica di Enel, arrivata nel pomeriggio, secondo cui «Sabelli evidentemente non sa che le tariffe elettriche le fa l'Authority». L'uomo della Telecom Italia ne ha avuto anche per un altro concorrente, Infostrada: «Sento sempre parlare troppo del loro numero di clienti - ha detto - e troppo poco del traffico telefonico che hanno. Non vorrei che facessero come quel negoziante che misurava l'andamento dei suoi affari non dalla frequentazione quotidiana al proprio negozio ma dai presenti il giorno dell'inaugurazione». Anche Infostrada ha risposto piccata alle dichiarazioni che la riguardavano, rivendicando « 15 milioni quotidiani di minuti di traffico in voce e 10 in Internet, con 2 milioni 350 mila clienti in fonia e un milione nella Rete», mentre «il fatturato '99 sfonderà il tetto dei mille miliardi». Alla «convention» dei rivenditori Insip era presente anche il numero uno di Telecom, Roberto Colaninno, che fatto il punto delle strategie del gruppo in relazione al riassetto societario. Il presidente e amministratore delegato ha fissato questi punti: primo, «non ci sarà una fusione fra Tecnost e Telecom». Inoltre, il gigante della telefonia «è italiano e resterà italiano alla faccia di chi vorrebbe diversamente. Non abbiamo bisogno di alcun socio estero. Anzi saremo noi ad andare a comprare a casa degli altri». Ma come comprare quando si è oberati dai debiti post-sca¬ lata? Colaninno ha detto che sul rientro del debito «non c'è alcuna fretta. Non è che un bond di 5-10 anni con interessi non superiori al 5-6%. Le società generano utili sufficienti per fare dividendi e servire il debito». Infine una dichiarazione sulla questione di maggiore attualità, il concambio fra azioni Tecnost e Telecom per compensare i soci di minoranza Telecom della sottrazione di Tini alla società: Colaninno ha detto che «non ci sarà concambio che premi in modo eccessivo coloro che vogliono trarre un vantaggio dal concambio stesso non congruo per tutti». Un monito a non aspettarsi troppo.

Persone citate: Colaninno, Roberto Colaninno, Rocco Sabelli, Sabelli, Tini

Luoghi citati: Roma