Crolla un palazzo, l'inferno a foggia

Crolla un palazzo, l'inferno a foggia Nell'edificio c'erano 75 persone, forse un cedimento strutturale la causa della sciagura avvenuta nel cuore della notte I MOMENTI DI UNA TRAGEDIA Crolla un palazzo, l'inferno a foggia Già recuperate 18 vittime, in 41 mancano all'appello Anna Langone FOGGIA L'inferno comincia alle 3 e 10 di mattina, cpiando il quartiere popolare di Candelaro, alla periferia di roggia, viene svegliato da un boato. La gente s'affaccia alle finestre, ma al numero 120 di viale Giotto le finestre non esistono più: sono sprofondate, con l'intero palazzo che è «imploso» come dicono i tecnici. Cosa vuol dire? Vuol dire che cinque piani più mansarda, ottomila metri cubi di cemento armato si sono affloscimi come cartavelina, travolgendo 74 persone che in quel momento erano nel palazzo di cui 5 sono riuscite a mettersi in salvo. Il bilancio ufficiale, alle 24 di questa notte, parlava di 10 morti e 15 feriti (uno gravissimo) e 41 persone ancora sepolte. Cedimento strutturale, lavori di modifica ai box a piano terra, perfino una leggera scossa di terremoto, registrata proprio nell'orario del crollo, tra le cause ipotizzate, ma come spiega Manuele Falcione, il magistrato che con la collega Gabriella Tavano si occupa dell'inchiesta, e presto per dirlo e poi vanno risolte anzitutto le emergenze. La Procura ha dato incarico ai due consulenti di compiere le prime verifiche: l'ipotesi di reato, al momento, è quella di omicidio plurimo colposo, ma non risultano persone indagate. Di certo tutto il materiale rimosso dai soccorritori è sotto sequestro, presso una discarica privata a Borgo Tavernola. Se però il palazzo fosse stato costruito con materiale scadente, come pure si è detto, il costruttore, Antonio Delli Carri, non avrebbe abitato proprio lì, all'ultimo piano, con il fratello Raffaele, che è fra le vittime identificate. Intorno alle 14 sono arrivati in viale Giotto il sottosegreterario alla protezione civile Franco Barberi e il presidente del consiglio Massimo D'Alema, con il ministro dell'interno Rosa Russo •Jervolino. D'Alema, che ha anche fatto visita ai feriti ricoverati agli Ospedali Riuniti, ha proannunciato che oggi in consiglio dei ministri verrà dichiarato lo stato di emergenza per Foggia, per adottare i provvedimenti di sgombero e requisizione degli immobili che si rendessero necessari. Rispondendo ad una domanda sull'accertamento delle cause della sciagura, D'Alema ha detto che è necessario chiarire quanto prima le cause, per appurare se non ci troviamo di fronte a fenomeni che comportino rischi per gli altri cittadini, cioè per quanti vivono nelle immediate vicinanze del palazzo crollato. Lo stabile è stato costruito nel '68 e abitato dal '71, proprio come altre tre costruzioni gemelle, con le facciate di mattoni rossi, che lo circondano e che ospitano centinaia di persone. In molti hanno riferito di crepe nei muri, di pilastri dei box con l'armatura di ferro che usciva fuori dal cemento armato, di problemi strutturali segnalati a più riprese dagli abitanti del palazzo, ma alle autorità preposte non risulta nulla: né i vigili del fuoco, né l'Ufficio tecnico del Comune sono stati mai interessati. Lo ha confermato anche Barberi, dicendo che non risultano richieste di verifica statica per l'edificio crollato e il ministro Jervolino, che continuerà a seguire le operazioni di soccorso, ha precisato che non vi sono state omissioni dello Stato in questa tragedia. Il numero delle vittime intanto aumenta-con il passare delle ore: alle 20,30 erano 14 i morti estratti dalle macerie e 15 i feriti di cui uno grave. Tra gli scampati alla tragedia due bambini: Antonio Raio, che compirà un anno fra pochi giorni, salvato dopo che la zia Nicla Crincoli aveva visto sbucare la sua manina dalle macerie e Laura Lombardi, di tre anni, che però ha perso i genitori sotto il crollo. Nel pomeriggio inoltrato, fra le macerie, si è sviluppato un incendio: un cumulo di materassi di lattice, conservati forse nei box, ha prodotto un fumo denso e soffocante, che ha ulteriormente complicato i soccorsi. Nessuna notizia, invece, di Vincenzo Torraco e della sua famiglia. L'uomo, che abitava al primo piano del palazza crollato, intorno alle 3 ha sentito degli scricchiolii, ha svegliato la moglie Maria, i figli Alessandro, Marco e Luigi e sono tutti sgusciati fuori, a suonare i campanelli degli altri inquilini e quello dell'amministratore, Luigi Lacontana, che abita vicino. Lacontana ha subito avvertito il 115, quando è avvenuto il crollo i pompieri erano già per strada. Dei Torraco, che tutti danno per salvi/si-sono perse intanto-letraccer" " Uno scricchiolio ha preceduto la strage La famiglia del piano terra ha cercato di avvertire gli altri suonando i citofoni C'è chi accusa: in passato ignorate le segnalazioni di problemi strutturali IL CROLLO A Foggia, in viale Giotto 122, alle ore tre e dieci del mattino un palazzo di sei piani è crollato all'improvviso. Nell'edificio costruito una trentina di anni fa - c'erano 26 appartamenti, almeno 24 dei quali erano abitati. Le cause dell'incidente non sono ancora state appurate, ma un forte odore di gas è stato sentito dai primi soccorritori giunti sul luogo L'ARRIVO DEI SOCCORSI. Sono subito giunti nel luogo del disastro i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia, i militari della guardia di finanza, ma anche tantissimi volontari: tutti sono impegnati a scavare tra le macerie per estrarre i corpi ancora vivi delle persone colpite nel sonno LO SGOMENTO DEGLI ABITANTI. Nei portoni dei numeri civici 108 e 102 siedono sulle scale madri in lacrime, e figli che sperano di poter rivedere i propri genitori. Le proporzioni della tragedia hanno richiamato sul posto tutti gli abitanti della zona IL DOLORE E LA SPERANZA. Molte delle salme recuperate sono state già trasportate all'obitorio, ma tra le macerie del palazzo di viale Giotto - come hanno confermato anche i vigili del fuoco - ci sono ancora persone vive

Luoghi citati: Borgo Tavernola, Foggia