Bonatti

Bonatti Bonatti «Unafollia che non mi spiego» INVENZIONE e spregiudicatezza, maliziosità e furberia», così Walter Bonatti bolla il metodo seguito da Yves Ballu. L'alpinista-esploratore ha scritto la sua verità su quel tragico Natale del 1956 sullo Sperone della Brenva in un articolo pubblicato nel numero di marzoaprile di quest'anno dalla > Rivista del Club Alpino ita liano. Bonatti scrive che Ballu «manifesta con abilità da giocoliere le assurdità e le contraddizioni che navigano nella sua inchiesta». Il motivo della polemica ri- Walter Bonatti guarda l'ultimo atto della scalata dei quattro alpinisti, quando Bonatti e Gheser si allontanano da Vincendoli e Henry. Ballu, anche attraverso la testimonianza di Gheser, ricostruisce il momento del distacco sottolineando come i due giovani avessero dichiarato l'intenzione di fermarsi per «mangiare qualcosa», nonostante la preoccupazione di Bonatti che invece voleva proseguire. Gheser conferma, Bonatti smentisce. Scrive: «Era importante fare presto data l'ora e per non rimanere troppo a lungo esposti al vento di un gelo estremo. Era logico e normale ristabilire le due originali cordate: io con Gheser e VincenIon con Henry. 11 procedere in fila indiana di quattro persone legate insi " i avrebbe procurato disagio é 1 .za. Ancora meglio sarebbe t ocedere completamente slej..;. A -1700 metri Bonatti si accorge che Vincendon e Henry si sono fermati: «Li incitai ad affrettarsi. I due assentirono tranquilizzandomi con un grido "pas des problèmes!"». Ma i due scenderanno verso il Grand Plateau. Ancora Bonatti: «Perché fecero una simile follia? Non lo so». Sulla circostanza dello stop per mangiare, aggiunge: «Non chiesero affatto di fermarsi per mangiare, né per altro». Yves Ballu ribatte: «La mia inchiesta non e in alcun modo una macchinazione diabolica che attenta all'onore e alla rispettabilità di Walter Bonatti. La mia ricostruzio- ne si basa su quanto detto e scritto I dai protagonisti». [e m] Walter Bonatti