Ciampi, visita nella città del dolore di Fulvio Milone

Ciampi, visita nella città del dolore Il Presidente: «Capire perché è successo, la gente ha il diritto di sapere. Non si perdano le ultime speranze» Ciampi, visita nella città del dolore «Il Paese non tollera più queste disgrazie» Fulvio Milone inviato a FOGGIA Il Presidente ha ancora impresse negli occhi le immagini del palazzo in rovina, dei morti che continuano a essere portati in obitorio, dei vigili del fuoco e dei volontari che scavano con le mani nella speranza che un miracolo restituisca un uomo, una donna, un bambino in vita. E ha appena ascoltato il grido disperato di un vecchio che piangeva, mentre attorno a lui cresceva la tensione: «Presidente si fermi, mi ascolti, sotto quelle macerie ho lasciato quattro parenti, i soccorsi vanno a rilento». E ora, davanti all'ospedale, poco prima di salire sull'auto che sta per portare all'aeroporto lui e la moglie, la signora Franca, risponde con veemenza ad un giornalista: «Il paese non può più tollerare disgrazie come questa. Bisogna capire perché è successo. Questo evento, al momento, non ha alcuna spiegazione razionale, quindi occorre rendersi conto di quello che è accaduto». Le ultime parole sono dedicate a chi soffre per la morte dei suoi cari: «Ora si deve proseguire nei soccorsi, mi auguro che non siano perse le ultime speranze. Io sono qui per portare un sentimento di partecipazione di tutto il paese a questo gravissimo lutto». E prima di infilarsi nella Lancia grigia, Ciampi rivolge ancora un invito a un funzionario della prefettura, chiedendogli di fissare presto un incontro con i familiari delle vittime che gli hanno chiesto di essere informati sui soccorsi: «La gente ha il diritto di sapere, deve capire», commenta, forse ricordando tutto il dolore che si è sprigionato dal grido di quell'uomo: «Presidente, ci ascolti». Finisce così, nel primo pomeriggio, la visita lampo del presidente della repubblica in una città prostrata dal dolore. La decisione di venire a rendersi conto del disastro, Ciampi l'ha presa di buon mattino, dopo una telefonata al prefetto di Foggia. All'una del pomeriggio ha interrotto la sua visita ufficiale a Roma, per portare la solidarietà degli italiani ai familiari delle vittime. La prima tappa è stata il viale Giotto, dove i pompieri e i volontari scavano ininterrottamente fra le macerie. Poi il corteo presidenziale si è diretto verso l'ospedale. Qui Ciampi ha voluto incontrare alcuni dei superstiti. Al secondo piano, nel reparto di chirurgia toracica, ha parlato con Salvatore Taronna, 19 anni, che nel crollo ha perso padre, madre e due sorelle. Il presidente si è informato sulle sue condizioni. «Com'è successo?», gli ha poi chiesto tenendogli una mano su una spalla. E lui, il ragazzo con il volto sfigurato dalle ferite suturate, gli ha risposto con un filo di voce che ricordava poco o niente degli attimi in cui ha visto il palazzo crollargli addosso. Nel reparto di traumatologia, il capo dello Stato ha incontrato un altro superstite, Mario Guidone, ricoverato con la moglie Maria Rizzo. Entrambi sono annientati dal dolore, perchè hanno saputo che non potranno abbracciare mai più il loro figlio, Aldo, di nove anni. «Presidente, tutto questo forse poteva essere evitato - ha detto Guidone -. Si sapeva che sotto il palazzo c'erano delle infiltrazioni d'acqua, e che da un pilastro era fuoriuscito il ferro del cemento armato». Ciampi ha ascoltato in silenzio, e in silenzio e rimasta sua moglie mentre Maria Rizzo si affanna¬ va a raccontarlo di Aldo, del suo bambino morto. L'ultima tappa del viaggio nel dolore, per il Presidente e porsua moglie, è stata la camera ardente allestita in un altro edificio del complesso ospedaliero. Durante le poche decine di metri percorsi a piedi, due uomini hanno tentato inutilmente di avvicinarsi a Ciampi. «Si fermi, Presidente, parli con noi e ci ascolti. Sotto le macerie ci sono i nostri morti, dobbiamo parlarle», hanno gridato, accennando a una contestazione rientrata dopo pochi minuti, quando il Presidente ha voluto incontrare in privato i familiari delle vittime. «Questa gente deve capire, deve sapere», ha ripetuto Ciampi prima di allontanarsi con il capo chino e lo sguardo triste. L'arrivo a Foggia del presidente della Repubblica, Cario Azeglio Ciampi, e nell'altra foto l'incontro con uno dei soccorritori Prima l'incontro con i vigili del fuoco e i volontari poi assieme alla moglie è andato all'ospedale

Luoghi citati: Foggia, Roma