Proust il malato in lotta col padre

Proust il malato in lotta col padre Lo scrittore e il suo ambiente familiare in una grande mostra alla Nazionale di Parigi Proust il malato in lotta col padre La «Recherche»? Reazione di un nevrastenico ferito Paola Decina Lombardi PARIGI I S |A figura del padre medico, la sua cultura scientifica e le sue regole igieni- ll che per l'educazione dei I frzJnevrastenici, che peso ebbero per Marcel Pi oust? Nella Ricerca del tempo perduto quanto c'è di emulazione, e quanto di sfida, e risposta, all'orientamento paterno conflittuale rispetto al mondo materno? E', insieme al work in progress rivelato dai quaderni, uno degli aspetti più interessanti della grandiosa esposizione «Marcel Proust, l'écriture et les arts» che, visibile fino al 6 febbraio, appare fin da oggi come un evento-simbolo. L'opera cattedrale, che ha inaugurato e attraversato il secolo, lo chiude traghettando nel prossimo il suo universo di interiorità e sofferenza, bellezza e arte. Nessun centenario dunque, se non quello degli studi su Ruskin alla vecchia Biblioteca Nazionale, che facendo scoprire a Proust ventiseienne la spiritualità dell'arte, decisero l'estetica della Recherche. Libri, manoscritti, rivistine adolescenziali e lettere, foto, manifesti, preziosi abiti di Fortuny; tele di Tiziano, Chardin, Monet, Manet, Moreau, Turner, Whistler, calchi di bassorilievi gotici, e 85 preziosissimi quaderni, molti dei quali inediti: sono oltre 350 i pezzi in mostra nella Grande Salle della Bibliothèque Nationale de France, cioè la nuova, modernissima Biblioteca Nazionale nella periferia di Tolbiac. Suggestiva, la scenografia suggerisce l'intimità di una stanza affollata di idee, ricordi e fantasmi. Nell'ampia sala di novecento metri quadrati con le pareti dipinte in rosso pompeiano, le cinque sezioni - dalla cuttura familiare al cuore della Ricerca, passando per la cultura artistica, la cultura del tempo e le figure di creatori - sono scandite da drappi bianchi sospesi in alto. Ondeggiando a mezz'altezza con il loro carico di volti, frasi e luoghi sovrimpressi, evocano altrettanti strati della memoria e della coscienza. Dunque, la letteratura come spettacolo, ma ad altissimo livello; la Ricerca del tempo perduto come rappresentazione del mondo e paesaggio dell'anima nei cui meandri guidare il grande pubblico, a cominciare dal giardino dell'infanzia aperto dalle magnifiche Ninfee di Monet. Che solo in questa prima sezione i drap pi bianchi scendano fino a terra come pareti separatorie tra il mondo materno e quello paterno è significativo. In effetti, erano antitetici. Mentre, com'è noto, Jeanne Weil consigliava al piccolo Marcel Le mille e una notte, o gli leggeva Francois le Champi indù- ; giando accanto H alla lanterna magica che sui muri proiettava sovrannaturali apparizio ni multicolori e accondiscese prima alla-' sua tirannica possessivita di piccolo malato, poi alla capricciosa gestione della sua malattia, il dottor Adrien Proust riempiva trattati di medicina psicosomatica che predicavano il contrario di quanto avveniva nella sua casa. Anzi, nel 1897, in L'Kygiène du neurasthénique metteva il dito nella piaga affermando che «le cure assidue, le continue domande sullo stato di salute e le raccomandazioni delle persone care fomentano la depressione morale e le preoccupazioni ipo¬ condriache...» e che la vita mondana comporta un surmenage causa di «nevrastenia, una malattia da effemminati... il risultato dell'inutilità, della pigrizia, della vanità». E non è tutto. Riteneva pure che «nei nevrastenici, costantemente impressionati dalle sensazioni interne più diverse... l'evocazione dei ricordi è difettosa per la loro impotenza a sostenere 10 sforzo d'attenzione necessario alla ricerca del ricordo perduto». All'epoca, Marcel aveva ventisei anni e oltre all'asma soffriva già di vari disturbi acuiti dalla sua ipersensibilità e da una antigienica automedicazione. Che la Ricerca sia nata dal desiderio di reagire al ritratto umiliante tracciato dal padre, e anche di smentirlo mettendosi alla prova è dunque - come ipotizza Christine Genin nel saggio in catalogo assai probabile. In Proust, infatti, c'era un malato e un medico. L'altro punto forte di questa magnifica mostra voluta da Jean Pierre Angrémy, Presidente della BNF, e curata da una grande conoscitrice di manoscritti proustiani come Florence Caliti è, al centro della sala, 11 cuore della Ricerca. In vetrine inclinate e svettanti, libri, bozze e quaderni martirizzati dalle correzioni e dalle aggiunte, le famose paperoles incollate alle pagine e piegate ad organetto, danno una certa emozione. Viene in mente la morte di Bergotte e quei libri aperti come ali d'angelo nelle vetrine illuminate delle librerie. Che qualcuno potesse «compulsare i [suoi] manoscritti e confrontarli col testo definitivo» a Proust non piaceva affatto. Ma, a giudicare dall'ansia con cui a Gaston Gallimard chiedeva, quasi sul letto di morte, di tenere basso il prezzo di copertina per favorire i lettori, oggi forse non sarebbe tanto contrariato. Se lo spettacolo, che comprende letture di testi, video, audizione di voci illustri, attira e giova ai lettori, ben venga. E per chi non potesse assistervi in diretta c'è il bel catalogo a cura di Yves Tadié (Gallimard, pp. 300, ili. 290, 350FI un cdrom , un silo internet 'www.bnf.frl oltre a un'Agenda 200 e a un Quaderno pedagogico per insegnanti. Libri, manoscritti, lettere, foto e quadri, abiti, quaderni inediti In 350pezzi la vita domestica le letture e le paure di un giqvan che avrebbe segnato il secolo oscritti, lettere, foto biti, quaderni inediti i la vita domestica le paure di un giqvan e segnato il secolo luoghi sovrimaltrettanti stra e della coscien letteratura coma ad altissimo rca del tempo rappresentazio paesaggio delmeandri guidabblico, a cominno dell'infanzia gnifiche Ninfee questa drap dano me rie aa- ; o H uri anizio e acma alla-' imprinterzionela lo10 sforio adutoAvesoactà e ddicaznataritrapadrmettque Geniassati, c'L'magJeante dgranscritce C11 cune ibozzdallte, lte aorgaemomorapervetrrie. pulsconvo» to.cocmprisas

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