Popolari, verso lo strappo del petalo bianco

Popolari, verso lo strappo del petalo bianco Castagnetti ha detto no all'invito del Ppe per un vertice con i leader moderati italiani. Hanno accettato invece Berlusconi, Dini, Mastella e Casini Popolari, verso lo strappo del petalo bianco Ieri il primo «contatto» con il leader della Cisl Sergio D'Antoni ROMA «Una riunione? Le riunioni si convocano fissando un ordine del giorno, magari dopo aver invitato trenta persone. Un incontro? Pure quella ò una parola grossa...». A chi gli chiede se, ieri pomeriggio, lui e una piccola pattuglia di popolari avessero davvero incontrato Sergio D'Antoni, il deputato piemontese Giorgio Merlo risponde così. In un clima di secche smentite e prudenti «no commenti), le parole di Merlo, popolare da sempre vicino a D'Antoni, hanno il suono della conferma: non sarà stata una «riunione», non sarà stato neppure un «incontro», ma certo ieri pomeriggio il leader della Cisl e un piccolo gruppo di popolari (non più di cinque-sei persone) almeno uno scambio di idee devono averlo avuto. Che abbiano parlato del «petalo bianco», la nuova formazione che politica D'Antoni giura di non voler met¬ tere in piedi, non è affatto da escludere. Anzi. E che D'Antoni non abbia alcuna voglia di scoprire le carte, al di là delle smentite di maniera, è dimostrato da un fatto: ai «colloqui» di ieri non c'era Mauro Cutrufo, il deputato che il segretario della Cisl considera «responsabile» della fuga di notizie dell'altro giorno. Ambizioni di D'Antoni a parte, il malessere dei popolari ha più di una ragione. Ieri, Castagnetti ne avrebbe parlato chiaramente anche al vertice di Botteghe Oscure : a Veltroni, il segretario avrebbe chiesto «una mano» per «non cadere tutti insieme». Aggiungendo un invito a «non assecondare» con il suo comportamento le critiche di chi, dentro il Ppi, accusa i ds di essere «egemoni e arroganti». Di certo c'è che le acque, a Piazza Del Gesù, sono tutt'altro che calme. L'assemblea del gruppo parlamentare alla Camera, che si era riunito martedì per elegere due nuovi membri del direttivo, si è concluso soltanto nella notte di mercoledì. «Non volevamo che l'assemblea si limitasse olla ratifica burocratica di un passaggio di nomine», ha spiegato Domenico Tuccillo. Con altri dieci deputati, Tuccillo ha chiesto che l'assemblea diventasse l'occasione per una riflessione programmatica: una decisione che ha finito per mettere sotto accusa il capogruppo Antonello Soro e per scatenare la tensione. Con l'ex segretario Ma ri n i a lavorare più degli altri per riportare la calma. «Il gruppo deve ritrovare l'iniziativa - ha detto Gianni Bisari -. Deve essere più visibile. Come è possibile che, mentre tutti parlano di riforme costituzionali, noi non abbiamo una nostra proposta. Magari firmata da tutto il gruppo?». «Siamo in sessanta - ha continuato Tuccillo -. Dobbiamo essere protagonisti della vita parlamentare. L'assetto del gruppo deve essere più articolato e condiviso dai parlamentari. Nessuno di noi ha intenzione di andarsene: qui non c'è affatto una volontà distruttiva. Qui c'è soltanto la voglia di fare meglio, di reagire...». Nessuno ha comuneme alzato critiche aperte sulla leadership di Castagnetti, al cui malessere contribuiscono comunque anche le vicende europee, con il Ppe sempre più «conquistato» dà Silvio Berlusconi. Ieri il segretario ha respinto l'invito di Alejandro Agag, segretario generale dei po¬ polari europei, che ha convocato a Strasburgo un vertice informale dei leader italiani che si riconoscono nell'area Ppe. Con Dini e Mastella, hanno invece confermatola partecipazione Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini. [g.tib.> E' scontro anche fra i parlamentari Sotto accusa Soro capo dei deputati «Manca l'iniziativa Perché sulle riforme non abbiamo una proposta?» Il leader della Cisl Sergio D'Antoni

Luoghi citati: Roma, Strasburgo