«A rischio 3 milioni e meno di coso» di Antonella Torra

«A rischio 3 milioni e meno di coso» «A rischio 3 milioni e meno di coso» II Censis: materiale scadente e niente manutenzione Antonella Torra ROMA «Sono tre milioni e mezzo gli alloggi a rischio in Italia». L'allarme arriva dal Censis, che ha anticipato una ricerca pubblicata nel rapporto annuale del'99. Le cause? 11 36,5% per ragioni di anzianità e il 63,5 per motivi tecnici. Ossia: case troppo vecchie e degrado dovuto alla cattiva costruzione e alla scarsa qualità dei materiali utilizzati. Nella prima categoria rientrano i centri storici delle grandi città, con 105.000 alloggi a rischio soprattutto nelle metropoli dove gli interventi di restauro e manutenzione sono meno presenti e la riqualificazione da parto dei singoli proprietari più lenta, come Genova, Napoli e Palermo. Problemi di «insicurezza edilizia», spiega il Censis, si verificano quando gli edifici hanno più di 40 anni, soglia oltre la quale sono necessari controlli ed interventi più stringenti ed impegnativi, soprattutto sulle strutture. Problema che coinvolge gran parte degli edifici in Itnhu, assicura il Censis: palazzi costruiti nel dopoguerra, tanto che fino agli anni '80 il patrimonio ad «alta vetsistà» rappresentava il 25% del totale, dopo vent'anni l'incidenza supera il 40%. Al rapido processo di costruzione, al boom edilizio dogli anni '60-70 soprattutto, si devo invece un rischio di bassa qualità tecnica degli edifici c di scarse verifiche progettuali. U ri esempio? All'epoca succedeva di frequente che venisse usato calcestruzzo di cattiva qualità. «Durante il trasporto veniva aggiunta acqua» spinga Gianfranco Gritella, architetto che si ò occupato della ristrutturazione della Mole Antonelliana e dei lavori di recupero della Cappella del Guerini a Torino. Il risultato? «Il calcestruzzo arrivava in cantiere giù con reazioni di presa». Sono oltre 3,5 milioni di alloggi condonati nell'83 e costruiti tra gli anni '60 e '70. Da un'indagine svolta dal Censis all'epoca del condono, risulta che gli edifici multipiano a rischio per ragioni costruttive o di mancanza del rispetto delle cautele idrogeologiche ammontano a un milione 590 mila. «Siamo alla resa dei conti» commenta Massimo Serafini, esperto di Legambiente. «Adesso paghiamo la povertà dei materiali utilizzati nel periodo del boom edilizio e la superficialità nelle autorizzazioni». Non solo: «Bisogna tener conto - dice Gritella - della cattiva esecuzione del progetto. In que- gli anni spesso i lavori venivano suddivisi tra ditte in sub-appalto, non tutte garantivano la qualità del servizio». Ma il principale imputato è la mancata manutenzione. «Negli altri Paesi europei esiste una legislazione specifica per gli interven¬ ti di ripristino» spiega Serafini. Che chiede anche una sorta di carta d'identità delle case: «Un documento che indichi come sono state costruite, con che materiali, gli interventi necessari negli anni». Come accade per i tagliandi delle auto. Chiede «un fascicolo del fabbricato che ne attesti la sicurezza» anche Pietro De Paola presidente del Consiglio nazionale dei geologi. Proposta bocciata invece dalla Confedilizia: «Il libretto immobiliare è utile solo ai professionisti in cerca di lavoro. Piuttosto servono controlli preventivi, su progetto e costruzione» spiega il presidente Corrado Sforza Fogliani. Ma non basta: «E' necessaria una forte attenzione ad interventi eseguiti negli anni sull'edificio senza tener conto della stabilità della struttura» dice Gritella. Che sottolinea anche la necessità di «una legislazione precisa, un monitoraggio accurato sull'esistente». Leggi chiare, ma anche un aiuto fiscale: lo chiede Legambiente. «Il costo della manutenzione non può ricadere per intero sulle tasche dei cittadini. Bisogna abbassare l'iva al 4%, rendere detraibili dalle tasse questi interventi. Solo così si riuscirà a vincere l'abitudine tutta italiana di non fare nulla finché non accade l'irreparabile». Sotto accusa il boom edilizio degli Anni 60-70: pochi controlli e qualità bassa

Persone citate: Corrado Sforza Fogliani, Gianfranco Gritella, Gritella, Guerini, Massimo Serafini, Pietro De Paola, Serafini

Luoghi citati: Genova, Italia, Napoli, Palermo, Roma, Torino