La Banca Popolare di Milano chiede mille miliardi di danni a Schlesinger di Paolo Colonnello

La Banca Popolare di Milano chiede mille miliardi di danni a Schlesinger Altri 761 vuole invece averli dai membri dell'ex consiglio sindacale. Venti amministratori nel mirino La Banca Popolare di Milano chiede mille miliardi di danni a Schlesinger Paolo Colonnello MONO ~ Sembrava che i vdrtici attuali della Banca Popolare di Milano avessero deciso di soprassedere. Di non infierire cioè nei confronti dell'ex presidente Pietro Schlesinger e di altri venti ex amministratori della banca a giudizio in questi giorni per falso in bilancio, rinunciando a costituirsi parte civile. Un atteggiamento che aveva indispettito non poco il pubblico ministero Riccardo Targetti, inducendolo a pensare di essere sato abbandonato. Invece si è scoperto che la realtà superava ogni fantasia: la Bpm non aspetterà gli incerti risultati penali del processo semplicemente perchè ha deciso di puntare al sodo, promuovendo, già alcuni mesi fa, una causa civile di risarcimento dalle somme stratosferiche. L'istituto di credito milanese ha chiesto infatti ai giudici civili di condannare Schlesinger a pagare, per i presunti danni causati con la sua gestione di presidente dal 1985 al 1994, una cifra pari a 988 miliardi, che con il tempo e la rivalutazione degli interessi, supererà abbondantemente i mille. Come risponde l'interessato? «E' una vicenda che va avanti già da un po' di tempo e le mie controdeduzioni le ho già depositate davanti al giudice. Non ho altro da aggiungere», dice al telefono Schlesinger. Ma non è finita. La Bpm ha chiesto analoghi risarcimenti anche agli ex componenti del collegio sindacale della banca: Giancamillo Naggi, Enrico Nicolini, Mario Castaldi e l'ex direttore amministrativo Franco Corradini, se dichiarati soccombenti, dovrebbero versare in solido tra loro ben 761 miliardi. Inoltre l'istituto di credito chiede che a pagare per i danni di cassa e di immagine sia anche la Arthur Andersen, la famosa società di certificazione dei bilanci. Infine, 574 miliardi vengono chiesti a Marco Onado, ex commissario Consob, dimessosi dalla carica dopo l'apertura dell'inchiesta. Ovviamente l'esito della causa civile è legato a filo doppio con quello del procedimento penale, avviato in questi giorni d'innanzi alla prima sezione del tribunale. Qui, all'ex presidente della Bpm, vengono contestati i risultati di un'indagine nata tre anni fa dopo una precedente archiviazione sulla gestione dell'istituto di credito. L'inchiesta riprese vita in seguito ai rapporti intrattenuti dalla banca governata da Schlesinger con l'Istituto Finanziario Milanese che abbandonò la sce¬ na lasciando, secondo le accuse, una bancarotta da 800 miliardi. Le succesive indagini proseguirono tra le polemiche e culminarono, dopo il suicidio di un ex dirfigente della banca, con un attacco diretto al pm Targetti da parte di Schlesinger, il quale, in una lettera al Corriere, accusò il magistrato di perseguitarlo in nome del padre che fu, all'epoca, un suo ex dipendente. L'accusa generò ovviamente ricusazioni e scaramucce giudiziarie, conclusesi con il rinvio a giudizio dell'avvocato d'affari, uno degli uomini più influenti in campo economico del Paese. Non a caso in difesa di Schlesinger, i suoi legali, gli avvocati Stella e Pulitanò, hanno chiamato a testimoniare personaggi del calibro di Marco Vitale, Guido Rossi e Giovanni Bazoli. •v L'ex presidente della Popolare di Milano Pietro Schlesinger

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