La rivincita dell'800 di Marco Vallora

La rivincita dell'800 Un periodo trascurato riacquista valore La rivincita dell'800 Marco Vallora SORPRENDENTE, non c'è che dire. Quasi strabiliante. Ed un prezzo, quello spuntato dal paesaggio di Segantini, per quanto grandioso e «storico», che non lascerà invariato il mercato dell'Ottocento italiano, finalmente assurto alle cronache dei records al di là d'Oceano. Certo, l'intero andamento euforico dell'asta Christie's, con questi Picasso a valori stratosferici e il primato inatteso di una scultura di Matisse (ovviamente molto più ricercato come pittore) potrebbero in parte spiegare il successo imprevedibile di un artista che non è mai stato particolarmente baciato dall'incanto del mercato. Ma basta davvero, a spiegare il tutto, questa febbre da contagio? Soprattutto se si pensa che uno degli ultimi suoi record, in Italia, a stento superava i seicento milioni: un artista contemporaneo alla moda come Damien Hirst (protagonista della mostra Sensation demonizzata dal sindaco Giuliani) abituato a tagliare i vitelli in due (non a dipingerli) o ad impagliare conigli, vale pressoché quella stessa cifra. Che è successo, dunque? Dicono alla Christie's che il vero motivo è che proveniva dalla collezione prestigiosa dei Levi Strauss (i jeans, non l'etnologo): ma allora il Picasso passato per casa Versace a quanto dovrebbe saltare? Che il mercato spesso sìa pazzo ed imprevedibile, non è una novità. Ma questa volta persino gli esperti sono rimasti come stupiti. Un conoscitore del mercato quale Giuseppe Luigi Marini non nasconde la sua sorpresa: «Il fatto è che opere di tale importanza in mano private non esistono negli Usa. Quando vengono presentate opere grandiose come queste possono spuntare qualsiasi somma un amatore è disposto a sborsare». Sarà: ma il fatto è, anche, che negli stessi musei americani la nostra pittura dell'Ottocento è come snobbata ed ignorata, dunque l'appeal di un'opera come questa era difficile da prevedere. Né si tratta di un'opera simbolica e nevralgica come «Le Cattive Madri»: tanto più se teniamo conto che una tela rappresentativa e persia «ricattatoria» come la «Fiumana» di Pelizza da Volpedo, con tutto il suo contorno di Terzo Stato in rivolta, l'odore di socialismo in marcia e l'aura storica, nel 1986 in fondo riuscì a spuntare «solo» un miliardo e quattrocento milioni. Questo record-Segantini certo sconvolgerà le quotazioni e riaccenderà l'interesse su un periodo davvero sottovalutato, u partire dallo stesso Roberto Longhi che aveva liquidato l'Ottocento nostrano con la formula sarcastica «Buonanotte Signor Fattori». Diciotto miliardi sono (quasi) cifre da Turner, da Pissarro, se non proprio da Monet o da Vati Gogh. Buongiorno, dunque, Mastro Segantini!

Luoghi citati: Italia, Usa, Volpedo