L'OMBRA DI USTICA di Federico Geremicca
L'OMBRA DI USTICA L'OMBRA DI USTICA Federico Geremicca Aesser pessimisti, le premesse ci sono tutte. Un aereo che sparisce d'improvviso dai radar che lo stanno seguendo in volo; poi, una lunga attesa - gonfia d'angoscia per alcuni e di imbarazzo per altri - prima che intorno al destino dell'aereo venisse fornito uno straccio di notizia certa; infine, l'ombra cupa di presenze militari straniere nell'area del disastro. E così, non è stato per caso che dalla sciagura dell'Atr 42 precipitato alla periferia di Pristina, ieri il pensiero sia subito corso al mai chiarito giallo di Ustica. Un riflesso condizionato, se si vuole. Il che - però - costituisce una spiegazione ed una patologia, assieme: perché è il riflesso condizionato di un Paese abituato a convivere con misteri mai risolti, con grandi sciagure frutto più di dolo che di fatalità, con indagini e processi che si aprono all'istante per non chiudersi mai. Per esempio, c'è un'inchiesta appena aperta sul crollo e sui morti di Foggia: ma intanto è ancora lì (e a quali risultati è giunta?) una analoga indagine sul palazzo sbriciolatosi undici mesi fa nel cuore di Roma. E non parliamo, per carità di patria, delle inchieste aperte e mai chiuse sui treni deragliati, sul rogo nella galleria del Monte Bianco, su alcune stragi e, per tornare al punto di partenza, sull'ancora irrisolto giallo di Ustica. Questo è un Paese che si è via via abituato al peggio, che è diventato sospettoso. E dunque non può meravigliare (ma soltanto preoccupare) il fatto che ieri, di fronte alla sciagura dell'aereo Pam, dovendo optare tra la possibilità di un disastro causato da guasto tecnico e avverse condizioni ambientali oppure determinato da un irresponsabile colpo di contraerea, molti abbiano decisamente puntato su quest'ultima ipotesi. Magari si scoprirà (e volesse Iddio si arrivasse, stavolta, alla verità) che missili o tiri di cannone in questa occasione non c'entrano niente: ma resterà comunque agli atti il fremito pessimista e sospettoso che ha portato molti, ieri, a ripensare a Ustica. E' da quel fremito che occorre trarre volontà e impegno per fare rapidamente chiarezza intorno a quel che è accaduto nei cieli sopra Pristina. Lo reclamano non solo la memoria di donne e uomini morti mentre andavano a dare aiuto ad altre donne e altri uomini; ma anche la serietà e l'autorevolezza di un Paese diventato finalmente europeo senza essere ancora normale.
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