« Mosca è il male minore» di Marina Verna

« Mosca è il male minore» « Mosca è il male minore» Zubov alla Fondazione Agnelli «Il Caucaso vuole restare russo» Marina Verna TORINO «Le speranze dei cittadini del Caucaso.sono di nuovo rivolte alla Russia. Oggi cresce la nostalgia per gli anni deH'"ordine" sovietico e ogni euforia di indipeu denza si è ormai volatilizzata». A Torino per il convegno sui nuovi scenari geopolitici della Russia, organizzato dal Laboratorio di Ricerche e Relazioni Culturali Europee e Internazionali della Fondazione Agnelli, il politologo Andrej Zubov, dell'Accademia Russa delle Scienze di Mosca, riballa il luogo connine occidentale che vede la guerra di Cecenia come la giusta lotta di un popolo per il suo diritto all'autodeterminazione. «L'indipendenza non ha portato al Caucaso né la pace né la ricchezza - dice Zubov -. 1 vari leader si sono mangiati tutto il petrolio, dopo aver promesso al popolo la prosperità. E' sulla sua pelle che la gente ha capito, e per questo si rivolge a Mosca. In Cecenia, dopo l'attacco sferrato dalle truppe russe un mese là, quasi un terzo dell'etnia cecena ò fuggita in Russia. In Russia, il Paese con cui sono in guerra!». Perchè la gente è stanca. «E' stanca delle malversazioni, dello strapotere dei criminali, non e disposta a morire per loro. Negli ultimi dieci anni hi popolazioni caucasiche hanno potuto sperimentare diversi modelli alternativi, nessuno dei quali ha portato loro la prosperità economica o la pace o lo sviluppo culturale. Pei questo le tendenze filorusse si sono rafforzate. Oggi in Cecenia è certamente antirussa la classe politica, non certo il popolo. Era difficile perdonare alla Russia i massacri del '95-'9G, eppure nell'ultimo anno la gente ha cominciato a farlo. Il vento e decisamente cambiato. Le regioni caucasiche hanno capito che, separandosi dalla Russia e spezzando il legame con essa, non possono vivere» Dei Paesi che hanno interessi vitali nel Caucaso, e quindi sono disposti a pagare il prezzo della loro ingerenza, Turchia e Iran sono impresentabili dal punto di vista religioso: indigesti ai cattolici, ma anche a molti musulmani. La Russia appare invoce sufficientemente «neutra», su questo punto, da essere accettabile per tutti. C'è poi l'interesse economico, non certo trascurabile. «Il Caucaso - dice ancora Zubov - può raggiungere la prosperità soltanto se i suoi prodotti trovano uno sbocco importante. E solo per la Russia possono essere di prima scelta». E il ministro del Commercio estero, Piero Fassino, intervenuto alla tavola rotonda finale, ha sottolineato come la Russia, pur tra le difficoltà del momento, abbia tutti i mezzi per riprendersi, sul piano economico come su quello dell'autorevolezza politica. Ma vorrà impegnarsi fino a in fondo per riportare la pace nel Caucaso? «Questo è il punto cruciale - conclude Zubov -. Toccherà a lei, ma non più nelle forme passate. Ciò che si addiceva a un regime totalitario è inaccettabile per uno Stato democratico quale noi desideriamo che sia la Russia del futuro».

Persone citate: Andrej Zubov, Piero Fassino, Zubov